Morti in corsia: il consulente dell'azienda sanitaria "scagiona" Cazzaniga

Gianpaolo Fortini ha riferito che a suo avviso non ci sarebbe alcuna correlazione tra il trattamento terapeutico adottato dall'imputato e il decesso dei pazienti.

Morti in corsia: il consulente dell'azienda sanitaria "scagiona" Cazzaniga
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Morti in corsia all’ospedale di Saronno: il consulente di parte dell’azienda sanitaria, responsabile civile nel procedimento contro l’ex vice primario del pronto soccorso di piazzale Borella, ha scagionato Leonardo Cazzaniga.

Morti in corsia: le dichiarazioni del consulente

“Senza i farmaci somministrati da Leonardo Cazzaniga ci sarebbe stata certamente la morte dei pazienti e in alcuni casi la morte sarebbe potuta essere anche particolarmente atroce”. Il consulente Gianpaolo Fortini, medico specializzato in anestesia e terapia del dolore, responsabile del reparto di cure palliative di Varese, ha analizzato le singole cartelle cliniche dei malati al momento del loro accesso in pronto soccorso a Saronno sulla base di alcuni indicatori di valutazione dei bisogni di cure palliative. “Su undici casi analizzati – ha spiegato in aula Fortini – sei erano oncologici. Otto erano allettati. Tutti avevano un decadimento dello stato di coscienza”. Per tutti i casi analizzati il consulente ha stabilito che a suo avviso non ci sarebbe stata alcuna correlazione tra il trattamento terapeutico adottato dal Cazzaniga e il loro decesso. Per lo specialista di parte, quindi, il mix di farmaci somministrato dall’imputato, che sta rispondendo in aula di 15 omicidi volontari, nessuno dei pazienti avrebbe perso la vita a causa della sua terapia.

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