‘Ndrangheta a Cantù, la Cgil: "Ora ricostruiamo il tessuto sociale"
"Si deve mettere in campo un’azione straordinaria, che accompagni il lavoro delle forze dell’ordine e della magistratura, con percorsi di coinvolgimento e integrazione".
‘Ndrangheta a Cantù. La Cgil è pronta a fare la sua parte.
‘Ndrangheta a Cantù, la posizione della Cgil
"Le inchieste dei Carabinieri di Milano e Cantù portano alla luce una realtà grave, patologica. Dopo aver letto di legami mafiosi a Seregno, tra cosche e politica, ci svegliamo, a distanza di un giorno, scoprendo che in piazza Garibaldi a Cantù dettava legge la ‘ndrangheta. Bisogna cominciare da subito a ricostruire quel tessuto sociale, pure presente, oltraggiato da una presenza pervasiva delle mafie". Inizia così il comunicato della Cgil.
"Pronti a fare la nostra parte"
"La Cgil è pronta a fare la sua parte –commentano Giacomo Licata e Matteo Mandressi, segreteria Cgil Como -. Siamo a disposizione con le nostre sedi, aperte al territorio, le organizzazioni associative che ogni giorno sono impegnate nella rappresentanza e nel volontariato, per proseguire l’azione di contrasto del fenomeno mafioso. Chiediamo da subito alle istituzioni, in questo caso al comune di Cantù, di convocare il tavolo della contrattazione sociale e costituire il coordinamento legalità".
"Serve il lavoro di tutti"
Non bastano solo gli agenti di Polizia locale: "Si deve mettere in campo – continuano i due sindacalisti - un’azione straordinaria, che accompagni il lavoro delle forze dell’ordine e della magistratura, con percorsi di coinvolgimento e integrazione. A partire dai giovani e dal lavoro. Le statistiche nazionali danno la Lombardia quale regione con gli indici più alti d’infiltrazione mafiosa, il territorio comasco non ne è esente".
"Non basta prendere le distanze"
"A farne le spese - conclude la Cgil - è il tessuto sociale ed economico. Gli esercizi commerciali, i bar che da piazza Garibaldi si diramano per le vie adiacenti al centro cittadino, i lavoratori che si sono trovati in prima linea oggetto di minacce e sopraffazioni da parte degli uomini della 'ndrangheta. Operatori delle associazioni di categoria e rappresentanza, delle migliori espressioni della cittadinanza attiva, non possono oggi limitarsi a prendere le distanze, a denunciare il malaffare.