Stop al gioco d'azzardo: il modello d'intervento che fa scuola STORIE SOTTO L'ALBERO

Il Giornale di Olgiate regala ai lettori di Giornaledicomo.it le più belle storie raccontate nel corso del 2019 sulle pagine del nostro settimanale.

Stop al gioco d'azzardo: il modello d'intervento che fa scuola STORIE SOTTO L'ALBERO
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OLGIATE COMASCO - Una rete per recuperare chi è finito nel gorgo del gioco d’azzardo. Un modello d’intervento che fa scuola a livello nazionale. Non lascia nulla al caso il Consorzio Servizi Sociali dell’Olgiatese, diretto da Andrea Catelli. A partire dai numeri, che, per restare a Olgiate, marcano l’evidenza di una piaga sociale: gli ultimi dati disponibili registrano 45,7 milioni di euro giocati nel 2016 e perdite (differenza tra giocate e vincite) per oltre 8,7 milioni di euro.

Una montagna di soldi "bruciati" dai giocatori

Una montagna di soldi «bruciati». E c’è una cifra ulteriormente significativa: 30 persone agganciate negli ultimi due anni dal Consorzio e per le quali sono state messe in campo opportunità per affrontare e risolvere problemi di ludopatia. Nessuno si senta escluso: dai gratta e vinci alle scommesse sportive, dalle slot machine ai giochi online. Sforzi del Consorzio concentrati su un’ampia fascia di cittadini, dall’età dell’adolescenza sino agli anziani. E ora emergono strategiche novità progettuali, che dimostrano la capacità di reperire risorse per combattere il gioco d’azzardo. Il Consorzio Servizi Sociali dell’Olgiatese, infatti, ha partecipato a un bando nazionale della Chiesa avventista del settimo giorno, vincendolo: 26.000 euro a sostegno di un progetto che terminerà a settembre. Il titolo è esplicito: «Gioco di squadra e non d’azzardo»: promuove la corresponsabilità nel contrastare la dipendenza dal gioco d’azzardo. «Insieme ai Comuni da anni siamo impegnati nel reperire fondi tramite bandi regionali e costruire progetti sul fenomeno delle ludopatie - dettaglia Amina Pizzala, responsabile di progetto per il Consorzio. L’anno scorso Regione Lombardia è rimasta ferma, quindi abbiamo cercato altre  opportunità, partecipando a un bando della Chiesa avventista del settimo giorno, che impegna l’8 per mille incamerato, destinandolo a progetti contro il gioco d’azzardo.

Le scuole che aderiscono all'iniziativa

"La nostra idea è stata premiata: lavoriamo nell’ottica di anticipare i problemi, coinvolgendo il territorio". Che significa bussare a tutte le porte: scuole superiori («Enfapi» di Lurate Caccivio, «Pessina» di Appiano Gentile e «Terragni» di Olgiate), sodalizi ricreativi ed educativi (Pro loco, associazioni genitori e gruppi anziani), enti e associazioni di categoria (Camera di commercio e Confcommercio), parrocchie (Caritas). «Non demonizziamo il gioco d’azzardo, perché non servirebbe a nulla - continua Pizzala - Partiamo dall’analisi del “come si gioca”, proponendo l’upgrade del concetto di gioco. Così creiamo consapevolezza e corresponsabilità. Coinvolgiamo i ragazzi di “Enfapi”e“Pessina” con momenti formativi: riflettiamo, ad esempio, su come utilizzano Fortnite, un gioco online che vede attivi milioni di giovani nel mondo. Con 10 allievi del “Terragni” abbiamo un progetto di alternanza scuola-lavoro: partecipano a formazione e incontri sul territorio, per costruire un nuovo profilo di cittadino responsabile nei confronti del gioco. Quest ’anno abbiamo un’altra innovazione, grazie a un professionista mediatore che si confronta con gestori dei locali dove ci sono apparecchi per il gioco d’azzardo, con imprese e associazioni di categoria: sempre nell’ottica della corresponsabilità. Non chiediamo di togliere le slot ma collaborazione per creare coesione sociale». Modello vincente, non solo a livello di bandi. «Al nostro sportello si avvicinano famiglie in cui c’è il problema di chi gioca d’azzardo e anche singoli giocatori. Nell’arco degli ultimi due anni abbiamo seguito una trentina di persone. Il lavoro di informazione e formazione è stato notevole. Vogliamo creare coesione sociale, intercettare problemi connessi ad altri fenomeni: dal gioco d’azzardo all’uso di sostanze. Oggi, dove un tempo c’erano botteghe troviamo locali in cui si gioca d’azzardo. L’idea è semplice ma vincente: ripristinare il sistema paese, spiegando come sia possibile fare qualcosa per risolvere certi problemi, a partire dal coinvolgimento dei cittadini».

(Il Giornale di  Olgiate, 16 marzo 2019)

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