OLGIATE COMASCO – Una rete per recuperare chi è finito nel gorgo del gioco d’azzardo. Un modello d’intervento che fa scuola a livello nazionale. Non lascia nulla al caso il Consorzio Servizi Sociali dell’Olgiatese, diretto da Andrea Catelli. A partire dai numeri, che, per restare a Olgiate, marcano l’evidenza di una piaga sociale: gli ultimi dati disponibili registrano 45,7 milioni di euro giocati nel 2016 e perdite (differenza tra giocate e vincite) per oltre 8,7 milioni di euro.
Una montagna di soldi “bruciati” dai giocatori
Una montagna di soldi «bruciati». E c’è una cifra ulteriormente significativa: 30 persone agganciate negli ultimi due anni dal Consorzio e per le quali sono state messe in campo opportunità per affrontare e risolvere problemi di ludopatia. Nessuno si senta escluso: dai gratta e vinci alle scommesse sportive, dalle slot machine ai giochi online. Sforzi del Consorzio concentrati su un’ampia fascia di cittadini, dall’età dell’adolescenza sino agli anziani. E ora emergono strategiche novità progettuali, che dimostrano la capacità di reperire risorse per combattere il gioco d’azzardo. Il Consorzio Servizi Sociali dell’Olgiatese, infatti, ha partecipato a un bando nazionale della Chiesa avventista del settimo giorno, vincendolo: 26.000 euro a sostegno di un progetto che terminerà a settembre. Il titolo è esplicito: «Gioco di squadra e non d’azzardo»: promuove la corresponsabilità nel contrastare la dipendenza dal gioco d’azzardo. «Insieme ai Comuni da anni siamo impegnati nel reperire fondi tramite bandi regionali e costruire progetti sul fenomeno delle ludopatie – dettaglia Amina Pizzala, responsabile di progetto per il Consorzio. L’anno scorso Regione Lombardia è rimasta ferma, quindi abbiamo cercato altre opportunità, partecipando a un bando della Chiesa avventista del settimo giorno, che impegna l’8 per mille incamerato, destinandolo a progetti contro il gioco d’azzardo.
Le scuole che aderiscono all’iniziativa
“La nostra idea è stata premiata: lavoriamo nell’ottica di anticipare i problemi, coinvolgendo il territorio”. Che significa bussare a tutte le porte: scuole superiori («Enfapi» di Lurate Caccivio, «Pessina» di Appiano Gentile e «Terragni» di Olgiate), sodalizi ricreativi ed educativi (Pro loco, associazioni genitori e gruppi anziani), enti e associazioni di categoria (Camera di commercio e Confcommercio), parrocchie (Caritas). «Non demonizziamo il gioco d’azzardo, perché non servirebbe a nulla – continua Pizzala – Partiamo dall’analisi del “come si gioca”, proponendo l’upgrade del concetto di gioco. Così creiamo consapevolezza e corresponsabilità. Coinvolgiamo i ragazzi di “Enfapi”e“Pessina” con momenti formativi: riflettiamo, ad esempio, su come utilizzano Fortnite, un gioco online che vede attivi milioni di giovani nel mondo. Con 10 allievi del “Terragni” abbiamo un progetto di alternanza scuola-lavoro: partecipano a formazione e incontri sul territorio, per costruire un nuovo profilo di cittadino responsabile nei confronti del gioco. Quest ’anno abbiamo un’altra innovazione, grazie a un professionista mediatore che si confronta con gestori dei locali dove ci sono apparecchi per il gioco d’azzardo, con imprese e associazioni di categoria: sempre nell’ottica della corresponsabilità. Non chiediamo di togliere le slot ma collaborazione per creare coesione sociale». Modello vincente, non solo a livello di bandi. «Al nostro sportello si avvicinano famiglie in cui c’è il problema di chi gioca d’azzardo e anche singoli giocatori. Nell’arco degli ultimi due anni abbiamo seguito una trentina di persone. Il lavoro di informazione e formazione è stato notevole. Vogliamo creare coesione sociale, intercettare problemi connessi ad altri fenomeni: dal gioco d’azzardo all’uso di sostanze. Oggi, dove un tempo c’erano botteghe troviamo locali in cui si gioca d’azzardo. L’idea è semplice ma vincente: ripristinare il sistema paese, spiegando come sia possibile fare qualcosa per risolvere certi problemi, a partire dal coinvolgimento dei cittadini».
(Il Giornale di Olgiate, 16 marzo 2019)