Applausi all’ospedale di Cantù per le sue attività, bocciata invece Regione Lombardia che non rimpiazza i medici mancanti. A dirlo è il consigliere regionale Angelo Orsenigo.
Ospedale di Cantù un presidio da applausi
“Ho partecipato con molta soddisfazione alla Festa dell’Ospedale Sant’Antonio Abate di Cantù (QUI I DETTAGLI). Con piacere ho ascoltato la relazione che il direttore generale della Asst Lariana, Fabio Banfi, ha presentato in merito all’attività dell’ospedale, una struttura per casi acuti che è un punto di riferimento fondamentale per il territorio e che non subirà variazioni negli orari d’apertura del pronto soccorso, a cui è garantita un’operatività di 24 ore. Un presidio che può contare su ottimi medici e infermieri, su personale qualificato e appassionato. Un ospedale in grado di avere ottimi rapporti con le persone, con le fondazioni e le imprese del territorio da cui riesce ad avere fondi e donazioni. A tutti gli operatori va il nostro grazie per il lavoro che stanno facendo”, è quanto dice Angelo Orsenigo, consigliere regionale del Pd, al termine della visita al nosocomio canturino”.
L’allarme: “Mancano medici. Regione risponda all’appello”
Poi le note dolenti: “Mi domando se la Giunta regionale abbia pronte le risposte che l’ordine dei medici aveva chiesto quindici giorni fa rispetto alla mancanza drammatica di medici di famiglia e di chirurghi sul territorio. L’ordine denunciava che ‘il personale non viene rimpiazzato in modo regolare e programmatico’, per carenza di investimenti e perché le borse di studio ‘sono insufficienti’. Drammaticamente simile la situazione di pediatri e anestesisti. Anche di infermieri c’è bisogno sul territorio comasco: ne servirebbero 300 in più. A questo aggiungiamo, notizia di questi giorni, la difficoltà di reperire i medicinali per anziani e malati gravi. Francamente mi chiedo se la maggioranza che governa Regione Lombardia voglia continuare a darsi lustro, parlando di eccellenza europea, o voglia finalmente prendere atto del fatto che rischiamo di finire dritti in un fosso”.