l'intervista

Parla l'agente investito durante il servizio: interveniva per una rapina

Pietro Pisciotta, 33 anni, stava guidando sulla moto di servizio a sirene accese per recarsi sul luogo in cui era appena avvenuta una rapina. Ma non ha mai potuto raggiungere la destinazione prevista

Parla l'agente investito durante il servizio: interveniva per una rapina
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Parla l'agente del comando di Polizia Locale di Como che, lo scorso 6 giugno 2023, è stato investito e gravemente ferito durante una segnalazione di emergenza. Pietro Pisciotta, 33 anni, stava guidando sulla moto di servizio a sirene accese per recarsi sul luogo in cui era appena avvenuta una rapina. Ma non ha mai potuto raggiungere la destinazione prevista.

L'accaduto

Il suono delle sirene risuonava con forza lungo la via Milano. Il tempo era un nemico, ogni secondo era essenziale: la mano stretta sull'acceleratore non poteva indugiare. La segnalazione telefonica giunta al comando della Polizia Locale di Como, attorno alle 13.30 di quel martedì, raccontava di una rissa ai Portici Plinio, causata da un'aggressione e da una rapina a scapito di un diciannovenne. Allo sventurato ragazzo era stata rubata una collana d'oro, così alcuni amici sono intervenuti in sua difesa, cercando di fermare l'aggressore e causando una rissa molto violenta.

Alcuni agenti stavano per raggiungere il posto a bordo della moto di servizio, con le sirene accese. Tra questi anche Pietro Pisciotta, originario di Mazara del Vallo, il quale ai Portici Plinio non arriverà mai: all'incrocio con viale Roosevelt viene travolto da un furgone. E poi il vuoto.

Si risveglia molte ore dopo, alle 17.30 circa, all'interno di una stanza dell'Ospedale Sant'Anna. La cartella clinica parlava di 7 costole rotte, sterno e clavicola fratturati, zigomi e mascella in frantumi. Per un totale di 90 giorni di prognosi.

L'agente Pietro Pisciotta dopo l'incidente

L'intervista

"È molto difficile ma non vedo l'ora di poter ritornare in servizio e di indossare la mia divisa". Sono passate esattamente due settimane dal giorno dell'incidente e la voce dell'agente Pisciotta è ancora molto provata. Le pause tra una frase e l'altra e un leggero sforzo nel raccontare l'episodio indicano le profonde cicatrici fisiche ed emotive che quegli attimi hanno impresso nell'agente. Ma il primo pensiero è andato al comando in cui presta servizio.

Come sta adesso?

"Stringiamo i denti. Non nego che è dura ma sto cercando di riprendermi fisicamente e di riposare. I medici mi hanno indicato di stare a letto, cosa a cui io non sono abituato".

Cosa le manca di più?

"Mi manca la mia quotidianità e soprattutto la mia divisa: per me essa rappresenta la mia dignità, il mio onore, la mia dedizione e il mio amore. Con tutti gli oneri compresi, come questo incidente che fa parte un po' del gioco".

Quali sono i suoi ricordi di quel momento?

"Era appena arrivata la segnalazione alla nostra centrale operativa così, come previsto dalla normativa, ci siamo avviati in condizioni di emergenza, perché non sai quale situazione puoi trovare una volta sul posto. Azioniamo tutti quelli che sono i dispositivi previsti, tra cui sirene e lampeggianti".

E poi?

"Percorriamo la via Milano ma subito dopo ho un vuoto. Il buio totale. Non ricordo più nulla, ho completamente rimosso il momento dell'impatto. Mi sono risvegliato molte ore dopo sul letto dell'ospedale ed ero molto confuso, perché non capivo cosa fosse successo".

Quali sono stati i suoi primi pensieri?

"Stavo cercando di ricostruire l'accaduto e invano è stato il tentativo di trovare delle risposte alle mie domande. Poi è arrivato il mio collega, con il quale ero in servizio, che mi ha spiegato il tutto".

Dunque i suoi colleghi le hanno espresso molta vicinanza in questo periodo difficile.

"Assolutamente sì, mi sono stati tutti molto vicino. Il comando di Polizia Locale di Como mi ha dato supporto a 360 gradi, mettendosi a disposizione per qualsiasi mia esigenza. Devo dire di aver trovato la vicinanza di una famiglia".

Altri ringraziamenti?

"Vorrei ringraziare tutti i medici e gli infermieri dell'Ospedale Sant'Anna, per la loro professionalità e per il modo in cui mi hanno assistito e curato. Un altro ringraziamento speciale va all'Associazione Professionale Polizia Locale d'Italia - Anvu, ai sindacati, alla prefettura e altre forze di polizia, che mi hanno mostrato il loro sostegno".

Alla luce di quello che è successo, le è capitato di prendere in considerazione altre strade per il suo futuro professionale? O rimane fedele alla sua divisa?

"Non se ne parla nemmeno, non vedo l'ora di poter continuare a fare il lavoro che amo. Non sarà questo incidente a farmi fare delle valutazioni personali e professionali differenti. Anzi questo è un motivo in più per fare ancora meglio il mio lavoro e continuare ad indossare la mia divisa. Prima di far parte della Polizia Locale, facevo il militare e tutti i momenti belli e brutti vissuti in quell'ambito mi hanno aiutato a reagire positivamente a questo evento. Aspetto solo di ritornare in forma, di riuscire a rialzarmi dal letto, per poi ritornare a lavoro. Fino all'ultimo giorno voglio continuare ad indossare la mia uniforme, perché non si tratta solo di un mestiere ma di un vero e proprio stile di vita. Se scegli di fare questo lavoro, questi imprevisti li devi tenere in considerazioni, altrimenti si sceglie un lavoro più tranquillo".

Nonostante le sue attuali condizioni, è soddisfatto del lavoro che svolge?

"Sono molto soddisfatto e, lo dico con un pizzico di presunzione, orgoglioso di quello che ho fatto, faccio e continuerò a fare. Questo è solo un momento di pausa, ma non arretro di un centimetro".

Qual è il messaggio che vorrebbe trasmettere ad altri agenti di Polizia che si trovano in situazioni simili o che magari stanno affrontando momenti di difficoltà?

"Ribadisco il fatto che il nostro non è un lavoro ma una continua missione. Ed è proprio in questi momenti che si vede se si ha la vocazione o no. Se ami questa missione, accetti anche le difficoltà ad essa legate. Questo è un lavoro che devi sentire tuo, non puoi prenderlo come un altro tipo di lavoro. Consiglio a chi è potuto essere vittima, e a chi in futuro lo sarà, di non arrendersi mai. Bisogna andare avanti e prendere il momento drammatico come una spinta per fare meglio il proprio lavoro".

Il riconoscimento di Anvu Lombardia

In seguito all'incidente e al determinato percorso di ripresa, l'agente Pisciotta ha ricevuto un riconoscimento da parte dell'Associazione Professionale Polizia Locale d'Italia - Anvu. L'onorificenza, firmata dal presidente regionale Ettore Lupi, è stata conferita come segno di ammirazione e gratitudine  per la sua dedizione al servizio e per il coraggio dimostrato in situazioni di pericolo. L'associazione ha sottolineato "il comportamento esemplare", la "capacità operativa" e il "senso del dovere" che contraddistinguono l'operato dell'agente.

Sergio Barberi

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