Priorità alla Scuola, gli studenti: "La ripartenza ha dimostrato tutte le lacune che denunciamo da anni"
Mezzi pubblici insufficienti, edilizia scolastica inesistente e carenza di personale scolastico sono tra i temi sul piatto.

Da anni la scuola non è al centro dell'agenda dei governi che si sono susseguiti: è rimasta ferma a una didattica novecentesca e i fondi che le sono destinati sono sempre meno. Così, viste le ulteriori difficoltà dovute alla normativa Covid, gli studenti questa mattina sono scesi in piazza a Milano, Bergamo, Brescia, Como, Lecco e Pavia.
Priorità alla Scuola, gli studenti: "La ripartenza ha dimostrato tutte le lacune che denunciamo da anni"
“La ripartenza - afferma Ludovico Di Muzio, coordinatore dell’Unione Degli Studenti Lombardia - ha dimostrato tutte le lacune dell’istruzione pubblica che denunciamo come studenti sin da prima della pandemia: trasporti insufficienti, lavori di edilizia scolastica mai partiti, organico mancante e didattica a distanza ancora presente dobbiamo chiedere che la scuola venga ripensata radicalmente".
Gli studenti chiedono quindi che i governanti investano fondi nella scuola pubblica, ripensando completamente tutta la filiera formativa, dagli asili alle università, rinnovando la didattica, investendo nell'edilizia e garantendo un reale accesso all'istruzione per tutti e tutte, ripristinando presidi medici in ogni scuola e potenziando mezzi pubblici.
Occorre costruire un nuovo immaginario, una scuola del futuro che affronti i temi più urgenti e più sentiti dalle nuove generazioni come per esempio l'emergenza climatica, l’educazione sessuale ed all’affettività ed il razzismo.
“Domani, 26 Settembre - conclude Ludovico Di Muzio - saremo a Roma con Priorità alla scuola, docenti e genitori, uniti per dare un messaggio forte: vogliamo che la riapertura del Paese inizi dall'istruzione e la ricerca per non lasciare indietro nessuno e costruire una società più giusta, che abbatta le disuguaglianze”
"Siamo studentesse e studenti, la generazione più povera dal dopoguerra, ci mobiliteremo fino a quando non saremo ascoltati e potremo decidere sul nostro futuro - conclude il movimento studentesco - Da oggi inizia un nuovo percorso, siamo solo all'inizio di una lunga battaglia a tutela di una scuola pubblica aperta, sicura e di qualità!"