Uggiate con Ronago

Professoressa "abusiva", pena espiata con lavori di pubblica utilità

Chiusa la vicenda relativa all'accusa di falso, ma rimane la questione risarcimento

Professoressa "abusiva", pena espiata con lavori di pubblica utilità
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Chiusa la vicenda penale della professoressa "abusiva": pena espiata con i lavori di pubblica utilità.

La vicenda fa riferimento alle annualità 2020-2022

Il fronte penale, fa riferimento  alle annualità 2020-2022, ovvero a quando Viviana Mazzoni, 49 anni, residente a Uggiate con Ronago, era stata inserita nelle graduatorie tramite una domanda all'Ufficio scolastico provinciale con cui attestava di aver conseguito, il 18 dicembre 2000, una "Laurea in lingue e letterature straniere moderne" allo "Iulm" di Milano. La dirigente scolastica del Caio Plinio, effettuata una verifica, aveva però scoperchiato il vaso di pandora: nessuna laurea. L'accusa di falso non riguardava solo il diploma di laurea, ma anche la contraffazione di una certificazione rilasciata dall’università milanese, attestazione della avvenuta revoca dell’iscrizione universitaria (Mazzoni aveva frequentato fino al quarto anno per poi incorrere in decadenza in qualità di studente dell'ateneo) e la convalida del diploma di lingue.

Pensa espiata, lavori di pubblica utilità

La questione si è conclusa con una relazione del Gup in cui emerge che la professoressa, che ha insegnato inglese e tedesco in scuole medie e superiori senza averne titolo, ha condotto come previsto il periodo di messa alla prova. Periodo stabilito in fase di udienza preliminare e portato a termine.  Allo stato attuale, rimane  in essere la vicenda sollevata dalla Corte di Conti che ha chiesto la restituzione di 247.673 euro per gli stipendi  percepiti in vent'anni di lavoro. Oltre a questo, permane anche una querela presentata alla Procura di Milano anche per l’assenza  del diploma magistrale.

Vent'anni nelle scuole comasche

Da vent’anni insegnava negli istituti comprensivi della provincia di Como senza averne titolo: non solo non era laureata in lingue e letterature straniere allo "Iulm" di Milano, come sosteneva nelle dichiarazioni sostitutive, ma non aveva neppure conseguito il diploma magistrale alla scuola paritaria "Matilde di Canossa" di Como. Per questo motivo la Corte dei Conti, sezione giurisdizionale per la Regione Lombardia, ha condannato  Mazzoni a risarcire più di 247.000 euro tra il Ministero dell’Economia e delle finanze e cinque istituti comprensivi comaschi dove ha prestato servizio (Uggiate Trevano, Lurate Caccivio, Olgiate Comasco, Valmorea e Cermenate). La vicenda ha preso avvio nel 2020 da una segnalazione del dirigente dell’Ufficio scolastico regionale per la Lombardia di Como che segnalava alla Procura che la Mazzoni avrebbe ottenuto incarichi di insegnamento in diversi istituti scolastici a partire dal 2003 percependo indebitamente il trattamento economico connesso allo svolgimento delle attività di docenza non avendo conseguito i titoli di studio prescritti per tali finalità. Dalle indagini è emerso che la donna, a decorrere dall’anno scolastico 2003-2004, ha svolto l’attività di supplente in diversi istituti scolastici della provincia di Como rilasciando le dichiarazioni sostitutive di atto notorio e di certificazione concernenti il possesso dei titoli di studio prescritti, in particolare il diploma magistrale conseguito nel 1993-1994 all’istituto "Matilde di Canossa" di Como e la laurea in lingue e letterature straniere all’università "Iulm" di Milano nel 2000-2001.

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