Il caso

Saronno: in obitorio mazzette per "promuovere" le agenzie di pompe funebri, 10 misure cautelari

Destinatari 4 impresari funebri del territorio, due medici di base, un'addetta dell'obitorio e due dipendenti dell'ospedale di Saronno. Lunga e varia la lista di accuse, dal peculato al furto.

Saronno: in obitorio mazzette per "promuovere" le agenzie di pompe funebri, 10 misure cautelari
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Ha dell'incredibile quanto successo a Saronno, dove un giro di mazzette, provenienti da alcuni funzionari di un'agenzia di pompe funebri e a favore di diversi dipendenti dell'obitorio dell'ospedale di Saronno, sono state intercettate dalla compagnia dei carabinieri di Saronno. Lo scopo: indirizzare da loro le famiglie dei defunti. Le indagini partite dalle segnalazioni ricevute dalla direzione sanitaria.

Mazzette in obitorio: 10 misure cautelari

L'operazione è scattata alle prime ore di stamattina, lunedì 28 novembre, tra la provincia di Varese e la città di Como. In campo, i carabinieri della Compagnia di Saronno che hanno dato esecuzione a un'ordinanza applicativa di misure cautelari personali coercitive e interdittive emessa dal GIP di Busto Arsizio, su richiesta della Procura, nei confronti di 10 persone: una destinataria di custodia in carcere, una ai domiciliari, due di divieto di esercizio della professione medica, 4 del divieto di esercitare l'attività di impresario funebre, 2 della sospensione dall'esercizio delle mansioni di addetto all'obitorio, con divieto di concludere contratti di lavoro con la pubblica amministrazione.

Tutte sono ritenute gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di corruzione di incaricato del pubblico servizio, peculato, furto, truffa e falsità ideologica commessa da Pubblico Ufficiale.

L'indagine

L'indagine era stata avviata dopo alcune segnalazioni giunte alla Direzione Sanitaria nel novembre 2020, riguardo una somma di denaro ricevuta da un addetto dell'obitorio dell'Ospedale di Saronno da un impresario funebre del luogo.

I militari si sono subito messi al lavoro. Il risultato sono tutte una serie di attività tecniche (intercettazioni telefoniche e video), riscontri documentali, escussioni e servizi di o.c.p. del Nucleo Operativo della Compagnia di Saronno che hanno permesso di stringere il cerchio intorno alle dieci persone destinatarie delle misure.

Le indagini hanno infatti permesso di accertare che:

  • quattro titolari di onoranze funebri, disgiuntamente tra loro, elargivano somme di denaro in favore di alcuni dipendenti (uno di questi colpito da misura in carcere) dell’obitorio dell’ospedale di Saronno al fine di orientare i parenti dei defunti alla scelta dell’impresa cui affidare il servizio funebre, ottenere informazioni, effettuare trattamenti di vestizione e tanatocosmesi sulle salme quando non previsto, ostentare le salme ai congiunti anche quando queste risultavano positive al Covid-19, in violazione delle norme anti-contagio.
  • due medici di base operanti all’interno dello stesso ambulatorio accreditato ASST, rilasciavano false attestazioni di malattia a dipendenti pubblici e privati che ottenevano così indebite percezioni per assenza dal lavoro;
  • un’addetta all’obitorio dell’ospedale di Saronno (destinataria della misura degli aa.dd.), durante i periodi di assenza dal lavoro per malattia – falsamente attestata dai due medici di cui sopra – prestava la propria opera lavorativa come impiegata presso l’ambulatorio dei medesimi sanitari;
  • due soggetti entrambi dipendenti dell’Obitorio dell’Ospedale di Saronno si impossessavano di materiale sanitario e di pulizia di proprietà dell’ospedale di Saronno per poi cederli a terzi.
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