Scandalo forno crematorio Biella: si sale a circa 400 denunce
Il Codacons: "Tutti i querelanti potranno prendere parte all'eventuale processo per ottenere, in caso di condanna, il risarcimento".
Forno crematorio Biella: salgono a 400 le denunce contro i gestori accusati di “una lugubre catena di montaggio della morte ai fini di lucro”, come ha definito il caso il procuratore capo della Repubblica di Biella, Teresa Angela Camelio. Un caso che sta toccando da vicino anche tanti comaschi che, non essendo funzionante il tempio crematorio di Como, si erano rivolti a Biella per la procedura.
A seguito delle indagini, il titolare della società Socrebi, a cui era affidata la gestione del forno di Biella, Alessandro Ravetti e un dipendente, Claudio Feletti sono accusati infatti di distruzione e soppressione di cadavere e violazione di sepolcro. Solo a Ravetti viene contestata anche l’istigazione alla corruzione per aver dato dei soldi a un dipendente pubblico per fargli smaltire ceneri e resti di corpi come rifiuti.
Scandalo forno crematorio Biella: entro il 26 gennaio la presentazione delle denunce
E' fissato per il 26 gennaio il termine ultimo per la presentazione delle denunce relative al caso. Finora ne sono state presentate 250 ma entro la scadenza ne verranno consegnate almeno altre 150. "Tutti i querelanti potranno prendere parte all'eventuale processo per ottenere, in caso di condanna, il risarcimento del danno patrimoniale e morale, a prescindere dall'eventuale e ulteriore test del DNA che, verrà effettuato su autorizzazione degli interessati, previa ispezione delle urne ed esame delle ceneri. L’esame verrà condotto dal team di specialisti incaricati presso il laboratorio scientifico” fa sapere il Codacons, che sta raccogliendo le denunce, in una nota stampa.
Per ulteriori informazioni scandalocremazionibiella.wordpress.com