Lavorava a Cantù

Simone Mattarelli non si sarebbe suicidato: familiari e criminologa vogliono la riapertura delle indagini

La richiesta avanzata dalla famiglia del 28enne di Birago trovato impiccato in una ditta a Origgio il 3 gennaio 2021 dopo un lungo inseguimento da parte dei Carabinieri

Simone Mattarelli non si sarebbe suicidato: familiari e criminologa vogliono la riapertura delle indagini
Pubblicato:

Un caso non ancora chiuso: Simone Mattarelli non si sarebbe suicidato secondo la criminologa Roberta Bruzzone e i familiari del ragazzo 28enne di Birago, frazione di Lentate, che lavorava come gommista a Cantù e che il 3 gennaio 2021 era stato trovato impiccato all’interno di un’azienda a Origgio dopo che nella notte non si era fermato all’alt dei Carabinieri.

Simone Mattarelli non si sarebbe suicidato: familiari e criminologa vogliono la riapertura delle indagini

Quella notte, dopo non essersi fermato all'alt delle Forze dell'Ordine, era partito l'inseguimento, attraverso più Comuni, con diverse pattuglie che cercavano di fermare la corsa del ragazzo. L'inseguimento, però, non si era concluso nel più classico dei modi, ma con il ritrovamento di Simone privo di vita nella ditta di Origgio, nel Varesotto, impiccato con la cintura a un macchinario. Un gesto estremo, mai accettato dalla mamma, Maria Formisano, dal papà Luca Mattarelli e dal fratello minore Matteo, i quali sin da subito avevano richiesto di svolgere degli approfondimenti e di far luce su una vicenda con tanti punti da chiarire. La Procura di Busto Arsizio aveva aperto un fascicolo contro ignoti per istigazione al suicidio, ma al termine degli accertamenti, nell’aprile 2021, aveva chiesto l’archiviazione del caso, arrivando alla conclusione che il 28enne si era tolto la vita, non avendo ravvisato segnali sull’eventuale coinvolgimento di terzi nella morte.

Dopo un primo tentativo di riaprire il caso non andato a buon fine i familiari non si sono dati per vinti e hanno arruolato la nota criminologa Roberta Bruzzone, che dopo aver effettuato gli approfondimenti del caso, mercoledì pomeriggio ha convocato una conferenza stampa con i giornalisti per illustrare gli elementi che a suo parere necessitano di essere approfonditi.

"Mancano tracce ematiche sulla cintura e ci sono incongruenze sull'orario del ritrovamento"

La criminologa ha osservato come ci siano delle mancanze investigative da parte degli inquirenti, ha evidenziato il ritardo nell’avvio delle indagini e la mancata acquisizione di tutti i filmati delle telecamere dell’azienda in cui è stato trovato il corpo di Simone. Altre osservazioni riguardano la modalità dell'impiccamento: con il serraggio sulla parte anteriore del collo (e non posteriore come riportato negli atti), la compressione della mandibola, le lesioni sulla schiena (compatibili con un’azione di pressione contro il macchinario), ma soprattutto l’assenza di tracce ematiche sulla cintura che il ragazzo avrebbe usato per togliersi la vita, considerando che aveva una ferita alla mano. A non convincere la criminologa anche l’orario del ritrovamento del corpo, che ufficialmente è avvenuto alle 15.45, "anche se dai filmati risulta che già alle 14.22 qualcuno si è introdotto nel capannone, per poi uscire". Tutti indizi che hanno scaturito la richiesta di riesumare la salma del 28enne per approfondimenti medico-legali e la riapertura delle indagini.

Seguici sui nostri canali