Sovraffollamento e violenza nel carcere Bassone. La Cisl: "Servono interventi urgenti"
Domenica 30 giugno un detenuto ha sferrato un pugno al volto di un agente di Polizia Penitenziaria.
Malgrado sia già più pieno rispetto alla sua capienza massima, alla Casa Circondariale di Como il numero dei detenuti cresce ancora rispetto allo scorso anno. La capienza della struttura alla periferia di Como, aperta nel 1983, è di 231 persone ma i detenuti al 31 luglio 2018 erano 454. I dati aggiornati al 3 giugno 2019 parlano di 465 detenuti, 419 uomini e 44 donne, a fronte di 173 uomini e 18 donne della Polizia penitenziaria che prestano servizio al Bassone.
IL TRAGICO CASO DEL CARCERE BASSONE DI COMO
Carcere Bassone: domenica scorsa una nuova aggressione
A denunciare questa situazione al limite è la Cisl Comparto Sicurezza. "Il numero dei detenuti è ormai al tracollo, a fronte di un numero di agenti inferiore al previsto. Quasi il 70% dei detenuti presenti nel carcere comasco è di nazionalità straniera e presenta diversi problemi, tutti di difficile soluzione, a causa anche della difficoltà di contatto con i paesi di origine, che genera nervosismi i quali spesso degenerano in atti di autolesionismo o in aggressioni ai danni del personale di Polizia Penitenziaria che, all’interno del carcere, non ha alcun mezzo di difesa" sottolinea in una nota stampa il Segretario Territoriale CISL FNS dei Laghi Giovanni Savignano.
"Di fronte ad attacchi da parte di detenuti con manici di scopa, gambe di tavolo ed altre suppellettili gli agenti possono soltanto ripararsi dai colpi e sperare che i danni subiti non siano permanenti; inoltre, agli atti di aggressione rivolte al personale di Polizia Penitenziaria l’Amministrazione risponde con blande punizioni di 'pseudo-isolamento' - continua Savignano - Presso la sezione Infermeria, si denuncia la presenza di diversi soggetti extracomunitari con problemi psichiatrici che, giornalmente, creano problemi al personale di vigilanza, ai medici e agli infermieri che prestano la loro opera all’interno del Reparto. Questi oltre ad arrecare problemi al personale civile e militare, creano disagi anche agli altri detenuti, costretti a condividere con loro la carcerazione".
Quindi il Segretario Cisl rende noto un recente episodio. "Proprio uno di questi detenuti, domenica 30 giugno ha sferrato un pugno al volto di un agente di servizio di vigilanza in sezione solo perché responsabile di aver chiesto il rispetto delle regole. L’agente aggredito è dovuto ricorrere alle cure dei sanitari del nosocomio cittadino, da cui veniva dimesso con una prognosi di 10 giorni".
L'appello
Quindi l'appello della sigla sindacale: "La FNS CISL, stanca di questa situazione, chiede interventi urgenti da parte degli Organi competenti affinché vengano assunti urgenti e risolutivi problemi nei confronti di quei detenuti che si rendono responsabili di aggressioni ai danni degli operatori penitenziari. Una circolare di ultima emanazione, a firma del Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, prescrive che i detenuti che si fossero resi responsabili di atti di aggressione ai danni del personale sarebbero stati trasferiti con urgenza in altre strutture fuori Regione".
Non sempre però va in questo modo. "Dobbiamo denunciare che quanto affermato sulla carta non trova riscontro nella realtà: basti pensare che da pochi giorni è stato trasferito a Como un detenuto di nazionalità egiziana resosi responsabile, oltre che di atti di aggressione e danneggiamenti vari, anche dell’aggressione del Comandante dell’Istituto in cui era ristretto. Quest’ultimo episodio evidenzia come queste persone non abbiano nulla da perdere e non riconoscono l’Autorità in coloro che indossano un’uniforme all’interno delle carceri Italiane" ha concluso la nota stampa.
Gli episodi di violenza infatti nella struttura sono ormai cronici. QUI TUTTI I DETTAGLI