Spaccata alla slot nel 2014: incastrato grazie al Dna
Era il 21 febbraio 2014, quando alle 3.30 del mattino, è stato commesso un furto aggravato, spaccando le vetrate della struttura
Aveva commesso una spaccata alla slot di via Como, a Mariano Comense, nel 2014. Dieci anni dopo è stato incastrato dal Dna.
Spaccata alla slot: l'episodio
Era il 21 febbraio 2014, quando alle 3.30 del mattino, è stato commesso un furto aggravato, spaccando le vetrate della struttura. I Carabinieri di Mariano intervenuti sul posto, hanno repertato le tracce ematiche che sono poi state trasmesse al Ris di Parma per l’estrapolazione del profilo genetico. Per 10 anni non ci sono stati riscontro e l'identità del furfante è rimasta celata.
La svolta
Probabilmente, dopo così tanto tempo, pensava di essere riuscito a farla franca. E invece, lo scorso 20 febbraio è arrivata la svolta. Le analisi fatte nel 2014 hanno finalmente trovato riscontro positivo con il Dna dell'indagato, arrestato per un furto e quindi sottoposto al prelievo. I militari della Tenenza di Mariano Comense al termine degli accertamenti, hanno denunciato in stato di libertà per furto aggravato un albanese 31enne pregiudicato.
La spiegazione
I campioni biologici contengono il Dna, che per fini di identificazione personale rappresentano il più efficace e poderoso strumento in ambito penale per la risoluzione di crimini, soprattutto nei casi, tutt’altro che infrequenti, in cui le indagini di polizia giudiziaria non abbiano consentito di individuare possibili sospettati. In tali circostanze un contributo determinante e spesso risolutivo viene dalla “Banca Dati Nazionale del DNA” e dal Laboratorio Centrale per la Banca Dati Nazionale del Dna.
La “Banca Dati Nazionale del Dna” italiana è un archivio elettronico centralizzato di profili genetici che contiene i profili genetici “ignoti”, ottenuti dalle analisi del Dna depositato sulle scene del crimine, ed i profili genetici “noti”, ottenuti dalle analisi del DNA di campioni biologici prelevati da persone fisiche. I profili genetici “ignoti” e "noti", sono tra loro confrontati al fine di individuare eventuali corrispondenze.
Il Laboratorio Centrale alimenta in via esclusiva la bdn-dna con profili genetici “noti”, mentre i Reparti Investigazioni Scientifiche (RIS) dei Carabinieri e la Polizia Scientifica, inseriscono in banca dati i profili genetici “ignoti” estrapolati dalle tracce biologiche rilevate sulle scene dei crimini. I profili genetici ottenuti vengono riversati nella banca dati mediante il Sotfware Codis (Combined DNA Index System).