Spaccatura in maggioranza, Lurate Caccivio perde pezzi
Serena Arrighi ha lasciato il gruppo "Vivere".

Clamorosa spaccatura in maggioranza: il consigliere Serena Arrighi lascia il gruppo "Vivere Lurate Caccivio".
Spaccatura in maggioranza a sei mesi dalle Elezioni
Un Consiglio comunale teso ieri sera in largo Caduti per la pace. All'ordine del giorno l'adozione della variante al Piano di governo del territorio che ha suscitato non poca polemica. Non tanto per l'opposizione delle due minoranze presenti, quanto per il voto contrario del consigliere con delega alla Famiglia Serena Arrighi. Voto contrario prima e uscita dal gruppo di maggioranza poi, a seguito del voto che ha portato all'adozione dello strumento urbanistico. Al centro di tutto alcuni elementi contenuti nel Piano, come la possibilità per gli agricoltori di ampliare le strutture agricole esistenti.
Le dichiarazioni del consigliere
"Chiedo alla segretaria di prendere atto della mia uscita dal gruppo Vivere Lurate Caccivio". Un vero e proprio terremoto. Un fulmine a ciel sereno che nessuno si aspettava. Con queste parole Arrighi ha tracciato una linea di demarcazione netta tra il passato e il futuro. Tra quanto fatto fino a ora e gli scenari che andranno a comporre la corsa verso le prossime Elezioni comunali. "Resterò a svolgere il ruolo di consigliere comunale indipendente, fuori dal gruppo originario. Resto in Consiglio con spirito di collaborazione laddove la collaborazione sarà richiesta e voluta e con opposizione dove gli eventi politici lo renderanno necessario. La scelta di uscire dalla maggioranza è difficile e sofferta ma necessaria in spirito di coerenza con il programma elettorale che ritenevo di aver condiviso. E' una scelta necessaria nel rispetto delle mie convinzioni politiche ma che, prendo atto, sono differenti da quelle sostenute dal gruppo di maggioranza". Rottura insanabile, in poche parole. "La mia permanenza nella maggioranza non ha senso. Prendo atto delle idee diverse sulla gestione del territorio e sull'ambiente ma anche sulla solidarietà: penso quando ho votato contro alla questione dell'accattonaggio. Mi sono trovata davanti un bivio in questi ultimi mesi: dopo quattro anni e mezzo la mia mediazione politica non è più possibile".
Visioni politiche distanti
"Questa ennesima divergenza giunge su un tema determinante e non sul colore delle strisce pedonali. Una divergenza che non mi consente ulteriori condivisioni", ha proseguito Arrighi. "Mi sono sentita dare della radicale, non lo sono mai stata. Non per questo non sono combattiva, decisa o risoluta. Non chiedetemi di stare in silenzio davanti alle cose che sento ingiuste per il solo spirito di fare gruppo fine a se stesso. Sono qui, votata da alcuni, che mi hanno scelta forse più di altri perché hanno pensato che dovessi portare avanti delle idee. E oggi mi sento di dover prendere questa decisione per spirito di coerenza". Poi un'ulteriore stoccata. "Non accetto di sentire proclami sull'ambiente o sulla tutela del piccolo commercio e poi vedere azioni e il passaggio di norme che vanno in senso contrario". Arrighi sottolinea, infine, la mancata condivisione di idee. "Mi aspettavo dal gruppo dialogo e condivisione di idee: quando in sede di maggioranza ho espresso la naturale conseguenza del mio voto contrario al Pgt, dicendo: attenzione, questo è uno stacco politico, mi aspettavo da qualche consigliere, dal mio sindaco, dal mio capogruppo una riflessione politica differente e profonda. Ma la riunione si è conclusa con la presa d'atto del dissenso. E nulla, il silenzio. Non si è capito che non si può, sul Pgt, arrivare a queste divisioni. O forse io non sono così importante e quindi è giusto che la mia maggioranza governi senza dissenso interno".