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Successori Cattaneo, futuro in bilico

I lavoratori, in cassa da novembre, percepiscono regolarmente gli stipendi.

Successori Cattaneo, futuro in bilico
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Futuro in bilico per la Successori Cattaneo, azienda storica di Albese con Cassano. I lavoratori, in cassa da novembre, percepiscono regolarmente gli stipendi.

Futuro in bilico

Successori Cattaneo: il futuro della storica azienda, che si occupa di produzione di tessuti greggi di seta e la cui attività è iniziata nel 1892, sembra essere in bilico. La ditta, che mise le basi ad Albese con Cassano nel 1953, quando fu acquistata l’attuale sede, è chiusa dalla fine del 2024. Tra novembre e dicembre i lavoratori sono stati convocati per una richiesta di cassa integrazione ordinaria: adesso invece si è giunti a una richiesta di concordato semplificato. A spiegare la situazione è Dario Cerliani, sindacalista della Filctem (categoria lavoratori chimici, tessili, energia e del manufatturiero) della Cgil Como.

"Tra novembre e dicembre siamo stati convocati per questa richiesta di cassa ordinaria: è stata presentata una flessione di ordini ed è stato detto che si trattava di una questione temporanea. Così però non è stato. La cassa integrazione doveva terminare a gennaio, ma è stata fatta poi una nuova richiesta e da dopo Natale i lavoratori sono al 100 per cento in cassa integrazione - afferma il sindacalista - L’azienda stava cercando acquirenti, ma questo non è mai stato comunicato. Le trattative, poi, non sono andate a buon fine e a fine marzo abbiamo saputo dell’intenzione di procedere con il concordato semplificato. Ora siamo in attesa di sviluppi di questa situazione".

Preoccupazione tra i lavoratori

Al concordato semplificato infatti può accedere l’imprenditore in difficoltà solo dopo essersi avvalso dell’istituto della composizione negoziata qualora le trattative non abbiano portato ad altre soluzioni per il superamento delle condizioni di squilibrio in cui si trova l’impresa. Un passo che fa trasparire come il destino della ditta sia attualmente in bilico. Intanto tra i lavoratori serpeggia la preoccupazione. Sono all’incirca una trentina le persone che lavorano per l’azienda tessile con sede in paese.

"I lavoratori, come è immaginabile, sono stati presi in contropiede. Al momento c’è chi è in cassa, ma c’è anche chi sta sfruttando le giornate di ferie arretrate - sottolinea Cerliani - L’azienda aveva dato delle rassicurazioni, ma così non è stato". Gli stipendi sarebbero stati pagati con regolarità. "Nessuno dei lavoratori, attualmente, avrebbe degli arretrati da incassare", ha aggiunto poi Cerliani.

Problema Naspi

Al momento, però, un’altra preoccupazione è legata alla Naspi (Nuova Assicurazione Sociale per l'Impiego), indennità mensile di disoccupazione.

"Non essendoci arretrati, i lavoratori non possono licenziarsi per giusta causa e allo stesso modo, dal 1 gennaio, è necessario aver maturato almeno 13 settimane di contribuzione (circa 3 mesi) nel nuovo impiego per poter accedere all'indennità di disoccupazione - sottolinea poi il sindacalista - Per cui i lavoratori non possono chiedere la Naspi".

La situazione resta dunque in bilico, in attesa dei prossimi sviluppi.

"Siamo in contatto anche con Confindustria - afferma Cerliani - Adesso, come detto, siamo in attesa di questo sviluppo di concordato, anche se non sappiamo quali siano le motivazioni che possono portare alla chiusura definitiva".

Nel frattempo abbiamo provato a contattare l’azienda per avere spiegazioni a riguardo, ma al momento senza successo.

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