Voglio però ricordarti com'eri

Tamba, uno di noi. Il ricordo commosso del Don Guanella: "Dal Gambia a Como, la scuola, il lavoro e quel tuffo maledetto"

Il responsabile del centro di accoglienza che in questi anni lo ha aiuto racconta la storia di un ragazzo arrivato da lontano con un bagaglio di soli sogni.

Tamba, uno di noi. Il ricordo commosso del Don Guanella: "Dal Gambia a Como, la scuola, il lavoro e quel tuffo maledetto"
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Lo scorso 31 luglio una tragedia ha sconvolto molte persone: un tuffo nel lago a Faggeto Lario ha spezzato per sempre la vita del giovane Tamba, arrivato in Italia per un futuro migliore. Una vita, seppur troppo breve, che merita di essere raccontata e ricordata. A farlo, con delicatezza ed emozione, è Simone Massa Pinto, responsabile dei profughi al centro di accoglienza della casa don Guanella di Como.

Il ricordo commosso del Don Guanella

Il 31 luglio alle ore 17.30 circa si spegne uno dei nostri ragazzi, ospite presso il centro di accoglienza della casa don Guanella di Como. Se ne va un ragazzo di 20 anni. All'improvviso, in pochi secondi! Per un banale bagno al lago. Lascia un vuoto enorme. Una tragedia che ci lacera, è inspiegabile.

Tamba era un ragazzo gambiano approdato presso di noi il 18 aprile 2017. Era nato il 20 ottobre 1999 ed apparteneva ad una famiglia del gruppo etnico mandingo composto da padre, madre, 3 fratelli ed una sorella. Un pescatore che lascia la sua terra dopo un banale litigio con un coetaneo che si tramuta in una reale minaccia di morte da parte dei familiari di quest’ultimo. Nel suo viaggio attraversa, uno dopo l’altro, Senegal, Mali, Burkina Faso, Niger e Libia finché arriva in Sicilia, il 23 marzo 2017, ancora minorenne.

Milano è la successiva tappa in territorio italiano e da qui a Como il passo è breve. Un esodo come quello di tanti ragazzi stranieri arrivati in Italia. Rifletto su questo ragazzo che lascia la sua terra e la sua famiglia, attraversa il deserto e resiste alla Libia.. Quanto il rischio di perdere la vita fosse stato percepito da Tamba in questa traversata, penso che sia inimmaginabile; il rischio era diventato compagno di viaggio! Per questo motivo ha affrontato la sua vita qui in Italia a testa alta sempre con il sorriso.

Ricordo, ancora più intensamente in questo momento di tristezza, il giorno in cui sono venuto a prenderti in Questura, occhi vivi e sorriso stampato in faccia. A cena ti sei presentato ancora con il braccialetto rosso al polso che ti hanno messo in Sicilia allo sbarco. Uno dei ragazzi presenti, ti ha ripreso duramente dicendoti “Toglilo, è fatta, qui non serve. Sei arrivato!”.

L’inserimento di Tamba nel gruppo è positivo. La mole fisica fa concentrare l’attenzione sulla statura piuttosto imponente e sulla muscolatura nerboruta, lasciando intendere che sia meglio stare alla larga da un soggetto così perché in caso di arrabbiatura si potrebbe avere la peggio. In verità Tamba è buono d’animo e pronto ad aderire alle proposte educative che gli vengono rivolte.

Il primo impegno che Tamba affronta è l’andare a scuola: è consapevole che per entrare attraverso la porta di una nuova cultura bisogna essere in possesso delle chiavi, costituite dalla lingua; è convinto quindi dell’importanza di apprendere la nostra lingua e per questo motivo frequenta presso il Cpia di Como il corso di italiano, non senza fatiche dal momento che non ha avuto fino a quel momento una vera e propria scolarizzazione.

Entra a far parte della neonata squadra di calcio, iscritta al campionato C.S.I. Il mister lo sceglie come portiere, vista la sua altezza e la supposta facilità nel coprire la porta. Di gol, a dire il vero, ne prenderà, ma sarà davvero difficile arrabbiarsi con lui perché anche nell’attività sportiva dà il meglio di sé. Alla fine ne sarò il capitano e l'attaccante e in alcune partite ha preso botte e insulti gratuiti, ma sempre a testa alta.

Prende parte ad un corso di formazione nel settore alberghiero e con quest’ultimo otterrà un contratto a chiamata presso il Lido di Faggeto Lario nell’estate del 2019, con la mansione di cameriere al bar. Non sono passate inosservate le sue doti di laboriosità e di disponibilità, caratteristiche che gli varranno non solo l’amicizia di tutta la cerchia di colleghi, adulti e coetanei, che lo stimano, ma anche una seconda chiamata lavorativa in quest’estate ancora in corso.

Ed è proprio in questo contesto che avviene la tragedia. Come soleva spesso fare alla fine della giornata lavorativa si porta in acqua a fare il bagno, ma nel pomeriggio dello scorso 31 luglio non riemergerà più. I soccorsi, per quanto tempestivi, risultano vani. Un'ondata di sgomento e di commozione raggiunge tutti quelli che lo hanno conosciuto, aprendo tante domande che umanamente restano inevase. Indipendentemente dai credo religiosi che ciascuno di noi professa, non resta altro che affidarlo alla tenerezza di quell’unico Dio, in cui anche lui, da buon musulmano, credeva.

Vorrei sapere a che cosa è servito vivere, amare, soffrire,
Spendere tutti i tuoi giorni passati se così presto hai dovuto partire
Voglio però ricordarti com'eri, pensare che ancora vivi,
Voglio pensare che ancora mi ascolti e che come allora sorridi.
Ci mancherai Tamba.

Simone Massa Pinto

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