Era originario di Canzo

Tantissimi fedeli al funerale di don Costantino Prina

Il rito è stato celebrato dall'arcivescovo Mario Delpini e dal decano di Merate e parroco di Montevecchia don Fabio Biancaniello.

Tantissimi fedeli al funerale di don Costantino Prina
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Sono stati tantissimi i fedeli che hanno partecipato alle esequie di don Costantino Prina (il parroco di Osnago scomparso il 7 ottobre) tenutesi nella mattinata di oggi (sabato 9 ottobre) presso il cortile dell'oratorio di Osnago. Oltre alle centinaia di persone era presente anche l'Amministrazione del paese. Era originario di Canzo.

Don Costantino Prina: tantissimi fedeli al funerale

Il rito è stato celebrato dall'arcivescovo Mario Delpini e dal decano di Merate e parroco di Montevecchia don Fabio Biancaniello.

In apertura della cerimonia, in particolare, sono state lette due lettere: una del Cardinal Ravasi e una del Cardinale Angelo Scola. Quest'ultimo l'ha  conosciuto bene quando don Costantino era parroco a Malgrate.

L'omelia di Delpini

"Un prete è un uomo che risponde alla chiamata del signore, in sostanza fa una cosa sola, preparare la Pasqua cioè servire la gente affinché entri nel mistero della morte di Gesù e della resurrezione - ha spiegato l'arcivescovo Mario Delpini durante  l'omelia -  "Deve curare l'oratorio, i malati, la parrocchia, la sua gestione, ma il fine ultimo è che la gente" faccia Pasqua". Il prete fa una cosa sola, è a servizio della conciliazione dei peccatori. A volte gli capita di sentirsi inadeguato e incapace. Sono qui perché sono stato mandato, ma qualcuno ha bisogno di me? Sembra che non ci sia più peccato e che gli uomini non capiscano che la radice del peccato è allontanarsi da dio, si chiede. A volte crede di aver fallito, come se la gente non desiderasse il perdono. Il prete è uno che offre qualcosa che a molti non serve".

Delpini: "Tutti noi abbiamo un ricordo di don Costa"

"Per consolarsi contempla il compimento della missione di Gesù, guarda il crocifisso. Questa è la strada, fare del bene a tutti, a costo di ricevere percosse, a costo di raccogliere indifferenza. Gesù ha fatto della sua vita e anche della sua morte un dono d'amore e questa è la stessa strada di un prete - ha proseguito Delpini - Tutti abbiamo un ricordo, un legame d'affetto o una confidenza che ci lega a don Costa, ma si può dire semplicemente che è stato un prete, ha offerto la Pasqua, ha perdonato peccati, ha fatto della sua vita e della sua morte un dono d'amore. Ha portato a compimento quella missione che a volte gli sembrava incompiuta. Questo è stato il suo messaggio, il messaggio di un prete".

L'intervento del sindaco Paolo Brivio

Successivamente, il sindaco Paolo Brivio ha preso la parola e ha ringraziato tutti coloro che sono stati vicini a don Costantino: "Era il 28 maggio 2016, ero andato a incontrarlo in ospedale dopo l'aggressione che aveva subito in canonica. Il giorno prima papà Francesco aveva detto" Cristo si è spezzato per noi e ci chiede di spezzarci per gli altri". Gli disse che aveva colto l'invito, uscito dall'ospedale mai si era lasciato andare a risentimento a rimprovero a chi quasi lo aveva strangolato. Nemmeno aveva usato parole di retorico perdono, ma tornato a casa aveva ripreso le sue attività di aiuto e accoglienza. Se uno sa spezzarsi nei momenti significativi della vita è perché ha spezzato la propria vita a servizio di tutti, della comunità ma anche degli sconosciuti che bussavano alla sua porta. Osnago ha debito di gratitudine nei confronti di don Costa".

La lettera della scuola dell'infanzia

Molto toccante anche la lettera del personale dell'asilo del paese: "La dolcezza che riservavi ai bambini ha donato affetto gratuito. Sei stato un dono per tutti noi e sentiamo già la tua mancanza, ha letto una maestra"

Gli interventi dei volontari dell'oratorio

Anche un'animatrice ed ex-chierichetta dell'oratorio si è unita all'omaggio nei confronti di don Costantino: " Per noi sei stato sempre il don, ti sei preso cura di noi fino all'ultimo. Vogliamo ricordare le tue mani attente e operose, che ci hanno dato il battesimo e la comunione, mani che hanno teso per aiutare, mani che ci hanno dato carezze. La tua bocca, con cui ci salutavi, dicevi il rosario, ci rimproverava, bocca che ci ha chiesto scusa, grazie, bravi. I tuoi occhi, quelli di chi sa che Gesù è la nostra casa. Il tuo cuore, quello che ci ha voluto bene come una famiglia. Grazie per averci amato. I giovani e gli adolescenti"

Un'altra volontaria si è unita al cordoglio: Se dovessimo scegliere tre parole per ricordarti: fede, speranza e carità, hai sempre saputo orientarci all'essenzialità della fede. A volte non ti abbiamo compreso, ma tu ci hai sempre spronato a non adagiarci sul noto. La carità è stata per te la vera dimensione della fede e della vita".

La lettera firmata da tutta la comunità e dal consiglio pastorale

Verso la fine del rito è stata letta una lettera firmata da tutta la comunità e dal consiglio pastorale: "Quando muore un maestro si muore un po' anche noi. Tu sei per noi un seme che muore e porta frutto, noi continueremo a fiore per te per sempre"

Il trasferimento al cimitero

Al termine della cerimonia la salma di don Costantino è stata portata al cimitero di Osnago, dove riposerà nella tomba dedicata ai preti. Il religioso, prima di spegnersi, aveva richiesto di essere seppellito proprio nel paese in cui era attivo.

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