Pandemia

Tasso di incidenza nel Comasco, Ats Insubria: "Discesa non ancora evidente"

"Il numero dei nuovi positivi di quest'anno rispetto allo scorso anno, è nettamente di più. Calano però le ospedalizzazioni".

Tasso di incidenza nel Comasco, Ats Insubria: "Discesa non ancora evidente"
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Ats Insubria fa il punto sulla situazione pandemica nei territorio di Como e Varese, attraverso le parole del direttore sanitario Giuseppe Catanoso.

Tasso di incidenza nel Comasco, Ats Insubria: "La piena discesa non ancora evidente"

"Nelle quattro settimane precedenti abbiamo registrato circa 15mila nuovi positivi, poi un raddoppio nella settimana successiva, quasi 40mila tra il 6 e il 12 gennaio, ora una buona notizia: il numero dei positivi nell'ultima settimana si è ridotto". Questo nonostante un aumento nell'ultima settimana del numero di tamponi, per questo Catanoso ha parlato di un "moderato ottimismo".

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"Dobbiamo dire che la variante Omicron è molto più contagiosa e il potenziale di fuoco del fare tamponi è aumentato in maniera notevole. Le ospedalizzazioni però sono molto minori rispetto al dato dello scorso anno. Questo sicuramente deriva dalle vaccinazioni e dal fatto che la variante Omicron pare meno aggressiva, ma andiamo comunque cauti perché i no vax finiscono in ospedale o in rianimazione molto spesso. Questo è un dato oggettivo che deve far riflettere chi non si è vaccinato, fanno ancora in tempo a farlo. Per quanto riguarda l'Rdt c'è stata una riduzione dell'espansione del contagio che è diventato un fatto concreto nel nostro territorio".

Sui tassi di incidenza, il Comasco sta facendo ancora un po' fatica: "Sette laghi è in netta discesa, così come l'ambito della Valle Olona, un po' titubante il distretto lariano dove i dati sono inferiori rispetto agli altri due ma ancora la piena discesa non si è evidenziata".

Per quanto riguarda i positivi per fascia di età, attenzione ai bambini sotto i 12 anni: "C'è stato un aumento nel periodo dal 9 al 15 gennaio e ancora di più dal 16 in avanti. E' evidente come ci sia una sofferenza nell'ambito scuole, dove i casi e gli operatori in quarantena non sono pochi". Mentre sulle vaccinazioni, sulla prima dose ai bambini tra i 5 e gli 11 anni: "Notiamo una riduzione rispetto al mese precedente quando siamo partiti. E' fisiologico e legato anche a un aumento dei casi in quella fascia d'età e alle quarantene che hanno rallentato la possibilità di vaccinarsi per bimbi". Sugli adulti invece: "Dopo l'obbligo per gli over 50 c'è stato un aumento di persone che si sono convinte. In diminuzione invece le terze dosi, anche qui un fattore fisiologico visto che abbiamo bei numero e stiamo completando la somministrazione".

Tornando ancora sulle scuole: "Per i bambini abbiamo visto che, salvo rarissime eccezioni, non ci sono problemi di salute tali da preoccuparci. Un problema però sono le quarantene e la necessità di lasciare i bimbi fuori da scuola. In più le indicazioni che arrivano dal Ministero, sono complesse da far comprendere agli addetti ai lavori e ancora di più per chi non lo è. Il continuo cambiamento di regole rende tutto complicato. Abbiamo fatto incontri con le scuole, dando indicazioni ai referenti e ai dirigenti scolastici per gestire la situazione".

 

 

 

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