Tentata truffa: "Mamma, mi presti i soldi?"
Siamo stati contattati da un uomo che ha finto di essere nostro figlio per poi chiederci 3mila e 500 euro via WhatsApp
Una richiesta di 3mila e 500 euro per aiutare un fantomatico figlio con delle spese urgenti. Martedì mattina in redazione al Giornale di Cantù abbiamo ricevuto un sms sullo smartphone: "Ciao mamma il mio telefono è rotto ho un numero provvisorio. Non posso chiamare. Puoi inviare un messaggio WhatsApp tramite questo numero".
Un maldestro tentativo di truffa
Fiutato l’evidente e maldestro tentativo di truffa, abbiamo deciso di continuare la conversazione via WhatsApp. "Ciao Franci, ho letto il tuo messaggio. Tutto bene?", abbiamo iniziato così a far credere al truffatore che eravamo caduti in pieno nel suo tranello, fingendoci pure decisamente preoccupati. "Il mio microfono non funziona bene - ha continuato il furfante, mettendo in chiaro che non ci sarebbe potuta essere alcuna conversazione a parole - Sei occupata? Voglio chiederti un favore». Pochi minuti dopo, arriva chiara e tonda la richiesta: «Devo effettuare due pagamenti per domani, ma poiché il mio telefono è rotto non riesco ad accedere ai miei file. Fallo per me, ti rispedirò i soldi domani. L’importo è di 3mila e 500 euro".
"Ti spiegherò tutto più tardi"
Una cifra importante per cui chiediamo ulteriori spiegazioni. Spiegazioni che non arrivano ovviamente, tanto che ci dobbiamo accontentare del più classico: "Ti spiegherò tutto più tardi, non preoccuparti". Tentiamo anche di organizzare un incontro, con la scusa di consegnare i soldi in contanti e allertare così le Forze dell’ordine. Ci diciamo disponibili anche a dare i soldi in mani altrui, mettendo quindi il truffatore nelle condizioni di presentarsi al posto del fantomatico figlio.
"Vai in banca a farmi un bonifico"
Il truffatore però non ci casca, probabilmente, immaginiamo leggendo il suo italiano decisamente stentato, perché non sta scrivendo nemmeno dall’Italia. A questo punto, dopo l’ennesimo "ti spiegherò tutto più tardi, non preoccuparti mamma" arriva anche la richiesta definitiva: recarci in banca per effettuare il bonifico. Facciamo un po’ di resistenza sulla cifra, proponendo mille e 500 euro anziché i 3mila e 500 iniziali, poi accettiamo. "Sconto" accettato. Ci arrivano tutti i dati, con tanto di Iban, per poter effettuare il pagamento, intestato a un nome di provenienza rumena. Infine l’ultima accorata richiesta, quella di fare un pagamento istantaneo. Sia mai che il vero figlio possa palesarsi a casa e smascherare l’inganno.
La nostra conversazione si chiude con il contatto bloccato, segnalato su WhastApp e rimasto a bocca asciutta dopo aver accarezzato l’idea di poter incassare il denaro. Lo scopo era quello di mostrare ai lettori il modus operandi dei truffatori che spesso riescono a ingannare in particolare la fascia di popolazione più anziana e meno avvezza all’utilizzo della tecnologia.
Fate attenzione
Il consiglio resta sempre lo stesso: non rispondere mai a e-mail, sms, chiamate o chat da numeri attraverso cui vengono fatte richieste di soldi. Non inviare o comunicare mai codici personali, come quelli per accedere all’home banking.
Arianna Sironi