il ritrovamento archeologico

Tombe e un grande edificio dell'Età del Ferro nel cantiere di Borgovico: in visita il deputato Currò

Currò: "Importante aggiornare la mappa archeologica della città per agevolare le ditte che vogliono lavorare a Como".

Tombe e un grande edificio dell'Età del Ferro nel cantiere di Borgovico: in visita il deputato Currò
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Nel mese di aprile si era diffusa la notizia di alcuni ritrovamenti in un cantiere recentemente partito in via Borgovico a Como. L'azienda infatti aveva in programma di costruire una palazzina ma gli scavi si sono presto fermati perché sono stati ritrovati dei reperti ed era necessario approfondire cosa si nascondesse sotto il terreno. E pare proprio che ci sia qualcosa di interessante.

Tombe e un grande edificio dell'Età del Ferro nel cantiere di Borgovico

Alla vicenda si è presto interessato il deputato comasco del Movimento 5 Stelle Giovanni Currò che ha chiesto di poter entrare a visitare il cantiere dato l'interesse pubblico della scoperta. La visita si è svolta oggi, venerdì 21 maggio 2021, è durata un paio d'ore. Oltre ai responsabili del cantiere, erano presenti anche i referenti della Soprintendenza dei Beni Culturali che stanno seguendo la vicenda.

Da quanto è stato possibile apprendere dopo i primi scavi è stata ritrovata una serie di tombe che potrebbero essere risalenti all'epoca romana. Al di sotto però ci sarebbe dell'altro. Secondo le prime ipotesi, ma gli archeologi sono ancora al lavoro ed è prematuro avere certezze, ci sarebbero le mura di un edificio (presumibilmente una casa) di ampie dimensioni che potrebbe risalire all'Età del Ferro. Un ritrovamento di natura molto simile a quelli già venuti a galla negli anni passati nel Parco Spina Verde e a Rebbio ma molto più grande: potrebbe essere la casa di quel periodo più grande mai ritrovata in provincia di Como.

"Prima di tutto vorrei ringraziare la proprietà che si è resa disponibile a farmi visitare il cantiere - ha commentato il deputato Currò - L'impresa sta affrontando in modo molto serio i lavori. Questa zona infatti era già classificata come potenzialmente archeologica e fin dai primi scavi erano presenti degli archeologi. C'è grande collaborazione tra l'azienda e la Soprintendenza che sta seguendo ogni passo. E' chiaro che nessuno immaginava un ritrovamento di queste dimensioni quindi al momento il cantiere è fermo e stanno lavorando gli archeologi".

"Stanno analizzando la simbologia, stanno datando e documentando ciò che hanno trovato - prosegue il deputato del M5s - L'azienda, in base all'importanza di ciò che verrà ritrovato, si è impegnata a valorizzarlo ma è chiaro che al momento i costi a loro carico stanno lievitando e c'è il rischio che il progetto originario debba essere modificato. A fronte di questo episodio a livello istituzionale sarebbe davvero importante rinnovare la mappa archeologica della città che potrà aiutare in futuro le aziende che voglio investire e lavorare a Como".

Stephanie Barone

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