Il giorno del dolore

Tragedia a Carugo, addio al giovane Domenico. Il don: "La nostra vita legata a un filo fragile"

Nella vettura giovedì sera viaggiava una compagnia di 5 amici di età tra i 17 e 21 anni

Tragedia a Carugo, addio al giovane Domenico. Il don: "La nostra vita legata a un filo fragile"
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E' il giorno del dolore a Carugo. Il paese oggi, lunedì 28 ottobre 2024, ha salutato Domenico Alabastro, 17 anni, morto nello schianto avvenuto a mezzanotte di giovedì sulla Sp40, mentre si trovava in compagnia di altri quattro amici, tutti rimasti feriti. Piena la chiesa di San Bartolomeo che non è riuscita a contenere tutti coloro che hanno partecipato ai funerali.

L'incidente a Carugo

L'auto sulla quale viaggiavano i ragazzi, un'Audi "A3", è uscita di strada all’altezza di una curva ed è andata a impattare contro un albero. Le cause del sinistro sono ancora al vaglio dei Carabinieri della Compagnia di Cantù intervenuti sul posto insieme ai soccorsi e ai Vigili del fuoco. Tra le ipotesi anche l’elevata velocità e il fondo bagnato, che avrebbero fatto perdere il controllo della vettura al conducente. Purtroppo per il giovane, residente da qualche anno ad Arosio, ma cresciuto a Carugo, non c'è stato nulla da fare. Tra le sue passioni, come ha ricordato la famiglia dopo la tragedia, c'erano la Formula uno e il tifo per il Milan. La mattina dopo il tragico incidente sarebbe stato il suo primo giorno di lavoro. "Gli avevo detto di stare a casa, ma non mi ha voluto ascoltare", ha ripetuto il papà Alberto.

Don Paolo: "La nostra vita legata a un filo, che per Domenico si è spezzato"

A prendere parola, durante l'omelia è stato don Paolo Baruffini: "Tutti ci chiediamo in questi giorni come fanno mamma papà e parenti a sopportare un dolore così grande. Proviamo ammirazione per il modo e la dignità in cui state vivendo un dolore più grande di voi. Avete tre forze: vi volete bene, avete nel cuore la fede e siete supportati da tanti amici. Il bene, la fede e l’amicizia vi stanno sorreggendo in questi momenti. Non tutti saremmo capaci di essere bravi come voi. Faccio la mia piccola parte come vostro parroco, perché nel cuore di tutti possa entrare in mezzo a questo dolore, un raggio di luce. Non è facile per me prendere parola, vorrei però essere capace di tenere aperto il vostro cuore. Se mi chiedete perché è avvenuto, non so dirvelo. La morte non ha  spiegazioni, ma mi fido di chi sta sopra di noi, che vede meglio", ha detto.

"Ai bimbi del catechismo dico che abbiamo due vite, non è un gioco di parole, ma è il cuore delle nostra fede. Abbiamo la vita che ci è stata regalata dai genitori, legata a un filo fragile, che per Domenico si è spezzato in modo violentissimo quella sera. E poi abbiamo la vita eterna che troviamo in Dio".

E poi: "Dio la sera in cui è morto Domenico era su quell'auto, è morto anche lui. Ha sofferto, non è stato uno spettatore. A voi ragazzi dico di non scandalizzarvi della morte, dobbiamo temerla, perché dobbiamo far di tutto per custodire la vita, ma non dobbiamo scandalizzarci. Se ci scandalizziamo la morte ci uccide prima, è come andare davanti a nemico e avere paura".

Le condizioni degli altri feriti

Il più grave, appena 18 anni, è ricoverato al San Gerardo dove è stato trasferito in Terapia semi intensiva, la sua prognosi resta riservata. Resta ricoverato anche il giovane che è stato trasportato al Niguarda di Milano, mentre gli altri due, tra cui il ragazzo che era alla guida, stanno bene e sono stati dimessi.

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