Truffa a Como: pagano 650mila euro di gioielli con banconote false

Una maxi truffa ai danni di due cittadini spagnoli.

Truffa a Como: pagano 650mila euro di gioielli con banconote false
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Nella mattinata di oggi, la Polizia di Stato di Como, ha tratto in arresto due persone. Sono accusati di aver commesso una truffa da 600mila euro.

Truffa a Como: pagano 650mila euro di gioielli con banconote false

I due sono destinatari di una misura cautelare della custodia in carcere, per aver commesso una truffa aggravata, meglio conosciuta come rip-deal (affare sporco), ai danni di due cittadini spagnoli. Si tratta di: L. G., classe 65, cittadino italiano, residente a Roma, viveva però in Provincia di Brescia, a Rovato, con precedenti per reati contro il patrimonio e la persona e S. R., classe 1985, cittadino croato, residente a Bergamo, con precedenti di polizia per reati contro il patrimonio e la fede pubblica.

La ricostruzione dell'accaduto

L’indagine ha avuto inizio nell’ottobre 2017, quando, negli uffici di questa Squadra Mobile di Como, si sono presentati, accompagnati da un loro collaboratore, due coniugi spagnoli residenti a Madrid, per denunciare di aver subito una truffa d’ingente valore. Avendo intenzione di vendere alcuni preziosi, si erano recati a Ginevra per farli valutare tramite alcune gioiellerie. Due giorni dopo, mentre si trovavano ancora in Svizzera, sono stati contattati da un loro collaboratore, commerciante di oggetti preziosi, che in precedenza era stato incaricato della vendita dei gioielli. L'uomo a sua volta era stato contattato da un sedicente gioielliere che, dopo aver visionato i gioielli in un annuncio su internet, era interessato all'acquisto e chiedeva di poterli visionare, rendendosi disponibile a incontrare subito i venditori e quindi a raggiungerli in Svizzera. A garanzia aveva inviato una copia del documento e biglietto da visita. Successivamente, l’acquirente aveva spostato l’incontro a Como all'Hotel Metropole Suisse dove, una volta iniziata la trattativa, offriva 650mila euro per l’acquisto dei gioielli.

A questo punto il denunciante è stato accompagnato all'Hotel Sheraton di Como/Tavernola, dove ad attenderlo, c'era un complice dell’acquirente che aveva il compito di fargli verificare e controllare, tramite una macchinetta conta soldi, il denaro contante destinato alla compravendita. Effettuata la verifica, il denaro è stato riposto all’interno di una sacca di tela e racchiuso dentro una valigetta "24 ore". Poco dopo tornavano all’Hotel Metrolope Suisse dove, consegnata la valigetta, è avvenuto lo scambio. Concluso “l’affare”, gli acquirenti si allontanavano, mentre i denuncianti, assieme all’intermediario, dopo aver aperto la valigetta, si accorgevano che all’interno erano riposte solamente delle mazzette di denaro riportante la scritta FAC-SIMILE. Solo in quel momento, percepivano di essere stati vittime di un raggiro.

Gli accertamenti e le indagini

Gli investigatori, ricevuta la denuncia, hanno recuperato immediatamente la documentazione fotografica di tutti i gioielli oggetto della truffa, nonché una copia del biglietto da visita e del documento francese, poi rilevatosi falso, del sedicente gioielliere. Sono così partite una serie di attività tecniche e di accertamenti incrociati che permettevano di scoprire che gli stessi risiedevano rispettivamente a Bergamo e Brescia e, successivamente, di identificarli.

Al fine di ottenere ulteriori conferme, il PM titolare del fascicolo, Dott. Addesso, ha richiesto al collaterale organo giudiziario spagnolo, tramite un ordine d’indagine europeo, di sottoporre le vittime spagnole a un’individuazione fotografica. Gli atti restituiti dalle autorità spagnole confermavano la paternità della truffa a carico dei due soggetti. Il quadro probatorio raccolto è stato così ritenuto sufficiente dal GIP presso il Tribunale Ordinario di Como che, su richiesta della locale Procura, ha emesso un’ordinanza di applicazione della custodia cautelare in carcere.

Ora sono in carcere

L’operazione è scattata stamattina, con la collaborazione delle Squadre Mobili di Brescia e Bergamo. I due sono stati rintracciati nelle loro abitazioni, dove è stata eseguita anche una perquisizione che ha permesso di rinvenire e sequestrare materiale ritenuto pertinente al reato. Tra cui numerose banconote riportanti la dicitura FAC-SIMILE, moneta corrente in euro e sterline per un ammontare di circa 15 mila euro, macchinette conta soldi, gioielli di dubbia provenienza, etc. Terminati gli atti, i predetti sono stati condotti in carcere a disposizione dell’autorità giudiziaria

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