Truffa e autoriciclaggio, arrestati due vertici della Ixellion: avrebbero raggirato gli investitori
I due avrebbero finto che l'azienda sarebbe stata quotata in borsa, vendendo azioni senza valore.
Truffa, abusivismo finanziario e autoriciclabbio. Il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Como, a seguito di una articolata indagine partita dalle denunce di alcuni investitori, ha eseguito oggi, 19 gennaio 2022, i provvedimenti coercitivi (custodia cautelare in carcere ed arresti domiciliari) e i sequestri preventivi emessi dal Giudice per le Indagini preliminari su richiesta della Procura della Repubblica nei confronti di due cittadini italiani domiciliati a Como, componenti, rispettivamente, del board (Consiglio di Amministrazione) e del supervisory board (Comitato di Sorveglianza) della Ixellion, società originariamente di diritto estone ed attualmente con sede in Lussemburgo, nonché componenti del Consiglio di Amministrazione di altre società con sede all’estero.
Truffa e autoriciclaggio, arrestati due vertici della Ixellion: avrebbero raggirato gli investitori
Le due persone sottoposte ad indagini sono accusate in primo luogo di truffa ai danni di numerosi investitori residenti in varie parti d’Italia (alcuni di questi creditori di altra società), perpetrata anche tramite tecniche di comunicazione a distanza (a mezzo di: un sito web dedicato alla IXELLION OU, comunicazioni via mail, pubblicità su giornali finanziari), per avere prospettato che la IXELLION OU fungeva da holding di un gruppo di aziende operanti nel settore dell’innovazione tecnologica e che era prossima la sua quotazione in borsa, ad oggi non verificatasi, indicando, nell’ambito di periodi diversi, varie piazze europee (quali Francoforte, Monaco, Malta, Parigi, Vienna, Lussemburgo); in particolare, mediante la divulgazione a mezzo internet, è stato dato particolare rilievo al principale asset mobiliare detenuto dalla società consistente in filamenti di nickel utilizzati nel settore aeronautico dall’asserito controvalore di oltre 2 miliardi di euro, inducendo, conseguentemente, detti investitori alla sottoscrizione di acquisto delle azioni IXELLION mediante cessione di crediti o acquisto diretto. Tale strumenti finanziari (ceduti in violazione del d.lvo 58/1998) si sono rivelati avere un valore nullo o comunque notevolmente inferiore rispetto al valore attribuito in sede di contrattazione, mentre gli acquirenti sono stati nel tempo invitati a mantenere l’investimento attraverso aggiornamenti periodici - ritenuti inattendibili - sulle procedure adottate per la quotazione in borsa.
C'è però anche l'accusa di abusivismo finanziario, per avere svolto, senza la prescritta autorizzazione, servizi di investimento e – prospettando la prossima quotazione in borsa della società IXELLION (che non risulta avvenuta alla data di emissione dei provvedimenti cautelari) presso varie sedi finanziarie di volta in volta indicate in Monaco, Francoforte, Parigi, Malta, Lussemburgo – promosso, nonché collocato, presso almeno 160 investitori, anche tramite tecniche di comunicazione a distanza (a mezzo apposito sito web della IXELLION, comunicazioni via mail, pubblicità sui giornali finanziari), azioni della società in questione ad un prezzo oscillante tra 0,40 euro ed un euro
ad azione.
Infine c'è l'accusa di autoriciclaggio, anche a mezzo di dispositivi home banking, di parte dei circa 4 milioni di euro erogati dagli investitori delle azioni IXELLION, confluiti su di un conto corrente tedesco intestato ad una società, GUS INVESTMENT, controllante della IXELLION e comunque riconducibile ai due indagati (visto che il componente del comitato di sorveglianza della IXELLION detiene il patrimonio sociale della GUS INVESTMENT mentre il componente del Consiglio di Amministrazione della IXELLION è abilitato ad operare da remoto sul conto corrente tedesco della GUS INVESTMENT) in attività economiche, imprenditoriali, speculative (acquisto di autovetture di grossa cilindrata intestate ad altra società ma sempre riconducibile agli indagati, di metalli pregiati quali nickel ed oro, di materiale hardware, nonché di spettrometri fluorescenti).
Il Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Como è altresì impegnato a dare esecuzione ai sequestri disposti dal Giudice per le indagini preliminari, su richiesta della Procura della Repubblica, concernenti il profitto di tali reati, nell’attuale stato delle indagini preliminari stimato in circa 1.150.000 euro; le somme di denaro e i beni immobili siti in Como nella disponibilità degli indagati e del valore sproporzionato rispetto ai redditi da questi dichiarati, nell’attuale stato delle indagini preliminari stimato in circa 2.250.000 euro; il sito Internet e la “App” informatica, entrambi riconducibili alla società IXELLION OU.