l'iniziativa a bergamo

Un cuore di pullman (fermi) a Leolandia: 86 mezzi da tutta la Lombardia, Como compresa VIDEO

Con la vendita di magliette commemorative hanno raccolto quasi mille euro per l'ospedale di Bergamo.

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Un cuore di pullman (fermi) a Leolandia: 86 mezzi sono arrivati da tutta la Lombardia, Como compresa.

Un cuore di pullman (fermi) a Leolandia: iniziativa solidale

86 pullman gran turismo da 12 metri ieri mattina, 17 novembre 2020, a partire dalle 7.30 del mattino sono arrivati da tutta la Lombardia a Capriate San Gervasio, provincia di Bergamo, nell'immenso parcheggio del parco divertimento di Leolandia. Nell’arco di due ore, sotto un’attenta regia, gli autisti hanno posizionato i loro mezzi in modo tale da formare un immenso cuore che ha raggiunto dimensioni record, occupando quasi l’intero parcheggio: 60 metri di larghezza per oltre 100 metri di lunghezza.

Un’immagine di impatto, per veicolare un messaggio di amore e di speranza che parte dal primo epicentro dell’epidemia e si diffonde idealmente in tutto il Paese. L'iniziativa, patrocinata dalla Provincia di Bergamo e condivisa con Leolandia, è stata organizzata dal bergamasco, titolare di un'azienda di noleggio bus turistici, Mirko Moretti che subito ha coinvolto colleghi da tutta la Lombardia, provincia comasca compresa.

"Sui balconi delle nostre città ci sono tantissime bandiere con il cuore bergamasco - racconta Moretti - Così ho pensato a come potessi partecipare a questa iniziativa con il mio settore e ho pensato a un grande cuore formato con i nostri bus. E i colleghi hanno risposto subito da tutta la Lombardia con grande entusiasmo malgrado le difficoltà economiche che tutto il settore sta vivendo".

L'iniziativa aveva anche un fine solidaristico.

"Avevamo stampato delle magliette commemorative da regalare a tutti gli autisti arrivati a Leolandia per ringraziarli del loro impegno - aggiunge Moretti - Ne abbiamo realizzata qualcuna in più da acquistare con un'offerta libera. Siamo riusciti a raccogliere una piccola cifra, 960 euro, che nei prossimi giorni faremo avere all'ospedale di Bergamo. Quel cuore è il simbolo della nostra vicinanza a tutti coloro che hanno perso qualcuno a causa del virus ma anche il grazie a medici, infermieri e volontari che continuano a essere in prima linea".

“Anche se per motivi diversi – dichiara il Presidente dell’Associazione Parchi Permanenti Italiani e di Leolandia, Giuseppe Ira – tanto il settore dei parchi divertimento quanto quello dei bus turistici sono stati fortemente penalizzati da questa crisi e sono stati spesso dimenticati dalle istituzioni, che non hanno previsto adeguate misure di sostegno e ristoro. Il risultato è che in entrambi i comparti le perdite arrivano all’80% del fatturato. Il nostro messaggio di speranza è quindi rivolto anche a tutti gli imprenditori e ai lavoratori che, dopo anni di impegno e di passione, hanno visto crollare i propri ricavi, con l’augurio che si possa tornare presto alla serenità. Una serenità che dipenderà anche e soprattutto dalle risposte concrete che il Governo saprà dare al sistema produttivo del Paese”.

Le difficoltà del settore

Tra gli 86 pullman turistici approdati nel bergamasco ce n'erano anche 6 comaschi, di diverse aziende del territorio, tra cui 2 del gruppo Discacciati. Si tratta di uno dei settori più fortemente colpiti dalla crisi e in difficoltà per l'assenza di aiuti da parte delle istituzioni.

"Siamo fermi dall'inizio dell'anno - spiega il titolare, Diego Discacciati - Abbiamo lavorato un pochino ad agosto, tra settembre e ottobre abbiamo visto i numeri crescere leggermente, abbiamo perfino pensato di richiamare qualche autista. Poi con il nuovo Dpcm tutto si è bloccato nuovamente. Pensavamo di vedere la luce alla fine del tunnel e invece siamo ripiombati nel buio. Speravamo di poter lavorare supportando con i nostri mezzi e autisti il trasporto pubblico locale e invece nulla è stato fatto in quel senso: a settembre il trasporto pubblico locale era sovraffollato e oggi gli studenti sono a casa. E i nostri autisti, invece di lavorare, sopravvivono con la cassa integrazione e i nostri mezzi sono in garage inutilizzati".

Senza turisti e scuole il settore è drammaticamente fermo. Si tratta infatti di un ambito che lavora grazie al turismo e alle gite scolastiche, attività al momento impossibili. Zero entrate ma molte spese: anche se le costose assicurazioni dei pullman sono in stand-by visto che i mezzi sono fermi, ci sono da pagare i costi fissi e gli interessi sui mutui aperti per gli acquisti dei bus. E l'unica cosa che questo settore chiede è di poter lavorare in qualche modo.

"A noi non è arrivato alcun aiuto statale - spiega Moretti - perché i soldi stanziati dal Governo per il settore sono andati alle aziende del trasporto pubblico locale o ai Comuni, non alle aziende private. Ciò che ci serve oggi, per sopravvivere con un calo del 90% del fatturato in un anno, è liquidità a fondo perduto e un piano per tornare a lavorare".

Stephanie Barone

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