Venus Club chiuso dalla Questura, il titolare non ci sta: "Ingiusto, noi i primi a chiamare le forze dell'ordine"
L'amministratore unico Alberto Fumagalli replica duramente alla chiusura imposta dalle forse dell'ordine al suo locale e annuncia che si muoverà per vie legali
"La Questura di Como cercava una sparata sensazionale e pubblicitaria, di certo non ha pensato all'ordine pubblico". Non ha mezzi termini l'amministratore unico della discoteca "Venus Club" di via Sant'Abbondio 7 a Como, Alberto Fumagalli, a cui ieri sera, mercoledì 7 giugno 2023, le forze dell'ordine hanno notificato la chiusura forzata dell'attività per dieci giorni.
Venus Club chiuso dalla Questura, il titolare non ci sta
Il Questore di Como Leonardo Biagioli ha emesso un provvedimento di sospensione della licenza, ai sensi dell’art. 100 comma 2 del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza, "a seguito dei gravi fatti che si sono verificati al termine della serata del 28 maggio scorso, in cui parecchi giovani, in gran parte ubriachi, all’uscita dalla discoteca si sono riversati in strada, dando origine ad una rissa che ha coinvolto un centinaio di ragazzi, una buona parte dei quali è stata costretta a farsi medicare al pronto soccorso ed uno è stato ricoverato per le lesioni riportate", come si legge nella nota della Questura, sempre secondo la quale, quello del 28 maggio sarebbe stato solo l'ultimo di una scia di episodi di violenza vicino al locale per i quali sono stati chiamati a intervenire gli agenti.
"In prima battuta vorrei sottolineare che utilizzare l'art. 100 del Tulps è estremamente lesivo nei nostri confronti dato che si tratta di una norma di epoca fascista, ideata dal regime solo ed esclusivamente per chiudere luoghi in cui si parlava di dissenso. Una norma anacronistica che oggi non permette, a chi come la nostra società la subisce, alcun tipo di difesa o possibilità di contraddittorio" ha sottolineato Fumagalli, volto notissimo in provincia di Lecco, dove solo pochi giorni fa ha chiuso l'ennesima edizione di successo del Nameless Festival con oltre 90mila presenze. Un evento di musicale ormai diventato un punto di riferimento nazionale e internazionale e senza aver registrato alcun problema di pubblica sicurezza, anche grazie alla collaborazione proattiva con istituzioni e forze dell’ordine.
"Inoltre non c'è stata alcuna rissa che ha coinvolto un centinaio di ragazzi il 28 maggio, si parla al massimo di una decina di giovani. La Questura ha diffuso un dato errato che è lesivo della nostra reputazione e per questo motivo ci faremo sentire anche per vie legali - ha aggiunto Fumagalli - Sempre la Questura ha parlato di una decina di episodi di risse fuori dal locale da ottobre a oggi. Vorrei sottolineare che la nostra discoteca è frequentata da circa 900 ragazzi almeno due volte a settimana e che in ognuno dei pochissimi episodi menzionati siamo stati noi a chiamare le forze dell'ordine a intervenire, a mettere a disposizione le immagini della sorveglianza e a riconoscere soggetti potenzialmente pericolosi da allontanare".
Per Fumagalli quindi, oltre al danno anche la beffa. "Abbiamo rilevato questo locale un anno e mezzo fa e abbiamo cercato, come facciamo in ogni territorio in cui siamo presenti, di collaborare con le istituzioni. Il collaborare con le forze dell'ordine, mi pare di capire, non sia conveniente a Como perché a essere stati chiusi siamo stati noi. Personalmente ho davvero perso la fiducia nelle istituzioni comasche".
Un danno di immagine, oltre che economico. "La tempistica della notifica ci ha lasciati davvero senza parole dato che per questa sera (giovedì 8 giugno 2023, Ndr) era previsto il party dedicato esclusivamente ai minorenni e quindi senza alcol per la fine dell'anno scolastico - va a concludere - Un evento per il quale abbiamo lavorato in prevendita da mesi. Ora saremo chiamati a rimborsare i ragazzi, anche se sarà difficile dato che le scuole hanno chiuso, ma mi domando: se stasera ci saranno decine di ragazzi fuori dal Venus perché non hanno saputo della chiusura, chi risponderà della loro sicurezza?".