Via libera alla legge sui cinghiali e la loro gestione
Nell’aula del Pirellone si è cercato di mettere un freno sull'emergenza relativa ai cinghiali.
Il Consiglio regionale, ieri pomeriggio, ha dato il via libera al progetto di legge sulla “gestione faunistico-venatoria del cinghiale e recupero degli ungulati feriti”.
Approvato il progetto di legge sui cinghiali
Nell’aula del Pirellone si è cercato di mettere un freno sull'emergenza relativa ai cinghiali. "La normativa - ha dichiarato Dario Bianchi, consigliere regionale della Lega Nord - rappresenta un passo in avanti su una problematica che esiste da tempo ma che per la prima volta viene affrontata anche dalla Regione in maniera più incisiva e concreta.” “L’eccessiva presenza di cinghiali in Lombardia - ha proseguito Bianchi – non è causata dai cacciatori ma è dovuta al fatto che nella nostra Regione si è creato l’habitat più congeniale, a seguito dell’abbandono dei campi da parte dei coltivatori. Ritengo poi impensabile prescindere dall’esercizio venatorio per il contenimento dei cinghiali, considerato che i semplici controlli numerici non possono essere effettuati frequentemente anche per la carenza di personale".
"Il testo della legge giunto in aula– continua Bianchi – prevedeva il divieto di foraggiamento: una criticità poi risolta grazie al mio intervento che ha ottenuto l’equiparazione della norma a quella nazionale, che invece lo consente. Il foraggiamento è infatti un metodo spesso indispensabile per chi effettua il prelievo venatorio con carabina da appostamento fisso, ovvero la pratica più efficace nel contenimento del cinghiale".
Il commento di Luca Gaffuri del Gruppo regionale del PD
Favorevole anche il Gruppo regionale del PD. I motivi li spiega Luca Gaffuri, consigliere regionale del Pd: "La ratio di questo progetto di legge non è quella di allargare o favorire la caccia al cinghiale. Le motivazioni sottese al testo di questa norma sono nelle tabelle dei risultati dei danni prodotti da un eccesso di questa popolazione faunistica. Anzi, la Lombardia è probabilmente l’ultima regione a deliberare in questo senso, le altre lo hanno già fatto negli anni precedenti. A noi pare di vedere che la contrapposizione tra caccia e ambiente in questo caso non ci sia proprio, ma sia più una contrapposizione tra città e campagna, città e montagna, tra quelli che vedono questi problemi e coloro che non li vedono. Questa è la prima regione agricola d’Italia, bisogna far convivere in un ecosistema la presenza dell’uomo e il suo lavoro in agricoltura e la fauna che però va contenuta. Dispiace solo che non sia stata fatta una legge organica in cui si normava il contenimento di tutte le specie in soprannumero e dannose per la campagna".