Olgiate Comasco

Viaggio emozionale tra i vini d'eccellenza di Montalcino

Serata culturale ed enologica insieme a Roberto Terzuoli dell'azienda Sasso di Sole.

Viaggio emozionale tra i vini d'eccellenza di Montalcino
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Un viaggio emozionale nel territorio di Montalcino, tra preziose vigne, il tema del rispetto della natura e vini eccezionali.

Viaggio tra le "perle" di Montalcino

La serata enologica e culturale, proposta lo scorso 2 dicembre dalla confraternita Vinalium Regio nella sede dell’associazione "Insieme", a Olgiate Comasco, ha radunato 30 appassionati del settore, dall’Olgiatese e anche dal Canturino. Ospite d’eccezione Roberto Terzuoli, dell’azienda Sasso di Sole di Montalcino, insieme ai giornalisti veronelliani Rocco Lettieri e Roger Sesto e ad Anna Valli, presidente dei sommelier del Canton Ticino. Una serata non solo di degustazione ma di vero e proprio racconto di un territorio eccezionale. "La nostra azienda, biologica, ha la fortuna di essere a Montalcino e anche all’interno del parco patrimonio Unesco della Val d’Orcia - racconta Terzuoli - Facciamo i vini top, quindi Rosso e Brunello di Montalcino. In più produciamo l’Orcia Doc. Lavoriamo 12 ettari a vigna, solo Sangiovese poi affinato in botti grandi di rovere di Slavonia, ma abbiamo circa 100 ettari. Biodiversità per eccellenza: seminativo, bosco, oliveto. Tutto come faceva mio nonno, questo è il valore aggiunto".

Degustazione e comparazione di sei Brunello e due Rosso di Montalcino

La degustazione comparativa dell’annata 2021 del Rosso di Montalcino (etichette Sasso di Sole e Sasso di Luna) e delle annate 2016, 2017 e 2018 (Sasso di Sole e Sasso di Luna) ha sciorinato vini di estrema pulizia, complessità olfattiva e lunga persistenza gustativa, confermando qualità assoluta. "Utilizziamo solo la botte grande, come faceva mio nonno - sottolinea il produttore - Ho bellissimi ricordi delle botti enormi. Da lì è nata la mia passione. Produciamo 60.000-70.000 bottiglie. In annate come l’ultima, più siccitosa, produciamo meno ma la qualità è grande. L’ultima, proprio per la siccità, inizialmente sembrava essere un’annata tragica, in realtà è stata grandissima: abbiamo vendemmiato il 22 settembre, anticipando di sette giorni rispetto al 2021. Tutto a mano, 22 persone impegnate".

Il rispetto della natura e dell'ambiente

Misurarsi con un territorio gioiello chiede rispetto. "Nei terreni dove vengono fatti vini di qualità, ogni pianta di Sangiovese potrebbe fare 10-15 grappoli, nelle nostre zone ne fa quattro o cinque, quindi si può capire la differenza di necessità di acqua che ha la pianta. L’importante è gestire l’acqua, tenendo lavorati i terreni. Allo stesso modo è importante la gestione delle foglie: la mano dell’uomo che pota la vigna, anche con la potatura verde, è fondamentale. Non devi fare interventi invasivi, come quello della grande quantità di ceppi per ettaro, alla francese: una bestialità, perché se hai una distanza sopra i due metri e mezzo tra pianta e pianta, vedrai che porti l’uva sana in cantina o avrà meno problemi di muffa rispetto a un vigneto con 15.000 barbatelle per ettaro. La qualità la decide la vite!». Un mantra davanti al quale non si può che battere le mani".

 

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