Villa Guardia

Volontari arrivati a Kharkiv per la seconda parte della missione umanitaria in Ucraina

Nuova tappa dopo gli incontri e la distribuzione di 10 tonnellate di aiuti alla popolazione di Kherson.

Volontari arrivati a Kharkiv per la seconda parte della missione umanitaria in Ucraina
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Volontari arrivati a Kharkiv per la seconda parte della grande missione umanitaria in Ucraina.

Volontari in Ucraina con 20 tonnellate di aiuti umanitari

Giornate emotivamente impegnative. Il frenetico scorrere delle ore, con lo sfondo del fragore dei colpi di artiglieria, ha scandito la prima parte della missione che vede impegnati sei volontari di Frontiere di Pace: Giambattista Mosa, coordinatore, Franco Cappelletti, Vito Cantore, Laura Pini, Marco Bernasconi e Carmelo Pellicanò. Il gruppo, attivo nella parrocchia di Maccio, insieme al loro accompagnatore, padre Ihor Boyko (rettore del seminario greco cattolico di Lviv), è partito stamattina da Kherson. Nella città definita fantasma, dove gran parte degli abitanti è fuggita: i volontari hanno non solo distribuito 10 tonnellate di generi alimentari, trasportati con un bilico, ma anche raccolto testimonianze tra la popolazione passata attraverso l'occupazione russa e la liberazione ucraina.

Le parole del coordinatore di Frontiere di Pace

"Gli ultimi due giorni a Kherson sono stati intensi per il lavoro e gli incontri. Due ore di lavoro notturno per scaricare il bilico arrivato sabato, con la preparazione, la mattina della domenica, dei banchetti di distribuzione del cibo; tantissimi incontri sabato e domenica, con le comunità alle quali abbiamo portato il cibo e anche durante le celebrazioni religiose; incontri con le persone che ci hanno donato testimonianze di coraggio, di resistenza (Anya e Ira, alla domanda "Non avete paura a rimanere a Kherson? Non pensate di andarvene?" Ci hanno risposto che i russi non torneranno mai più, questa è la loro città e non se ne andranno mai) dolore, causate dai lunghi mesi dell'occupazione russa della città (abbiamo raccolto testimonianza di violenza fisica diretta alle persone); incontri di sguardi durante la distribuzione del cibo a 2.000 persone circa, dalle 10 alle 15 di domenica, parole semplici, "vi vogliamo bene", e sorrisi ; momenti di tensione per garantire a tutti la porzione di cibo; incontri tra noi volontari e padre Ihor Boyko per condividere le impressioni; con il diacono Agostino e Pacomio e padre Ivan. In una parola, tantissimi incontri, tanto lavoro, poco sonno, il tutto scandito regolarmente dai " colpi" più o meno lontani, che rimangono sullo sfondo ai quali ormai, come tutti, ci abbiamo fatto l' abitudine (ma non è normale!) e che ci ricordano che la guerra continua e la minaccia è sempre lì, tutti i giorni."

Ore 17.15, raggiunta Kharkiv

Alle 17.15 di oggi i volontari sono entrati in un'altra città drammaticamente colpita dalla guerra: Kharkiv. Ieri, un lancio di missili proprio in centro città ha ferito cinque persone e danneggiato seriamente l'università. Dopo le missioni dello scorso agosto - la prima a Kharkiv -di ottobre e di novembre, Frontiere di Pace torna nella parrocchia di San Nicola Taumaturgo. Gli incontri e le amicizie consolidate, la richiesta di aiuto e condivisione fraterna: il senso della missione a Kharkiv è nelle migliaia di persone che attendono aiuti: cibo, medicinali, vestiti invernali, generatori, prodotti per l'igiene personale. Nella grande città ucraina i volontari arrivano con la forza della fede resistente documentata a Kherson. "Abbiamo nutrito i corpi e penso anche la speranza della gente che vive in una città semideserta, con pochi bambini, fredda e buia - la riflessione di Giambattista Mosa -  Ci hanno restituito coraggio, forza e fede per continuare insieme con spirito rinnovato le nostre missioni umanitarie e di pace. E' un una grande responsabilità, perché ci si scambia reciprocamente speranza, fede, resistenza e coraggio. Esperienza di condivisione che rimane in noi e in loro, che necessita di molta cura, attenzione e sensibilità".

Il progetto di solidarietà nato a Maccio e ampliatosi oltre i confini della provincia comasca

La parola ricorrente, nel restituire gli aggiornamenti sulla missione in corso, è quella che esprime il grazie per la condivisione che ha reso possibile l'invio di 20 tonnellate di aiuti umanitari. Progetto partecipato dalle parrocchie di Maccio, Civello e Rebbio, dai Comuni di Villa Guardia, Olgiate Comasco, Beregazzo con Figliaro, Castelnuovo Bozzente, Lurate Caccivio e Solbiate con Cagno, da un insieme di scuole del territorio e da associazioni e aziende della provincia comasca e da quella di Varese, dalla Valtellina, da Milano, Mantova, da benefattori in Veneto, Toscana e in Calabria. Oltre alle 20 tonnellate di aiuti umanitari che hanno raggiunto l'Ucraina con due bilici, altrettante sono state stoccate e in fase di ritiro nella parrocchia di Maccio: verranno trasportate in Ucraina nelle prossime missioni. A far da collante, l'impegno costante, certosino, di decine di volontari che, nella chiesetta di Maccio, hanno suddiviso, inscatolato e predisposto il materiale allestendo 65 bancali destinati a raggiungere l'Ucraina. Una laboriosa macchina organizzativa, volontaria, che ha coinvolto e continua a coinvolgere volontari di ogni età: dai piccoli degli asili, ai ragazzi del catechismo e sino agli adulti che hanno sgobbato per settimane per far sì che il carico di aiuti umanitari fosse pianificato e organizzato nel miglior modo possibile.

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