Arriva in edicola il nuovo libro di Giuseppe Guin: "Le luci della filanda" tra mistero e vite
Dopo "Mano di donna" e "Gente di lago", il nuovo lavoro del giornalista e scrittore comasco.
Dopo il successo degli ultimi suoi lavori, "Mano di donna" e "Gente di Lago", il giornalista e scrittore Giuseppe Guin torna nelle edicole comasche con il suo ultimo libro: “Le luci della filanda”, un affresco del piccolo mondo che vive lungo la costa occidentale del lago di Como, a inizio Anni Cinquanta.
Arriva in edicola il nuovo libro di Giuseppe Guin
Il libro – in uscita il 28 maggio in edicola - sarà presentato giovedì 3 giugno alle ore 20.45 a Villa del Grumello a Como, via per Cernobbio 11 (prenotazione obbligatoria entro il 2 giugno a info@tbmservice.it) L’incontro sarà condotto dal giornalista Giorgio Gandola, la lettura di alcuni brani è affidata all’attrice Laura Negretti.
Guin torna a raccontare il lago di Como e quel mondo, storie di vite e di uomini, così particolare che in passato come oggi racchiude. A Brienno, la vita di una famiglia di nobili, da generazioni proprietaria della storica Filanda, viene sconvolta da una vicenda tragica, figlia dalla Guerra e della miseria. Il conte Luca Gregorio, scosso da quanto accaduto, decide di cambiare il propria modo di vivere, ma soprattutto il corso della storia in quel piccolo borgo. Il suo proposito viene però interrotto da una morte dai contorni misteriosi. Una donna del paese, ritenuta di facili costumi, viene infatti trovata morta nella stanza segreta della contessa Beatrice Matilde Cristina degli Azimonti. Secondo il maresciallo dei carabinieri, Pasquale Interlicchia, trattasi di un semplice omicidio, peraltro
risolto, perché lui conosce volto e nome del responsabile.
Secondo l’esorcista padre Bernardo Adinolfi, arrivato a Brienno insieme a una delegazione di alti prelati del Sant’Uffizio vaticano, quella morte è, invece, la diretta conseguenza di una possessione demoniaca. Che cosa sia davvero successo alla Filanda, in quella maledetta mattina del 7 luglio del 1950, è uno dei tanti misteri che si intrecciano in “Le luci della filanda”. La blasonata coppia di conti, costretta a fuggire, troverà rifugio nell’antico Mulino Valsecchi, lungo la valle maledetta del Canova e lì, la loro esistenza andrà ad intrecciarsi con la vita del temuto Giorgione, il cacciatore di volpi.