E’ Pasqua: l’annuncio di un’alba nuova L’EDITORIALE DI DI DON FIDELMO XODO
Don Fidelmo Xodo, prevosto di Cantù.
In occasione della Pasqua, don Fidelmo Xodo, prevosto Cantù, ha scritto un editoriale per il Giornale di Cantù. Lo pubblichiamo integralmente anche per i lettori di Primacomo.it.
E’ Pasqua: l’annuncio di un’alba nuova
"L’annuncio della risurrezione di Gesù avviene all’alba di un giorno nuovo: il primo della settimana, la prima domenica. Al sorgere del sole le donne andavano al sepolcro con il cuore spezzato e il turbamento che appesantiva i passi. Nella loro memoria c’erano ancora le tenebre della notte in cui si compirono i tradimenti, la condanna, la derisione e l’umiliazione del loro maestro. Il profilo e le ombre delle croci, che hanno accomunato Gesù e i poveri condannati al patibolo, ancora si proiettavano sui loro volti pieni di lacrime. Tre giorni di angoscia che sembravano durare un’eternità. Momenti nei quali erano emerse dal mare della vita i lati peggiori dell’essere umano: l’avidità che ti fa vendere l’amico, il sopruso e l’ingiustizia, l’indifferenza colpevole, il partitismo ideologico, la religione ridotta a potere. Tutto questo accadde quella notte del venerdì santo.
Anche per noi oggi celebrare la Pasqua non è come gli altri anni, non è una memoria scontata. La pandemia ancora presente ci accompagna in questa festa… ci sentiamo dubbiosi e fragili… vorremmo come Giuda, “consegnare” Dio come autore del male, ci accorgiamo che, esasperati dall’isolamento, talvolta dai nostri fondali emergono le cose meno buone. Sentiamo l’angoscia per la perdita di persone care o vicine a noi, sempre più vicine. E le paure per la perdita del lavoro e della vita sociale… Questo stato d’animo provoca come un’apatia e ci spinge ad abbandonare quel relitto qualsiasi a cui ci eravamo attaccati. C’è il pericolo di lasciarci scivolare nell’abisso. Ma arriva anche oggi l’annuncio della Pasqua, l’annuncio di un giorno diverso, fatto dal Signore perché c’è un’alba nuova. “Non abbiate paura”, c’è ancora speranza: nei luoghi della sofferenza ci sono fessure di vita, dalle piaghe del risorto filtra una luce che non possiamo fermare.
Il gioioso grido dell’alleluia è fiorito nei cuori dei primi discepoli e discepole di Gesù a Gerusalemme, in quel mattino di Pasqua. Sembra quasi di sentire le loro voci: quella di Maria Maddalena, che fu la prima a vedere il Signore risorto; quelle delle altre donne, che lo incontrarono mentre correvano, impaurite e felici, a dare ai discepoli l’annuncio della tomba vuota; le voci dei due che, incamminati col volto triste verso Emmaus, a sera tornarono a Gerusalemme col cuore caldo per la parola che da lui avevano ascoltato e pieni di gioia per averlo riconosciuto "allo spezzare il pane"; le voci degli undici Apostoli, ai quali in quella stessa sera il Risorto apparve nel cenacolo, salutandoli con l’augurio "Pace a voi!" e mostrando loro le ferite della crocifissione.
“Cristo è risorto! È veramente risorto!” Ciò che questo augurio che si scambiano i cristiani afferma è, per tutti noi, non solo una professione di fede, ma anche e soprattutto un impegno di vita.Buona Pasqua a tutti".