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Il Palio di Asti: quattro giorni indietro nel Medioevo

Una grande festa medievale che coinvolge 21 tra Comuni, Borghi e Rioni di Asti e dintorni e attira in Piemonte, ogni anno, migliaia di persone dall’Italia e dal mondo

Il Palio di Asti: quattro giorni indietro nel Medioevo
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Una grande festa medievale che coinvolge 21 tra Comuni, Borghi e Rioni di Asti e dintorni e attira in Piemonte, ogni anno, migliaia di persone dall’Italia e dal mondo: il 3 settembre prossimo torna il Palio di Asti (ma gli eventi che precedono il Palio iniziano già dal giovedì), il più antico di Italia, e la città torna indietro nel tempo di quasi di quasi 750 anni, per il racconto di una tradizione.

Il Palio di Asti: quattro giorni indietro nel Medioevo

Il prossimo fine settimana Asti diventa un teatro a cielo aperto che porta in scena una storia antica fatta di nobili, banchieri, vescovi, prelati, ma anche artigiani e popolani. Una tradizione particolarmente sentita, anche dai più giovani, che si rinnova ormai da oltre sette secoli e che dal 1275 resiste inalterata al tempo riportando la città ai suoi fasti medievali.

La corsa dei 20 cavalli per aggiudicarsi il famoso Palio, il grande Drappo di velluto decorato con le insegne di Asti, chiude i quattro giorni di festa, colori, cultura e gastronomia, in cui presente e passato si fondono per dare vita a una delle manifestazioni più suggestive del territorio nazionale.  Una corsa di cavalli montati a pelo “senza sella” in rappresentanza di borghi, rioni e comuni dell’Astigiano sulla pista allestita nella centrale piazza Alfieri e un corteo storico con oltre milleduecento figuranti in costume medievale: imponente rievocazione che ripropone quadri viventi che rappresentano fatti realmente accaduti della storia locale.

Nobili e popolani, armigeri e alto clero, dame e cavalieri per un giorno torneranno ad abitare la città riportando gli spettatori a vivere nel Medioevo.

Un evento storico

Il 10 agosto 1275 il Palio fu corso presso le mura di Alba come era consuetudine in Asti durante le feste di San Secondo: è la prima attestazione della corsa. Da allora, il Palio ha sempre accompagnato il divenire storico della Città, rispecchiandone le alterne vicende.
In otto secoli ha conosciuto trasformazioni, ma ha mantenuto inalterati i caratteri originali: il fascino della competizione agonistica, la passione partigiana, il rapporto privilegiato con il Santo patrono e una grande valenza identitaria.

La tradizione al centro

Il folclore della tradizione è centrale. Saranno organizzati nuovamente il mercatino del Palio; le famose e spettacolari cene propiziatrici che profumano vie, piazze e cortili della città grazie a menù fatti di antiche ricette medievali; i drappi e le bandiere con i tradizionali stemmi e colori che, dalle settimane prima dell’evento, decorano i diversi quartieri della città alla cerimonia della benedizione del cavallo e del fantino.

Ci sarà lo spettacolo degli sbandieratori dell’A.S.T.A,  80 atleti che con le bandiere ed il ritmo di tamburi e chiarine annuncia l’inizio della “Festa”; le sfilate in costume d’epoca e infine la gara vera e propria con il cerimoniale di avvio: Il Capitano del Palio chiede al Sindaco “Licenza di correre il Palio” e il Sindaco la concede urlando la formula dal palco sulla piazza: “Signor Capitano vi dò licenza di correre il Palio dell’anno del Signore 2023.

I premi e il folclore

I premi sono: il celebre Drappo per il vincitore, le monete e gli speroni in argento per il secondo e il terzo classificato, il gallo vivo per il quarto, la coccarda per il quinto e l’inchioda (acciuga) con l’insalata per l’ultimo fantino.

Il corteo dei bambini è composto da 1000 piccoli figuranti in costumi storici e la sfilata degli adulti conta oltre 1200 figuranti in preziosi abiti medievali, fedeli riproduzioni d’epoca che nulla lasciano al caso: abiti sontuosi fatti di velluti, broccati, sete, merletti e pizzi ma anche accessori, gioielli, acconciature e calzature che sono oggetto di attente ricerche di storici dell’arte.

Il Museo del Palio, ospitato nelle sale del quattrocentesco Palazzo Mazzola, raccoglie la preziosa collezione dei Drappi, simboli di appartenenza alla città dal valore inestimabile. Vere e proprie opere d’arte su velluto commissionate ogni anno ad un artista diverso. Per l’edizione 2023, per la prima volta nella storia del Palio di Asti, il prestigioso titolo di Maestro del Palio è stato assegnato a ad un giovane studente, Lorenzo Livorsi, un ragazzo del Liceo Artistico della città il cui bozzetto è stato scelto tra oltre 300 lavori e che ha avuto l’onore di dipingere il drappo oggetto della contesa.

Il programma

Il programma del 3 settembre prevede alle ore 10 presso le Parrocchie Cittadine: cerimonia della benedizione del cavallo e del fantino. Alle 11 in Piazza San Secondo, l’esibizione degli sbandieratori dell’A.S.T.A. Alle 14 in Piazza Cattedrale ci sarà l’avvio del corteo storico con la partecipazione di milleduecento figuranti in rappresentanza dei Rioni, Borghi e Comuni della Provincia che partecipano al Palio. Il percorso prevede: piazza Cattedrale, via Caracciolo, via Carducci, via Giobert, corso Alfieri, via Gobetti, via Garibaldi, via Gardini, piazza Alfieri. Dalle 16 ci si trasferisce in piazza Alfieri, con la Corsa del Palio con cavalli montati a pelo (senza sella) e tre batterie (due da sette cavalli, una da sei). Alle 17 ci sarà l’esibizione degli sbandieratori e alle 18 circa il finale da nove cavalli ed assegnazione del Palio.

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