Inizia a Como l'Anno Scalabriniano: convegno sull'emigrazione al Carducci con Nello Scavo
Il religioso dei migranti venne beatificato nel 1997.
Il 9 novembre 1997, a Roma, in un rito solenne presieduto da San Giovanni Paolo II, Giovanni Battista Scalabrini, nato a Fino Mornasco nel 1839, sacerdote della diocesi di Como, Vescovo di Piacenza e “apostolo degli emigranti”, veniva proclamato beato. Su iniziativa degli Scalabriniani e della parrocchia di San Bartolomeo in Como – dove lo Scalabrini fu priore per cinque anni dopo essere stato rettore del Seminario vescovile –, in collaborazione con l’Ufficio diocesano per la Pastorale dei Migranti e il Settimanale della diocesi di Como, sono proposte alcune iniziative che, di fatto, aprono, a livello mondiale, l’Anno Scalabriniano 2021-2022, voluto per ricordare i 25 anni della beatificazione.
Inizia a Como l'Anno Scalabriniano
Il primo appuntamento è in programma venerdì 5 novembre. Alle 20.30, all’Auditorium Carducci di viale Cavallotti in Como, si svolgerà un dibattito dal titolo “L’attualità del pensiero del beato Scalabrini sull’Emigrazione”. Dialogheranno sul tema padre Mario Toffari – scalabriniano, vicepostulatore della causa di canonizzazione per Europa e Africa –, il deputato Emanuele Fiano, la
consigliera provinciale Maria Grazia Sassi e il giornalista di “Avvenire” Nello Scavo. Ingresso libero, con Green Pass.
Tre i momenti celebrativi: sabato 6 novembre alle 18.00, in San Bartolomeo, la Santa Messa animata dai padri scalabriniani; domenica 7 novembre, alle 10.00, in San Bartolomeo, la Santa Messa solenne – anticipata di mezz’ora rispetto all’orario consueto – concelebrata dal Vicario generale della Congregazione dei Missionari scalabriniani padre Gianni Borin; sempre il 7 novembre, gli Scalabriniani animeranno le Sante Messe in San Bartolomeo alle ore 8.30 e alle 12.00, mentre alle 18.00, in Cattedrale, è previsto il canto del Vespro solenne a cui sono invitati a partecipare fedeli e famiglie religiose maschili e femminili presenti in città e in diocesi.
"Ci troviamo al centro di un evento che riguarderà il mondo intero – riflette il priore di San Bartolomeo in Como don Gianluigi Bollini – e che vede nello Scalabrini l’ispiratore e punto di riferimento. Questo fermento è un dono che ci coinvolge in prima persona, visto che questa è stata la comunità dove il beato è stato parroco, e che diventa per noi una responsabilità: custodire e testimoniare, anche nella città e nella diocesi di Como, ciò che Scalabrini ha vissuto e realizzato".
Il tema scelto per l’anno Scalabriniano è: “Fare patria dell’uomo il mondo”. "La nostra Comunità si caratterizza, oggi, per la sua multietnicità e multiculturalità – prosegue don Bollini – con il mondo che è diventato casa nostra. Attraverso la disponibilità all’accoglienza, la conoscenza reciproca e il camminare insieme, anche qui, tra noi, possiamo realizzare il grande sogno di Scalabrini".
"Il nostro fondatore – è la riflessione dei padri scalabriniani – è stato e continua a essere un modello per il mondo, soprattutto in questo tempo, in un momento storico in cui si innalzano incomprensibili muri. La sua attenzione ai migranti è una chiave di interpretazione della
contemporaneità che ha le sue basi nel messaggio di Cristo".
Scalabrini, per assistere spiritualmente gli italiani emigrati all’estero, fondò la Congregazione dei Missionari di San Carlo e delle Suore Missionarie di San Carlo Borromeo. Due realtà ancora oggi presenti in una trentina di nazioni, in tutti i continenti, con circa 300 case (fra religiosi e religiose).