La nuova missione dei Calnach: recuperare il "Tumbon"
L’obiettivo è di far conoscere, sistemare e rendere fruibile l’antico acquedotto di Cremnago
Prosegue la missione di riscoperta e valorizzazione del patrimonio storico, artistico, naturale e culturale dell’associazione Calnach. Dopo l’interesse risvegliato per la croce stazionale di Cremnago, ora l’obiettivo del sodalizio è quello di far conoscere, sistemare e rendere fruibile il «Tumbon», l’antico acquedotto di Cremnago.
Un reperto storico nella frazione di Cremnago
Siamo a Cremnago, nella zona di verde che si raggiunge partendo dalla chiesa di San Vincenzo, nel Plis Zoc del Peric. Si tratta di una zona umida: poco distante sorge il lavatoio pubblico del 1880, appena restaurato dall’Amministrazione e che era alimentato dalle acque del tumbon, e nel 1939, in pieno periodo fascista qui vicino è stata costruita la torre piezometrica, poi abbattuta negli anni ’90. Ed è in questa zona che si trova anche la «Ca de Sass», che serviva l’acqua a Palazzo Perego, in un’epoca in cui l’acqua non era pubblica, il fontanile del palazzo stesso e anche il laghetto scomparso chiamato «peschiera» fino ad inizio ‘900 dove venivano probabilmente allevati i pesci. Non è un caso se Cremnago veniva chiamato «Calnach del Pess».
Dopo una breve passeggiata attraverso i sentieri, nascosto da alberi e foglie si scopre il tumbon, una risorgiva di fine 1700 ricoperta da una cupola di mattoni messa a protezione del fontanile. È proprio questo luogo che i volontari Calnach vorrebbero riportare alla comunità.
«Il tumbon è stato riscoperto circa 5/6 anni fa. E’ in buono stato ed è su proprietà privata. Fino a qualche anno fa qui era pieno di rovi - afferma Luigi Perego, presidente dell’associazione - Fa parte di quelle architetture minori, che però hanno il sapore della storia».
Le intenzioni dell'associazione Calnach
Ed è proprio per questo che il sodalizio vorrebbe ridargli la giusta importanza.
L’intenzione sarebbe quella di restaurarlo e renderlo fruibile alla popolazione: «L’idea è quella di creare un anello che dalla chiesa parrocchiale passa per il tumbon, la zona umida dei fontanili, dalla Valsorda, e quindi dal Lazzaretto, risale in paese attraverso la strada della Valeta (antica strada che nel Medioevo era chiamata la via Chava, scavata) la Cappella della Madonnina per tornare alla chiesa parrocchiale» spiega sempre Perego.
Nelle intenzioni dei soci ci sarebbe quindi quella di avere un progetto, che comprenda il recupero, la pulizia, la salvaguardia e la fruibilità del tumbon e della zona circostante, il tutto mantenendo la salvaguardia ambientale, per poi cercare i permessi e i finanziamenti.
Un progetto che al momento è solo agli albori: «Siamo in fase di maturazione. Se la comunità lo desidererà cercheremo manodopera e finanziamenti. Adesso bisogna attivarsi e cercare di capire la volontà della popolazione di re-impossessarsi della propria storia e dei propri spazi. Il tumbon appartiene alla comunità e alle generazioni future e conscia di questo l’associazione Calnach cerca di essere un fermento per muovere le cose» ha concluso Perego.