Museo Giovio rinnova la sezione dedicata all'epoca romana con i reperti di via Benzi FOTO
In esposizione anche i reperti dello scavo in via Benzi del 1999.
Museo Giovio ha rinnovato la sezione archeologica dedicata all'epoca romana. Tra le novità più consistenti i reperti e le scoperte dallo scavo di via Benzi.
Museo Giovio: riallestimento dopo 17 anni
Questa mattina, 16 novembre, è stata presentata in esclusiva alla stampa il rinnovamento della sezione dedicata all'epoca romana del Museo archeologico comasco. Novità che verrà presentata al pubblico con l'inaugurazione che si terrà domani, sabato 17 novembre, alle 17. Un allestimento più ricco e con nuovi reperti, ma anche con l'aggiornamento di tutti i pannelli e le didascalie anche in lingua inglese, per rendere la visita più fruibile ai visitatori stranieri. La conservatrice del Museo, Isabella Nobile, spiega infatti: "Si tratta di un riallestimento importante perché l'ultimo è stato fatto nel 2001, ormai ben 17 anni fa e molte cose da allora sono cambiate sia dal punto di vista della proposta al visitatore che della conoscenza: gli scavi di via Benzi ad esempi ci hanno aperto nuovi orizzonti sorpassando vecchie convinzioni".
All'appuntamento oggi non sono mancati il sindaco Mario Landriscina, l'assessore alla Cultura Simona Rossotti e il presidente della Commissione cultura, Franco Brenna. "Il mio desiderio è che da questa iniziativa possano partirne altre, che Como possa raccontare la propria storia - ha sottolineato Brenna - La città deve proporsi per iniziative culturali dall'antico al contemporaneo e presentare percorsi interattivi con le app, la tecnologia".
Quindi ha sottolineato la Nobile: "Da gennaio periodicamente approfondiremo un aspetto o un oggetto in esposizione raccontando molto di più rispetto a quanto si può descrivere in una didascalia - Vorremmo portare fuori dal deposito a rotazione altri reperti da far conoscere al pubblico".
Simona Rossotti insieme a Mario Landriscina
Franco Brenna
Le nuove proposte da via Benzi
Un'occasione per conoscere ancora più nel dettaglio il passato della città, anche alla luce del recente ritrovamento in centro a Como di una cospicua quantità di monete d'oro della tarda età romana che ha senza dubbio risvegliato l'interesse per l'epoca e riportato l’attenzione sulla centralità storica del territorio. Monete che al momento sono nelle mani della Sovrintendenza la quale sta effettuando lo studio su di esse. "Qualche settimana fa abbiamo avuto un incontro proprio in questa sede con Regione e la Sovrintendenza alle quali abbiamo fatto delle proposte per il collocamento delle monete d'oro" ha specificato il sindaco Landriscina.
I nuovi reperti ospitati nel museo, che andranno ad aggiungersi alle opere e ai manufatti che già costituivano l'esposizione, sono frutto di uno scavo urbano effettuato nel 1999 in viale Varese angolo via Benzi, in occasione della costruzione della sede comasca di Regione Lombardia. Scavo che ha portato alla luce un intero quartiere e due necropoli di epoca romana. Lì gli archeologico hanno trovato una strada, due necropoli, una locanda e un grande edificio pubblico.
Tra i ritrovamenti più interessanti di questi scavi, ora proposti nel nuovo allestimento della Sezione Romana, c’è senza dubbio una locanda per viaggiatori che - a causa di un violento incendio che nel III secolo d.C. causò il crollo del tetto sigillando tutto quanto si trovava all’interno - ha restituito attrezzi da cucina (mortai, una graticola e uno spiedo per cuocere le carni, oltre ad un gancio di sospensione), strumenti legati alle attività nei campi, utensili per lavori di manutenzione, oltre ad un’applique in bronzo che raffigura Dioniso su una roccia con una pantera al suo fianco.
Un’attenzione particolare merita la cosiddetta “tomba della maga”, chiamata così perché conteneva oggetti che hanno fatto nascere ipotesi suggestive. Infatti nel ricco corredo ritrovato nella tomba, datata al IV secolo d.C., oltre a diversi recipienti in vetro e gioielli in materiali preziosi, vi erano una laminetta in oro con un'iscrizione magica e un astuccio cilindrico pure in oro contenente un’altra laminetta arrotolata in piombo. Questi oggetti venivano indossati come amuleti a scopo protettivo perché si riteneva che le formule magiche incise
avessero il potere di tenere lontani i demoni.
La lettura della laminetta in oro ha dimostrato che l'iscrizione presente su di essa è costituita da una serie di simboli (detti, con un termine greco, charakteres) che rappresentavano divinità la cui origine va ricondotta alle credenze del vicino Oriente. L’esame antropologico ha rivelato che la defunta, di 25-29 anni d’età, presentava caratteri nordici con influssi centro-asiatici, mentre gli esami chimici hanno evidenziato nelle ossa un'elevata concentrazione di arsenico: ciò ha portato gli esperti ad avanzare l'ipotesi che la donna esercitasse un'attività, nella quale era previsto l';uso di sostanze coloranti o pigmenti che contengono arsenico, come ad esempio l'ocra.
Oltre a questi nuovi reperti, che forniscono senz’altro un grande contributo alla conoscenza di Como romana, il nuovo allestimento ha mantenuto l’esposizione di alcuni dei reperti già presenti nell’allestimento precedente e particolarmente significativi e importanti, come
l'imponente “Rilievo dei cavalieri”, il famoso “Ritratto di Augusto”, ma anche le quattro basi figurate con scene a soggetto mitologico, sportivo o storico rinvenute all'interno di una torre tardoantica addossata alla cinta muraria lungo viale Varese, all'angolo con via Cinque Giornate.