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Prosegue "Il catalogo del mondo: Plinio il Vecchio e la Storia della Natura"

Il percorso si sviluppa tra il Palazzo del Broletto, l'ex Chiesa di San Pietro e Vis Comensis

Prosegue "Il catalogo del mondo: Plinio il Vecchio e la Storia della Natura"
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Prosegue fino a sabato 31 agosto a Como, la mostra “Il catalogo del mondo: Plinio il Vecchio e la Storia della Natura”: c'è ancora un mese di tempo per visitare l'esposizione che ripercorre le vicende di Plinio il Vecchio - cittadino comasco -, mettendo in luce la straordinaria fortuna della sua opera attraverso i secoli e la sua attualità nella società contemporanea, impegnata in una profonda riflessione sulla salvaguardia dell'ambiente e sul rapporto dell'uomo con la natura.

La mostra su Plinio il Vecchio

Presentata dalla Fondazione Alessandro Volta e realizzata in occasione delle celebrazioni del Bimillenario Pliniano con la curatela di Gianfranco Adornato, Professore di Archeologia presso la Scuola Normale Superiore di Pisa, la mostra si diffonde in città a partire dalle prestigiose sedi dell’Ex Chiesa di San Pietro in Atrio e del Palazzo del Broletto - con un allestimento ricercato a cura dell’Architetto Paolo Brambilla -, coinvolgendo luoghi cittadini attraverso un percorso open-air, fino al nuovo spazio multimediale Vis Comensis.

Il percorso espositivo presenta oltre quaranta opere provenienti dalle maggiori istituzioni museali italiane, tra cui le Gallerie degli Uffizi, i Musei Vaticani, la Biblioteca Palatina - Complesso monumentale della Pilotta, il Museo Archeologico di Firenze - Direzione Regionale Musei della Toscana, il Museo Archeologico Nazionale di Venezia - Direzione Regionale Musei Veneto, l’Opera della Primaziale Pisana e il Museo Palatino - Parco Archeologico del Colosseo, e dalle principali istituzioni cittadine come la Biblioteca Comunale di Como e la Diocesi di Como.

L’esposizione include inoltre opere di artisti contemporanei internazionali del calibro di Luigi SpinaFabio VialeGiulio PaoliniAndy Warhol e Cy Twombly, ispirate all’opera e alla storia di Plinio Il Vecchio, insieme a due nuove opere degli artisti Fabrizio Musa (Como 1971; vive e lavora tra Como e New York) e Giuliano Collina (Intra-Verbania 1938; risiede a Como).

Como mostra Plinio il Vecchio
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I commenti

“La mostra intende celebrare la vita e l'opera di Plinio il Vecchio, illustrandone la straordinaria fortuna attraverso i secoli e la sua attualità nella società contemporanea, impegnata in una profonda riflessione sulla salvaguardia dell'ambiente e sul rapporto dell'uomo con la natura - afferma il curatore Gianfranco Adornato - Attraverso una galleria di ritratti imperiali e di ricostruzioni di alcuni luoghi iconici della Roma di età Flavia, il visitatore è invitato a comprendere il ruolo di Plinio nella società del suo tempo, la sua carriera politica e militare, il rapporto con il potere, i numerosi viaggi in Europa, ovvero quel background che è alla base delle vaste conoscenze messe in campo nella stesura dell’opera, già apprezzata e consultata dagli autori contemporanei. Il volgarizzamento da parte di Landino e le edizioni a stampa rendono evidente la pervasività della Naturalis Historia nella cultura europea. Sono esposti alcuni “capolavori” dell’arte antica, “accessibili” all’autore comasco nel contesto urbano di Roma o menzionati in quei libri definiti, non a caso, storico-artistici perché si occupano degli artisti e delle opere d’arte nel mediterraneo greco, oltre a una selezione di gemme, conservate alle Gallerie degli Uffizi, che rappresentano un microcosmo e incarnano al massimo grado le meraviglie della natura. Alcuni esemplari antichi sono messi in relazione col testo pliniano per illustrarlo e spiegare, tramite le parole di Plinio, la grandiosità di questi oggetti, della natura e degli artisti che li hanno lavorati. Plinio continua a ispirare scrittori e artisti contemporanei sia attraverso il mito della sua morte che attraverso l'unicità della sua opera, intesa a descrivere in maniera ordinata il mondo in tutte le sue manifestazioni naturali. L'ultima sezione della mostra è dunque dedicata alla fortuna di Plinio nell'immaginario contemporaneo, dall’arte concettuale di Cy Twombly alle sculture di Fabio Viale, alle fotografie di Luigi Spina”.

“La mostra intende ispirare il visitatore all’importanza della cultura classica, come elemento necessario per le sfide dell’oggi. Un’arte che intende emozionare ed incantare, ma anche insegnare che i valori etici e morali della nostra storia potrebbero essere ancora di ispirazione. L’ambizione è quella di sensibilizzare ad un Umanesimo pliniano, come riscoperta del sapere di Plinio il Vecchio e collocare nuovamente l’uomo al centro della natura e della vita  – dichiara Luca Levrini, Presidente Comitato Nazionale per le celebrazioni dei duemila anni dalla nascita di Plinio il Vecchio – Plinio il Vecchio non ha scolpito statue, non ha dipinto quadri. Eppure, è presente indirettamente in molti di essi. Grazie a lui, infatti, è stata trasmessa la conoscenza ed il contesto immateriale del sapere, fonte d’ispirazione per l’arte. La mostra a lui dedicata rende quindi plastica la sua Naturalis Historia, quasi che la sua immensa opera scritta si sia concretizzata in statue della cultura antica. Valorizzare tali principi significa esaltare convintamente la cultura come splendida identità nazionale italiana, oggi rappresentata nella mostra di Como dalle opere di alcuni dei più importanti musei nazionali”.

“Il catalogo del mondo: Plinio il Vecchio e la Storia della Natura” guida il visitatore attraverso i secoli, per illustrare la rilevanza, la fortuna, l’influenza e l’eredità multiforme della Naturalis Historia e del suo autore sul processo di sviluppo culturale europeo. Fulcro storico e artistico dell’intero percorso espositivo è costituito da due tra le più celebri e discusse opere statuarie dell’antichità: la Statua di efebo nudo tipo Westmacott conservata a Castel Gandolfo e concessa dai Musei Vaticani - da cui provengono anche i busti dei tre imperatori Tiberio, Tito e Augusto - e il Doriforo, in prestito dalle Gallerie degli Uffizi insieme ai ritratti degli imperatori Claudio, Vespasiano e Domiziano e a quattordici gemme, esemplari antichi messi in relazione con il testo pliniano per sottolineare la grandiosità di questi preziosissimi oggetti. La mostra offre al pubblico la possibilità di ammirare lo splendido Ritratto di Nerone del Museo Palatino, il Ritratto di Giulio Cesare dell’Opera della Primaziale Pisana, il Ritratto di Caligola, dalla collezione Grimani del Museo Archeologico Nazionale di Venezia, oltre che le gemme con il Ritratto virile del cosiddetto Otone e il Busto con ritratto di Caligola del Museo Archeologico di Firenze e l’importantissimo manoscritto della Naturalis Historia, di Gaius Plinius Secundus, illustrato da Cristoforo Cortese proveniente dalla Biblioteca Palatina.

L'omaggio

In occasione delle celebrazioni dei duemila anni dalla nascita di Plinio il Vecchio, nato a Novum Comum (l’odierna Como) tra il 23 e il 24 d.C. e morto a Stabia nel corso dell’eruzione del Vesuvio del 79 d.C, “Il catalogo del mondo: Plinio il Vecchio e la Storia della Natura” vuole celebrarne la figura e sottolineare l’importanza della sua opera per generazioni di letterati, scienziati e artisti - Petrarca, Boccaccio, Leonardo, Giovio, Winckelmann, Leopardi, Borges e Calvino sono solo alcuni dei suoi grandi studiosi e ammiratori - che, grazie alle sue descrizioni dei capolavori perduti dell’antichità hanno potuto dare un nome, un volto e un autore a gran parte delle opere del passato.

Nelle due sedi principali - Palazzo del Broletto e l’Ex Chiesa di San Pietro in Atrio - la mostra si articola in sei sezioni che indagano diversi aspetti della sua vita e della sua fortuna: “Plinio e il suo tempo”, dedicato all’illustrazione del ruolo di Plinio nella società del suo tempo, “Plinio e Como”, che racconta la storia della città di Como attraverso le voci dei suoi cittadini più celebri, “La Naturalis Historia e la sua fortuna”, che ricostruisce la fama della Naturalis Historia attraverso alcuni dei più importanti codici dell’opera, “Nobilia opera a Roma”, che illustra il ruolo dei capolavori greci nel contesto urbano di Roma e nella storia dell'arte antica, “I prodigi della natura. Le gemme”, approfondimento che indaga il mondo delle gemme, vero e proprio microcosmo che incarna al massimo grado le meraviglie della natura nella Naturalis Historia e “Il mito contemporaneo. Morte e fortuna di Plinio nel XX secolo” sezione dedicata all’influenza di Plinio, all’eruzione del Vesuvio e alla distruzione di Pompei ed Ercolano nell'immaginario contemporaneo e cinematografico.

Ad arricchire la mostra, i lavori di importanti artisti contemporanei che richiamano le opere e la vita di Plinio il Vecchio, tra cui il fotografo Luigi Spina, con la prima assoluta del suo progetto Interno Pompeiano e lo scultore Fabio Viale presente con alcune delle sue maggiori opere - tra le quali il Laocoonte, Venus e Kouros - sulle quali sovrascrive nuovi valori attraverso il processo di “tatuatura”, secondo una tecnica da lui stesso messa a punto. Il dialogo con il contemporaneo prosegue con la serigrafia Vesuvius di Andy Warhol, l’opera Naturalis Historia di Giulio Paolini e tre serie dell’artista statunitense Cy TwomblyNatural History IISix Latin Writers and Poets and Poets e Five Greek Poets and a Philosopher.

A questi si aggiungono anche Plinio il Vecchio.txt di Fabrizio Musa (Como 1971; vive e lavora tra Como e New York), un acrilico su tela che appartiene ad un ciclo di opere dedicate alle figure più illustri del panorama comasco e Plinio il Vecchio di Giuliano Collina (Intra-Verbania 1938; risiede a Como), un carboncino su carta che ritrae il celebre naturalista così come appare nell’edicola a sinistra sulla facciata del duomo di Como, scolpita dai fratelli Rodari.

Le sezioni della mostra

Plinio e il suo tempo: attraverso una galleria di ritratti imperiali e di ricostruzioni di alcuni luoghi iconici della Roma flavia, viene raccontato il ruolo di Plinio nella società del suo tempo, la sua carriera politica e militare, il rapporto con il potere, i numerosi viaggi in Europa, ovvero quel contesto socio-culturale che è alla base delle vaste conoscenze messe in campo nella Naturalis Historia.

Plinio e Como: numerosi sono i monumenti della prima età imperiale conservati nel Museo Civico “P. Giovio” di Como; in questa occasione, si racconta la storia della città, fondata da Cesare come Novum Comum, attraverso le voci dei suoi cittadini più celebri, le iscrizioni dedicatorie, i rilievi, le statue ritratto.

La Naturalis Historia e la sua fortuna: attraverso alcuni dei più importanti codici della Naturalis Historia, viene ricostruita la fortuna di questa opera dall'epoca tardo antica a quella moderna, mettendo in luce alcuni momenti di svolta quali la prima traduzione in volgare da parte di Landino. A fianco di manoscritti e incunabuli, alcune opere d'arte coeve illustrano la pervasività della Naturalis Historia nella cultura dell'epoca, cercando di delineare l’impatto dell’opera sulla nascita di una storiografia storico-artistica moderna, da P. Giovio, a G. Vasari, fino a J.J. Winckelmann.

Nobilia opera a Roma: viene indagato il ruolo dei capolavori greci nel contesto urbano di Roma ma anche nella storia dell'arte antica, ponendo l'attenzione su singoli casi di ricezione di opere greche. Attraverso le copie romane di originali greci e le pitture, l’obiettivo è quello di ripercorrere alcuni momenti della storia dell’arte antica, così come riportata da Plinio medesimo.

I prodigi della natura. Le gemme: le gemme rappresentano nella Naturalis Historia un microcosmo che incarna al massimo grado le meraviglie della natura. Alcuni esemplari antichi sono esposti in relazione al testo pliniano per illustrarlo e spiegare, tramite le parole di Plinio, la grandiosità di questi oggetti, della natura e degli artisti che li hanno lavorati.

Il mito contemporaneo. Morte e fortuna di Plinio nel XX secolo: Plinio continua a ispirare scrittori e artisti contemporanei sia attraverso il mito della sua morte che attraverso l'unicità della sua opera, intesa a descrivere in maniera ordinata il mondo in tutte le sue manifestazioni naturali. L'ultima sezione è dunque dedicata alla fortuna di Plinio, all’eruzione del Vesuvio e alla distruzione di Pompei ed Ercolano nell'immaginario contemporaneo e cinematografico.

Gli orari

Ex Chiesa di San Pietro in atrio di via Odescalchi 
dal martedì al venerdì dalle ore 14.00 alle ore 20.00
sabato e domenica dalle ore 10.00 alle ore 20.00
lunedì (chiuso)

Palazzo del Broletto di piazza Duomo
dal martedì al venerdì dalle ore 14.00 alle ore 18.00
sabato e domenica dalle ore 10.00 alle ore 18.00
lunedì (chiuso)

VIS Comensis

Dal venerdì alla domenica dalle ore 14.00 alle ore 20.00

Dal lunedì al giovedì chiuso

I biglietti

Biglietto unico per tutte le sedi espositive (Ex Chiesa di San Pietro in Atrio, Spazio Museale VIS Comensis, Palazzo del Broletto) fino al 31 agosto 2024:

Intero 10 euro, ridotto 5 (Per gli studenti fino a 19 anni e per i gruppi con almeno 15 partecipanti)

Gratuito: Per i minori di 14 anni e per i disabili (con relativo accompagnatore)

Possibilità di realizzazione di visite guidate per le scuole e per gruppi a partire dai 15 partecipanti a prezzo ridotto di 5,00€ (prentazione alla mail eventi@fondazionealessandrovolta.it)

Biglietti acquistabili online al link https://bit.ly/4djVRAJ o direttamente in loco con carta di credito e/o bancomat.

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