Villaggio Crespi e Percassi: cinque anni con i bastoni fra le ruote
Villaggio Crespi e Antonio Percassi: una storia apparentemente “infinita” quella fra l’antica frazione industriale di Capriate (Bg) e il noto imprenditore bergamasco determinato a valorizzarla.
Villaggio Crespi fermo… al palo
Patrimonio dell’Unesco dal 1995, la storica fabbrica del Villaggio Crespi, acquistata nel 2013 da Percassi per trasformarla in un centro multifunzionale, è ancora ferma al palo. Trattative su trattative, protocollo d’intenti, l’ok della Regione, l’ok della Provincia e ben due ministri dei Beni culturali e del turismo in visita (Massimo Bray e Dario Franceschini): ma, come riporta BergamoPost.it, dopo cinque anni, la parola fine dell’iter burocratico ancora non è stata scritta.
La “genesi” nel 2013
Procediamo con ordine. Nel 2013 Odissea Srl, una delle due holding che gestiscono le attività che fanno capo ad Antonio Percassi, compra la fabbrica del villaggio operaio di Crespi d’Adda, frazione del Comune di Capriate, quasi centomila metri quadri in pressoché totale abbandono. L’obiettivo è realizzare il quartier generale della Business Company Percassi e della Antonio Percassi Family Foundation, in posizione strategica tra Bergamo e Milano, con spazi produttivi, direzionali e commerciali, rilanciando il sito anche attraverso la creazione di un polo culturale e di un museo dedicato al sito Unesco. A gennaio 2015 il Comune e l’imprenditore bergamasco siglano il protocollo d’intesa, siamo ai blocchi di partenza.
Braccio di ferro col Comune
Ma dopo aver sgomberato i rifiuti all’interno dei capannoni e messo in sicurezza la pericolante ciminiera di via Manzoni, tutto si ferma. A partire da questo momento, è un balletto interminabile. Percassi tenta ogni strada per velocizzare l’avvio dei lavori, ma l’amministrazione di volta in volta rilancia. All’inizio, l’oggetto di contesa è la richiesta del Comune di realizzare entro marzo 2018 tutte le opere di urbanizzazione previste dall’accordo, cosa che secondo l’imprenditore avrebbe fatto lievitare a dismisura i costi relativi al primo lotto, rendendo così l’operazione «antieconomica».
Sfilata di Vip
Nel 2015, l’allora ministro Franceschini si reca sul posto ed esalta l’iniziativa dell’imprenditore; nel 2017 gli fa eco Vittorio Sgarbi, che è convinto della bontà dell’operazione. Ovunque si levano voci che ribadiscono che, al fine di conservare il villaggio operaio e valorizzarne la storia, è necessario operare una forte rivalutazione dell’area. Persino gli stessi cittadini abbracciano la causa, presentando un Piano Particolareggiato Partecipato che testimonia il loro contributo attivo al futuro della fabbrica. Ma nulla. Tutto resta immutato.
Epilogo condizionato… alle urne
Dopo cinque anni di estenuanti trattative, ora si aspetta l’approvazione del Piano Urbanistico e la procedura di Valutazione Ambientale Strategica da parte del Comune. Ma a Capriate ora è tempo di elezioni… Si vedrà, insomma.