Il report

A Como aumentano le offerte di lavoro: rispetto a febbraio 2022 ben 750 in più

Rispetto al 2022 +750 offerte, di cui +190 Industria e +570 Servizi. Ma si registra anche una flessione per le assunzioni a tempo indeterminato

A Como aumentano le offerte di lavoro: rispetto a febbraio 2022 ben 750 in più
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I risultati dell'analisi di Unioncamere in accordo con Anpal hanno sottolineato un trend a dir poco positivi nel Comasco: rispetto al febbraio dello scorso anno le offerte di lavoro sono aumentate, ben 750 posti in più.

A Como aumentano le offerte di lavoro: rispetto a febbraio 2022 ben 750 in più

Le rilevazioni del sistema informativo Excelsior, realizzato UNIONCAMERE in accordo con Anpal relativi alle proiezioni occupazionali da parte delle aziende nelle province di Como e Lecco nel febbraio 2023, evidenziano un aumento dell’offerta di lavoro di lavoro delle imprese in Provincia di Como e Lecco rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso (febbraio 2022), +750 unità per le aziende comasche, +340 unità per quelle lecchesi:

  • Lombardia 83470 in valore assoluto, rispetto al 2022 +14170: di cui +3370 Industria e + 10800 Servizi.
  • Como 3790 in valore assoluto, rispetto al 2022 +750: di cui +190 Industria e +570 Servizi.
  • Lecco 2100 in valore assoluto, rispetto al 2022 +340: di cui +60 Industria e +280 Servizi.

Le prospettive occupazionali nel febbraio 2023 confermano un trend in crescita nel corso degli ultimi anni: a partire da Como che nel febbraio 2022 che aveva visto poste in essere 1200 offerte di lavoro in più rispetto al 2021 per finire a Lecco che nel medesimo arco temporale del 2022 aveva visto registrare proiezioni segnate dall’indice positivo di un + 710. Ancora una volta i dati confermano che il contratto a termine (determinato o altri contratti con durata predefinita) è quello maggiormente prediletto dalle aziende: in aumento a Lecco +1% ( 71% previsto rispetto al 70% di febbraio 2022) così come a Como +2% (74% previsto rispetto al 72% dell’anno precedente):

  • In Lombardia, sono previste assunzioni al 25% con contratti a tempo indeterminato, al 5% di apprendistato;
  • A Como, sono previste assunzioni al 20% con contratti a tempo indeterminato, al 6% di apprendistato;
  • A Lecco, sono previste assunzioni al 24% con contratti a tempo indeterminato, al 5% di apprendistato.

In che settori si assume?

I settori dove si manifestano maggiori assunzioni a tempo indeterminato sono: a Como l’industria manufatturiera con il 34%, a Lecco il medesimo comparto ma con il 41%, viceversa i due settori con una minor previsione di utilizzo di forme di contratto stabili sono sia a Como che Lecco quelli del turismo e dei servizi alle persone.

Le figure professionali più ricercate in valore assoluto nel mese di febbraio 2023 in Provincia di Como sono gli esercenti ed addetti nelle attività di ristorazione (510 unità) seguiti dal personale addetto ai servizi di pulizia (340 unità); mentre per la Provincia di Lecco emerge un macrodato che comprende gli operai specializzati e conduttori di impianti e macchine (880 unità) fra cui spiccano, per numero di richieste da parte delle imprese, i fonditori, gli operai per produzioni metalliche e minerali e quelli addetti all’assemblaggio di prodotti industriali.

Non si attenua invece il problema legato all’aumento dei rapporti di lavoro di tipo precario, la nuova manovra di bilancio non ha evidentemente offerto le condizioni perché questo avvenisse. Altro elemento riguarda il fatto che mentre per i contratti di apprendistato, una modalità di assunzione rivolta ai giovani, si registra un generale aumento in Lombardia (Como compresa) a Lecco si assiste ad una lieve flessione:

  • Lombardia 5% di assunzioni previste con contratto di apprendistato nel 2023, +1% rispetto allo stesso periodo dell’anno 2022;
  • Como 6% di assunzioni previste con contratto di apprendistato nel 2023, +2% rispetto allo stesso periodo dell’ anno 2022;
  • Lecco 5% di assunzioni previste con contratto di apprendistato nel 2023, -1% rispetto allo stesso periodo dell’anno 2022.

Flessione per le assunzioni a tempo indeterminato

I dati complessivamente danno prova di un trend positivo negli ultimi anni in quanto a richiesta di figure lavorative, trend non confortato tuttavia dall’aumento dei contratti a tempo indeterminato. A Como infatti si assiste ad un arretramento dei contratti stabili con una flessione dal 34% in quanto a quelli previsti a febbraio 2021 per passare al 28% del 2022 e raggiungere il 26% del 2023. Lecco, in modo speculare, risente di questo passo indietro e passa anch’essa dal 36% di entrate stabili previste a febbraio 2021 al solo 29% del 2023. Altro indice da attenzionare è la diminuzione prevista, per il mese di riferimento, dei contratti di apprendistato nella provincia di Lecco, flessione che se considerata congiuntamente al dato che vede il 35% dei nuovi ingressi destinato agli under 30 porterebbe quindi a valutare sotto una precisa luce il mismatch fra domanda e richiesta occupazionale.

Difficoltà anche a trovare la figura adatta

In 48 casi su 100 a Como e 50 su 100 a Lecco le rilevazioni prevedono difficoltà delle imprese a reperire il personale necessario al loro fabbisogno produttivo. Ecco, nei settori per i quali, questo mismatch risente di un’alta percentuale di incidenza della mancanza di candidati non si può non sollecitare tutti gli attori economici ed istituzionali coinvolti a puntare, sostenere, scommettere sulla stabilità dei rapporti lavorativi.

La buona occupazione che passa dalla valorizzazione, nella sua forma retributiva, contrattuale, di crescita formativa e professionale, del lavoratore deve essere considerata – nel 2023- un discrimine nelle scelte che la persona disoccupata compie nel proporsi in un mercato o l’altro del lavoro. Pertanto diventa fondamentale, in ogni tavolo di confronto, puntare il focus sulla buona occupazione anche, e soprattutto, per la concorrenza del vicino mercato del lavoro elvetico e dell’ Area Metropolitana di Milano. Occorre inoltre ragionare su forme di welfare integrativo aziendale che possa consentire al cittadino di riuscire a fronteggiare tassi d’inflazione a due cifre e costi fissi (quelli delle utenze domestiche) sempre più onerosi.

A queste criticità, inoltre, si sommano quelle in itinere con l’approvazione del provvedimento del governo che ha cancellato, de facto, quanto previsto dall’art. 121 del DL Rilancio, una scelta che riguarda il superbonus e che nella sola Lombardia rischia di mettere in ginocchio 12 mila imprese e 75 mila lavoratori oltre, come è palese, le consequenziali ricadute sui comparti della filiera produttiva.

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