Bcc Brianza e Laghi, Pontiggia: "È ora di realizzare una CER sul territorio"
Il numero uno dell’istituto ha parlato anche del ruolo della banca nella comunità e della situazione economica attuale
In primo piano c’è il ruolo chiave delle Comunità Energetiche Rinnovabili. Giovanni Pontiggia, presidente della Bcc Brianza e Laghi, si è da poco reso protagonista di un «appello al territorio» per la creazione di una nuova CER ad Alzate Brianza e dintorni, così come nelle zone operative di Lesmo. Partendo da questo spunto di attualità abbiamo approfittato per approfondire la tematica, tracciando poi un bilancio sul 2023 e sul primo semestre 2024 della Bcc, ma anche fotografando la congiuntura economica del nostro territorio e riflettendo sui valori che legano l’istituto e la comunità in cui opera.
Partiamo dalle Comunità Energetiche Rinnovabili: cosa ne pensa?
Le CER sono uno strumento attraverso il quale far riviere il senso di comunità: la Comunità Energetica Rinnovabile esiste soltanto se si crea un senso di solidarietà, come una volta esistevano le cooperative agricole e quelle di consumo. Dietro alle CER c’è cooperazione, il che contribuisce a migliorare l’ambiente attraverso la presa di coscienza del tema. Ricordo che la CER è un insieme di cittadini, aziende, piccole imprese/artigiani, enti locali e religiosi che si raggruppano come nuova entità giuridica per produrre e condividere energia localmente. I vantaggi non sono solo ambientali, ma anche sociali: con l’autoproduzione e la condivisione dell’energia tra i soci della CER, si contribuisce a promuovere la coesione territoriale.
Recentemente ha fatto un «appello al territorio», scrivendo ai sindaci della zona per creare una CER.
Sì, sono convinto che il 2024 sia l’anno di svolta per le Comunità Energetiche Rinnovabili, che potranno finalmente diventare una realtà, contribuendo a sviluppare le fonti rinnovabili e rendendo finalmente i territori protagonisti del futuro energetico nazionale. E il primo obiettivo è realizzare una CER quale start-up ad Alzate e dintorni, per cui abbiamo già coinvolto la Parrocchia, e nelle zone operative di Lesmo. La nostra è una banca di comunità e abbiamo a disposizione questo innovativo strumento: va istituita un’alleanza con amministrazioni pubbliche e utilities del territorio, che contribuisca in primis a far capire ai cittadini l’importanza delle CER, partendo dunque da un aspetto formativo.
Quali sono i passi seguenti? Cosa può fare la banca?
Serve far nascere una solidarietà energetica. Vedo la banca come parte economica di sostegno; i cittadini per la messa a disposizione di aree e tetti da sfruttare; le utilities come modalità di gestione. E’ però necessario che tutto questo processo sia regolato, costruito e condiviso. A settembre organizzeremo un convegno in cui interverranno esperti di GSE, ANCI e Agenzia delle Entrate, portando anche esperimenti e start-up pilota. Di certo la banca può svolgere almeno quattro ruoli rilevanti: può essere promotore e soggetto di sensibilizzazione e di aggregazione sociale; finanziatore dell’impianto di produzione di energia sostenibile; produttore «terzo» e fornitore di energia e «locatore di immobili» per lo sviluppo di impianti.
Passiamo al bilancio relativo al 2023 della Bcc Brianza e Laghi e diamo uno sguardo a questa prima parte di 2024.
Come già espresso nella relazione di bilancio approvata a maggio e relativa all’esercizio 2023, possiamo affermare di aver superato definitivamente la fase della fusione fra Bcc Alta Brianza di Alzate e Bcc di Lesmo. Infatti ci sono i frutti positivi di questa operazione e della nascita della Bcc Brianza e Laghi. L’obiettivo strategico che a suo tempo era stato approvato, è stato completamente centrato. E anche il primo semestre 2024 sembra confermare la positività di questo andamento.
Che cosa ha determinato i risultati ottenuti nel 2023 e in questo primo semestre?
Con tutta onestà va aggiunto che il ruolo dei tassi non è stato fondamentale per il risultato economico di quest’anno e dello scorso. Piuttosto ad incidere sono state un’ulteriore penetrazione commerciale nel nostro territorio di competenza, nonché una corretta valutazione di razionalizzazione dell’attività di crescita. Partiamo sempre dal presupposto che, da parte nostra, anche se ci può costare, sia doveroso continuare a perseguire la logica di benessere della collettività. E ciò significa anche mantenere gli sportelli di prossimità, elemento peculiare e distintivo del Credito Cooperativo. Penso poi al mantenimento della nostra biodiversità: non puntiamo sul gigantismo, snaturerebbe il senso di essere banca di comunità.
Qual è il ruolo della banca sul territorio per imprese e famiglie?
Siamo fortemente impegnati in un discorso di identità specifica nostra e valoriale. Ciò si traduce in una formazione identitaria personale, nella stessa governance e persino partendo dall’educazione finanziaria nelle scuole, di cui a breve attiveremo alcuni percorsi e che può rappresentare il futuro della diversità bancaria. In sostanza accanto ad una filosofia di prodotti c’è una precisa componente educativa-civica. Detto ciò, emerge che il rapporto fra banca e territorio sia indirettamente biunivoco: la nostra struttura non deve soltanto elargire contributi, ma deve essere vissuta e considerata come valore aggiunto. Stiamo lavorando alla costruzione di una rete di associazione che vogliono sviluppare progetti, in parte sostenuti dalla banca e in parte attivando un crowdfunding.
Veniamo ora all’economia delle nostre province di Lecco, Como e Monza: qual è la situazione?
Vedo l’economia abbastanza ferma. O meglio: alcuni settori, come il turismo, tirano ancora, ma non ci sono grosse iniziative in termini di investimenti. Di certo i fattori esterni come l’attesa per la riduzione dei tassi incidono, ma è necessario anche che il giusto equilibrio nel mondo trovi una soluzione. Penso alle recenti elezioni in Europa, a quelle che verranno in autunno negli Stati Uniti, e ovviamente alle guerre. Tuttavia la situazione per il nostro territorio non è in peggioramento: stiamo vivendo una fase di stallo.
Parliamo infine del Gruppo Bcc Iccrea e delle nuove e possibili aggregazioni.
Credo sia fondamentale rispettare la biodiversità di sistema: ritengo che fughe in avanti legate soltanto alla dimensione e non ad un’omogeneità territoriale per tradizioni e comparto industriale, siano piuttosto velleitarie. Di conseguenza dobbiamo perseguire e difendere il modello del piccolo, del medio e del grande: è un processo che si costruisce con calma. E il cittadino ci giudica in base alla capacità in cui sapremo servirlo e come riusciremo a risolvere i suoi problemi.