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Business PMI 1000, è stata presentata l’edizione della provincia di Como

Un omaggio alle Piccole e Medie Imprese del nostro territorio, realizzato dal gruppo Netweek

Business PMI 1000, è stata presentata l’edizione della provincia di Como
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Quella di martedì 3 dicembre è stata una serata molto speciale per gli imprenditori della provincia di Como: a Lariofiere si è svolta la presentazione ufficiale della prima edizione della rivista Business PMI 1000, realizzata dal gruppo editoriale Netweek e appartenente a una collana composta da 7 pubblicazioni nelle province lombarde e 3 in quelle piemontesi. Si tratta di un volume che valorizza le tante realtà imprenditoriali dei nostri territori, che esalta il mondo delle Piccole e Medie Imprese, ovvero le realtà che hanno reso prospera la nostra zona e negli anni hanno garantito alla sua popolazione benessere e ricchezza.

Presentato Business PMI 1000

Dopo i saluti istituzionali è intervenuto Sergio Nicastro, direttore del Giornale di Erba, del Giornale di Cantù, del Giornale di Olgiate e di PrimaComo.it: «Siamo di fronte ad un prodotto di data journalism che riguarda l’area comasca - ha affermato - una pubblicazione interessante, portatrice di spunti di riflessione a livello giornalistico. Una rivista da leggere, valutare, comprendere nelle sue analisi, che va a completare ciò che facciamo settimanalmente sui nostri giornali. Per l’occasione riporto le parole pronunciate da Marco Granelli, presidente di Apa Confartigianato durante l’assemblea annuale svoltasi ieri a Milano “voi artigiani non siete solo portatori di prodotto interno lordo, ma anche di prodotto interno sociale. È un valore che va al di là dei numeri, fondato sul concetto di vicinato, di presenza sul territorio”. Con Business PMI 1000 vogliamo evidenziare il vostro valore all’interno della società e ringraziarvi per il ruolo svolto sul territorio. L’ultima battuta è per l’artigianato? Tanti dicono che sia in crisi, io penso che sia vivo che mai, le difficoltà ci sono, ma possiede comunque una vitalità molto marcata».

Il ruolo delle Piccole e Medie Imprese

A presentare nel dettaglio la rivista Business PMI 1000 è stato Giuseppe Pozzi, responsabile dell’ufficio comunicazione di Netweek e curatore del volume: «In Italia abbiamo 4,4 milioni di imprese, di queste oltre il 95% sono microimprese con meno di 10 dipendenti. Del 5% restante, lo 0,1% sono grandi imprese con oltre 250 dipendenti, mentre il 4,8% sono PMI che danno lavoro al 31% di tutti gli occupati del settore privato, realizzando oltre il 40% del fatturato dei 4,4 milioni di imprese». L’analisi è partita dai numeri, quelli dei bilanci delle PMI della provincia di Como relativi all’anno 2023: dal fatturato ai dipendenti, dall’Ebitda e dall’Ebit fino ai dati del patrimonio aziendale. Il tutto inquadrato in classifiche: quella, naturalmente, del fatturato complessivo, ma anche quelle di alcuni valori e di diversi settori che più sono rappresentativi in quest’area, come la manifattura pesante e quella leggera. A fornirli è Cribis, società specializzata nelle informazioni commerciali su aziende italiane ed estere, in grado di raccogliere i numeri utili per realizzare analisi e ragionamenti. All’interno di Business PMI troveremo dunque la top ten delle aziende per fatturato, ma anche la graduatoria dei Comuni più ricchi, dati relativi al numero delle aziende per settore e relativi dipendenti, con approfondimenti legati ai diversi comparti.

«Uno strumento per comprendere il territorio»

«Numeri che, se da una parte evidenziano il buono stato di salute della maggior parte di loro, perché hanno saputo innovarsi, specializzarsi e affrontare sempre nuovi mercati in tutto il mondo, dall’altra non nascondono la fatica che devono fare per restare sul mercato e le difficoltà che ogni giorno si trovano ad affrontare. Insomma, avete in mano uno strumento che davvero permette di conoscere approfonditamente le realtà imprenditoriali del nostro territorio». Alcune imprese hanno poi scelto di raccontarsi, mettendo in mostra la loro storia, evidenziando i passaggi generazionali, i fattori di successo e tante altre peculiarità. Conclude Pozzi: «Infine consiglio la lettura di due interviste presenti, quella a Guido Guidesi, assessore regionale allo Sviluppo Economico, da sempre attento alle PMI; e quella a Marina Puricelli, Tenure Lecturer del Dipartimento di Management e Tecnologia presso l’Università Bocconi e docente senior presso SDA Bocconi School of Management».

Da Roberto Galli a Giovanni Pontiggia

Ad aprire la serata di presentazione di Business PMI 1000 è stato Roberto Galli, presidente di Confartigianato Imprese Como e vicepresidente di Lariofiere: «Ho accolto con piacere l’idea innovativa di questa rivista dedicata alle PMI, realtà che reggono la nostra economia. Negli anni Sessanta, Settanta e Ottanta hanno salvato l’Italia e forse anche nel prossimo futuro ci terranno a galla. La loro caratteristica chiave è la reattività: le PMI sono sempre pronte e vicine ai cambiamenti radicali dell’economia. Le difficoltà ci sono, non lo nascondo, ma si lotta tutti insieme per far andare avanti le nostre imprese». In seguito ha preso parola Giovanni Pontiggia, presidente di BCC Brianza e Laghi: «Ho accettato l’invito a partecipare a questa serata perché nel mondo bancario noi rappresentiamo l’Italia vera come lo siete voi. La biodiversità è il nostro valore aggiunto, che a volte non viene riconosciuto. La concessione del credito non è legata ad una macchina ma ad un aspetto relazionale: essere qui significa che, nella nostra bella Brianza, la diversità ci porta ad intensificare le modalità relazionali. Noi siamo diventati gruppo per le regole di Bruxelles, ma non siamo paragonabili ai colossi bancari: siamo 136 banche e tutte insieme combattiamo per difendere la biodiversità, un valore che voi rappresentate e che va sostenuto, perché da soli non si va da nessuna parte».

Franca Farina, Fabio Dadati e Marco Clerici

Ecco poi l’intervento di Franca Farina, presidente dell’Istituto San Vincenzo di Erba : «La scuola è una palestra per costruire giovani talenti, ogni ragazzo è unico e irripetibile e dobbiamo ricordarci che i risultati non sono sempre scontati quando si lavora con loro. La nostra scuola cerca di offrire alle aziende i talenti, facendo sì che tengano gli occhi rivolti verse le stelle: lavorare con gli essere umani non vuol dire creare un prodotto, ritengo che i talenti si sviluppino con le relazioni». Non potevano poi mancare le parole del padrone di casa, Fabio Dadati, presidente di Lariofiere: «La nostra struttura è il luogo delle imprese e quando si realizzano fiere in modo corretto hanno successo. Nella vostra pubblicazione si rappresentano le PMI del territorio: rappresentano un presidio che dà stabilità e che permette alla comunità di svilupparsi in modo maggiormente armonico. Siamo di fronte ad un baluardo della convivenza civile. Concludo pensando ai giovani: li vedo preparatissimi, molto più di come eravamo noi una volta, e perciò ho grandissime speranze nel futuro». Infine è toccato a Marco Clerici di Clerici Auto, ovvero una delle prime aziende che ha creduto nel prodotto Business PMI: «La nostra azienda è nata nel 1969 in provincia di Como e siamo l’ultimo miglio della distribuzione. Ci occupiamo di mobilità e negli anni abbiamo cercato strategicamente di differenziare la nostra offerta. Oggi siamo presenti nelle province di Como, Varese, Milano e Monza Brianza, con 13 filiali e 250 dipendenti, e siamo in grado di offrire un approccio specializzato per le PMI».

«Recruiting: sfide attuali e trend futuri»

In occasione della presentazione di Business PMI 1000 è intervenuto uno speaker d’eccezione, ovvero Valerie Schena Ehrenberger, fondatrice di Valtellina Lavoro, vicepresidente di Assoconsult e presidente di ECSSA, esprimendosi sul tema «Recruiting: sfide attuali e trend futuri». «Siamo in un periodo di trasformazioni, in cui un ruolo fondamentale è svolto dalle relazioni. Detto questo analizziamo le sfide che abbiamo di fronte, partendo dal presupposto che ci troviamo in un momento di piena occupazione Le persone non ci sono a causa del crollo demografico e il tasso di disoccupazione sta calando, tant’è che in Lombardia è al 4%. Tutto ciò ha portato all’inversione dell’equilibrio tra chi offre lavoro e chi lo cerca, a favore della singola persona, del collaboratore, del candidato: attualmente viene “corteggiato” e perciò può scegliere dove lavorare all’interno di un mercato estremamente competitivo. Di contro le aziende sono chiamate ad investire più tempo nel processo di recruiting, possibilmente lo stesso che spendono nel mercato del prodotto o servizio che vendono».

Le parole di Valerie Schena Ehrenberger

Non solo: «Ogni realtà è chiamata a crearsi una propria narrazione autentica - ha continuato Valerie Schena Ehrenberger - andando oltre i classici slogan di Employer Branding come “siamo un’azienda in crescita” e “mettiamo le persone al centro”. La narrazione deve rispecchiare i valori reali e la personalità unica dell’azienda. Dagli annunci di lavoro ai colloqui di selezione e onboarding, raccontarsi in modo genuino ma convincente è essenziale per conquistare sia il mercato esterno che quello interno». Un’altra sfida riguarda la digitalizzazione: «Le persone possono confrontare più facilmente le proposte e le aziende. In un contesto di carriere non lineari, con l’introduzione dell’Intelligenza Artificiale, i titoli formativi e i Job Title tradizionali perdono importanza. Il mercato punta sempre più su competenze trasversali, soft skills, mindset e approccio al lavoro. Lo “skill-based hiring” può essere un grande vantaggio… ma solo se si sa come farlo».

Uno sguardo al futuro

Nel corso della serata Valerie Schena Ehrenberger ha guardato anche al futuro: «Oggi è necessaria l’introduzione dell’Intelligenza Artificiale in tutti i processi, quindi anche nel recruiting del personale, ricordando che il fattore umano non andrà a scomparire, anzi. Attenzione poi alla formazione: formare chi rappresenta la “porta d’ingresso” dell’azienda, ovvero recruiter e personale coinvolto del processo di selezione, è fondamentale. Ma è altrettanto importante coinvolgere i collaboratori come ambasciatori del brand. L’obiettivo? Trasformarli in attori chiave per attrarre nuove risorse. Dimentichiamoci frasi nostalgiche come “ai miei tempi”: oggi serve un approccio basato sulle dinamiche attuali per poter guardare al futuro. Infine penso al benessere dei dipendenti: non si tratta solo di implementare piani di welfare aziendale, ormai consolidati, ma di ascoltare i collaboratori, raccogliere feedback e rispondere concretamente alle loro aspettative. Queste possono spaziare dagli aspetti economici fino alla richiesta di maggiore flessibilità, come lo smart working». Infine ecco il punto sulle skills cruciali nei prossimi anni: «Non sono quelle tecniche, ma le trasversali, per cui è importante gestire il cliente-persona, capire il suo fabbisogno. Si torna dunque alle relazioni, fra di noi, sul territorio, con il mercato del lavoro, con i propri collaboratori».

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