Caffè Hag e Splendid chiude per sempre: 52 a casa, 2 li "salva" Milano

Crisi:calo dei consumi di caffè tostato o macinato, in favore delle capsule.

Caffè Hag e Splendid chiude per sempre: 52 a casa, 2 li "salva" Milano
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Hag e Splendid chiudono per sempre in Piemonte, due trasferiti nella sede milanese.

Hag e Splendid chiudono per sempre

Saranno due i posti di lavoro salvati dalla sede milanese Jacob Douwe Egberts, multinazionale che si occupa di produzione e lavorazione del caffè con gli storici marchi Hag e Splendid che ha deciso di chiudere lo stabilimento produttivo di Andezeno (Torino). La decisione di trasferire la produzione in altre fabbriche in Europa ha determinato il licenziamento dei 54 dipendenti che lavoravano in Piemonte.

Trattativa durata settimane

Dopo diversi scioperi per una scelta ritenuta dai lavoratori e dalle sigle sindacali “scellerata”, l’azienda che ha sede nei paesi baschi ha deciso di dare lo stop alla produzione e chiudere la fabbrica italiana. Una trattativa durata diverse settimane che ha coinvolto anche il ministero dello sviluppo economico. L’accordo raggiunto stabilisce un’uscita volontaria con incentivo per i lavoratori che ne faranno richiesta (entro il 30 gennaio 2019).

Trasferimenti e uscite volontarie

Poche le possibilità per chi invece vuole essere ricollocato in altre sedi della società. Due posti di lavoro sono stati messi a disposizione a Milano, altri due in Spagna, a Mollet del Vallès, e 15 nello stabilimento di Andrezieux in Francia: un trasferimento forzato per gli operai che non vogliono aderire all’uscita volontaria. La causa della chiusura dello stabilimento, secondo l’azienda, è da ricondurre al calo dei consumi di caffè tostato o macinato, in favore delle capsule.

Solo due rimarranno in Italia, a Milano

Una crisi del settore che ha determinato, già alla fine di settembre, il provvedimento. L’azienda metterà a disposizione degli ex dipendenti un percorso di reinserimento nel settore del lavoro, con corsi di formazione e riqualificazione professionale. Ma solo due lavoratori su 54 dipendenti potranno rimanere a lavorare in Italia, nella sede milanese del gruppo.

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