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Cassa integrazione in Lombardia, il rapporto Cisl: "Le ore richieste sono il 184,1% di quelle della crisi del 2010"

Il bollettino a cura dell'Osservatorio Cassa integrazione guadagni della Cisl Lombardia.

Cassa integrazione in Lombardia, il rapporto Cisl: "Le ore richieste sono il 184,1% di quelle della crisi del 2010"
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Le ore complessivamente richieste di cassa integrazione (ordinaria, straordinaria e in deroga) nel bimestre marzo-aprile 2020 sono il 184,1% di quelle richieste nel I trimestre 2010. In particolare le ore richieste di Cigo (cassa integrazione ordinaria) nel bimestre marzo-aprile 2020 sono il 302,9% di quelle richieste nel IV trimestre del 2009.

Cassa integrazione in Lombardia, il rapporto Cisl

E’ quanto emerge dall’edizione straordinaria del Bollettino a cura dell’Osservatorio Cassa integrazione guadagni della Cisl Lombardia, che ha messo a confronto i dati Inps relativi al bimestre marzo-aprile 2020 con il IV trimestre del 2009 (quello con il numero maggiore di ore nella gestione Cigo durante gli anni della crisi) e il I trimestre 2010 (quello con i valori totali di Cig più alti).

“Guardando la situazione lombarda si nota che attualmente la cassa integrazione richiesta è prevalentemente “ordinaria” e pari al 95,3% della cassa richiesta – sottolinea Mirko Dolzadelli, segretario Cisl Lombardia con delega al Mercato del lavoro -. Questo è un elemento di distinzione con la crisi precedente, che era cresciuta contemporaneamente in tutte le gestioni, ordinaria, straordinaria e in deroga. Probabilmente questa differenza sarà in parte attenuata con la prossima rilevazione di maggio, almeno sulla cassa in deroga”.

Le domande di cassa in deroga (Cigd) decretate da Regione Lombardia al 21 maggio contengono infatti complessivamente la richiesta di più di 67 milioni di ore e quindi supereranno di molto il biennio 2009/2010 anche in questa gestione.

“A queste dovremmo inoltre aggiungere le ore di cassa integrazione erogate dal Fsba dell’artigianato e dagli altri fondi bilaterali e bilaterali alternativi - aggiunge Dolzadelli - che si possono stimare attorno ad altri 50 milioni di ore. Nel 2009/2010 non esistevano ancora e ora assorbono buona parte della Cigd allora destinata alle categorie oggi tutelate da questi fondi”.

I più colpiti: trasporti, settore edile e agroalimentare

Tra le province l’incremento maggiore, sempre nel confronto con la crisi precedente, è a Sondrio, sopra il 300%, seguono Lodi e Mantova con incrementi superiori al 200%, seguite da Milano e Bergamo con incrementi superiori al 100% e infine Pavia, Cremona, Brescia, Como, Varese e Lecco, tutte comprese tra il 7% e il 54%.

Chiaramente in termini di volumi la provincia di Milano era e resta la prima con più di 59 mln di ore. Seguono Brescia e Bergamo attorno ai 30 mln, Varese e Como tra i 10 e i 20 mln, tutte le altre sotto il 10 mln.

Tra i settori il più colpito è quello dei trasporti, con un incremento del 698%, seguito dal settore edile con un +478% e da quello agroalimentare con un +234%. Seguono il chimico, i servizi vari e il grafico con incrementi sopra al 100% e il metalmeccanico, il commercio, il tessile con incrementi minori. Si sottrae singolarmente a questo trend incrementale il settore del commercio che, pur con i suoi 3,3 mln di ore richieste, arriva “solo” al 45% della cassa integrazione richiesta nel I trimestre del 2010.

“Siamo di fronte a una crisi di ordine diverso e superiore a quella precedente – conclude Dolzadelli -. Dalla analisi emergono anche gli effetti positivi dell’ultima riforma degli ammortizzatori sociali, che hanno esteso la tutela dei lavoratori, ma che necessitano di ulteriori semplificazioni procedurali. Vanno soprattutto superati i ritardi nei pagamenti”.

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