Crisi economica, Cna: "PA e grande impresa rispettino i termini di pagamento, si rischia crisi di liquidità"

A quasi un mese dalla chiusura semi-totale delle attività economiche per contenere l'epidemia da Coronavirus, Cna (Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa) lancia un allarme perché la situazione odierna potrebbe riportare l'economia al 2008.

Cna: "PA e grande impresa rispettino i termini di pagamento, si rischia crisi di liquidità"

"La mancanza di liquidità a disposizione delle imprese può innescare un pericoloso effetto a catena di blocco dei pagamenti. È un meccanismo che deve essere interrotto immediatamente prima che la rottura dell’anello più debole determini l’estensione dello stato di crisi a tutto il sistema. E’ già accaduto nel 2008, potrebbe accadere amplificato ora - spiega il sindacato delle piccole imprese italiane - Tutti i soggetti sono chiamati al rispetto dei termini di pagamento, in particolar modo la grande impresa e la Pubblica amministrazione, che continua a non onorare i termini perentori stabiliti per legge".

Secondo Cna è necessaria una potente iniezione di liquidità da parte del sistema bancario, proporzionata al fatturato che le imprese avrebbero registrato in condizioni normali, in grado di consentire a tutti i soggetti che operano all’interno delle filiere produttive di far fronte agli adempimenti verso i fornitori.

"Si tratta di una operazione straordinaria ma indispensabile che richiederebbe, in prevalenza, l’erogazione di importi di piccola dimensione, assistiti da una garanzia pubblica gratuita - conclude la Confederazione - Pertanto CNA chiede di elevare a 50mila euro l’ammontare dei crediti definiti di importo ridotto che possono godere così della procedura semplificata di accesso al Fondo di garanzia delle piccole imprese".