#iocimettolaVita, la campagna per gli operatori sanitari. I sindacati: "La nostra voce inascoltata"
Chiedono Dpi, riorganizzazione, tamponi e supporti medici nelle Rsa più colpite.
Cgil, Cisl e Uil di Como a quasi due mesi dell’esplosione dell’emergenza sanitaria nel nostro Paese ribadiscono la necessità di porre in atto ancora ulteriori misure volte a tutelare il personale impegnato in questa grave emergenza: medici, infermieri, O.S.S., A.S.A., compreso il personale tecnico e amministrativo che operano nelle ASST, ATS, RSA, RSD nonché tutti gli addetti del settore socio-assistenziale, che mettono a nostra disposizione non solo le competenze professionali, ma anche la loro stessa vita, in una lotta impari contro un nemico che sta decimando gli stessi operatori a difesa della popolazione e delle fasce più deboli.
#iocimettolaVita, una campagna per tutelare i sanitari
Così le sigle sindacali hanno lanciato la campagna #iocimettolaVita indirizzata a Regione Lombardia e Ats Insubria. I rappresentanti sindacali rivendicano degli obiettivi concreti, altrimenti la Fase 2 potrebbe diventare una bomba a orologeria.
"L'emergenza Covid-19 è arrivata in un momento particolare del nostro sistema sanitario - ha sottolineato Vincenzo Falanga della Uil - Negli ultimi dieci anni sono mancati investimenti (37 miliardi di tagli tra il 2009 e il 2019) e l'assunzione di personale: secondo uno studio mancano 3mila operatori in Lombardia. Inoltre in Lombardia ha totalmente fallito la cosiddetta 'presa in carico del paziente' che se avesse funzionato avrebbe potuto evitare l'arrivo di tanti pazienti in ospedale".
Gli fa eco la rappresentante della Cgil Alessandra Ghirotti: "L’emergenza è partita prima delle comunicazioni sui protocolli sanitari e questo ritardo ha portato a una diffusione più ampia del contagio. La nostra critica va soprattutto a Regione Lombardia e ad Ats Insubria per la mancanza di programmazione e l’incapacità, soprattutto all’inizio dell’emergenza, di reperire i dispositivi di sicurezza per gli operatori. Regione ha dato una risposta tardiva e scomposta".
"La nostra azione sindacale è rimasta inascoltata - sottolinea Nunzio Praticò della Cisl - Ci aspettavamo condivisione, collaborazione attiva, unità d’intenti che non ci sono state. Abbiamo inviato innumerevoli comunicazioni agli enti preposti, dalla Prefettura ad Ats Insubria, senza ricevere riscontro ma in gioco c’è la salute degli operatori e la vita dei pazienti".
L'appello dei sindacati
Questi gli obiettivi che i sindacati vogliono raggiungere:
1. Riorganizzare le realtà lavorative in maniera adeguata alla gestione dell'emergenza;
2. Fornire al personale idonei Dispositivi di Protezione Individuale;
3. Procedere alla definizione di un programma per effettuare i tamponi a tutti gli operatori e gli ospiti/pazienti come da note già trasmesse;
4. Messa a disposizione di alloggi per il personale sanitario, utili a garantire condizioni di vita tali a prevenire la diffusione del contagio;
5. Chiediamo che nelle RSA più colpite sia inviato personale specializzato dall’esercito, dalla CRI o della protezione civile;
6. Predisposizione di un percorso di confronto sotto il profilo economico volto a valorizzare il personale, definito sulla base dei relativi contratti di lavoro che nel corso dell’emergenza da Covid–19 ha dato supporto e contributo sia in termini quantitativi che qualitativi.
"Siamo pronti ad attivare ogni forma di lotta e protesta al fine di tutelare in primo luogo la sicurezza degli operatori rivendicando anche il riconoscimento economico dovuto all’impegno e ai sacrifici delle lavoratrici e dei lavoratori - spiegano Cgil, Cisl e Uil - Per queste ragioni, chiediamo a tutti i lavoratori coinvolti di inviare a supporto delle nostre istanze una cartolina virtuale a Regione Lombardia ed ATS Insubria ricordando loro che #iocimettolavita, ogni giorno per dare un servizio migliore e contribuire con tutti gli sforzi possibili ad uscire indenni dalla pandemia".Credit Foto: Ordine Ospedaliero Fatebenefratelli - PLV