L'analisi

La domanda di lavoro delle imprese comasche, Uil: "Rinnovare i contratti scaduti è una priorità"

"Un altro obiettivo: aiutare i salari e le pensioni anche tramite una tassazione delle rendite finanziarie e delle transazioni che porterebbero fondi da convogliare sia alla defiscalizzazione degli aumenti in busta paga e alle pensioni"

La domanda di lavoro delle imprese comasche, Uil: "Rinnovare i contratti scaduti è una priorità"
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Pubblicati i dati di Unioncamere del progetto Excelsior, relativi alle proiezioni occupazionali da parte delle aziende nelle province di Como e Lecco nel trimestre settembre-novembre 2023, non si sono fatte attendere le analisi della Uil del Lario.

C'è chi sale, c'è chi scende

Secondo il sindacato i dati evidenziano trend differenti fra le due province lariane rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso: +480 unità per le aziende comasche (sul rapporto settembre 2023-2022) e + 630 (sul rapporto settembre-novembre 2023 con settembre-novembre 2022) , -110 per quelle lecchesi nel periodo di settembre e -360 nel trimestre.

Nel dettaglio nel trimestre considerato abbiamo le seguenti proiezioni:

  • Lombardia +3860, di cui +840 Industria e + 3020 Servizi.
  • Como +630, di cui +30 Industria e +600 Servizi.
  • Lecco -360, di cui -90 Industria e - 270 Servizi.

Le prospettive occupazionali nel trimestre settembre-novembre 2023 pongono quindi in evidenza una crescita nel comasco ed una diminuzione nel lecchese in particolar modo nei servizi. Nella provincia di Como sono inoltre previsti nel mese di settembre 6010 nuovi ingressi in valore assoluto, (nel trimestre 14260), di cui 1460 nell’ industria e 4550 nei servizi. Nella provincia di Lecco sono previsti a settembre 2870 ingressi in valore assoluto, (nel trimestre 7330), di cui 1280 nell’ industria e 1590 nei servizi.

Ancora una volta i dati confermano che il contratto a tempo determinato è quello maggiormente prediletto dalle aziende, per il comasco il 25% di nuovi ingressi saranno stabili al pari di quanto registrato a settembre 2022, nel lecchese il 26% dei nuovi ingressi saranno stabili con un +2% rispetto a quanto avvenuto a settembre 2022.

Le previsioni sulle assunzioni

In Lombardia, a settembre, sono previste assunzioni al 28% con contratti stabili, il 72% a termine, tra questi due macrogruppi distinguiamo: il 23% a contratto indeterminato, il 5% di apprendistato, il 46% a contratto determinato, il 13% a somministrazione etc;

  • A Como, sono previste assunzioni al 25% con contratti stabili, al 75% con contratti a termine, fra questi due macrogruppi distinguiamo: al 29% contratti a tempo indeterminato, al 6% contratti di apprendistato, al 47% contratti a tempo determinato, al 10% contratti a somministrazione etc;
  • A Lecco, sono previste assunzioni al 26% con contratti stabili, al 74% a termine, fra questi due macrogruppi distinguiamo: al 20% contratti a tempo indeterminato, al 6% contratti di apprendistato, al 46% contratti a tempo determinato, al 21% contratti a somministrazione etc.

Le figure professionali più ricercate nel mese di settembre 2023 in Provincia di Como sono gli esercenti ed addetti alle attività di ristorazione (730 in valore assoluto), i docenti di scuola secondaria post-secondaria (420), il personale nei servizi di pulizia (340); per la Provincia di Lecco gli esercenti ed addetti alle attività di ristorazione (260), i fabbri ferrai costruttori di utensili
(130), i docenti di scuola primaria e preprimaria (130).

Qualche numero

Per quanto riguarda i contratti di apprendistato, nel mese di marzo 2023, si registrano i seguenti dati previsionali:

  • Lombardia 5% di assunzioni previste con contratto di apprendistato, dato invariato rispetto a settembre 2022;
  • Como 6% di assunzioni previste con contratto di apprendistato, dato invariato rispetto a settembre 2022;
  • Lecco 6% di assunzioni previste con contratto di apprendistato, dato invariato rispetto a settembre 2022.

Per quanto riguarda le previsioni di mismatch fra domanda ed offerta occupazionale:

  • in Lombardia le imprese prevedono di aver difficoltà a trovare i profili professionali desiderati in 46 casi su 100
  • a Como in 45 casi su 100
  • a Lecco in 52 casi su 100

I lavoratori previsti in entrata per settore di attività secondo la tipologia contrattuale sono i seguenti:

  • A Como 1460 nell’ industria di cui: 1060 nell’industria manifatturiera e 400 nelle costruzioni. 4550 nei servizi di cui: 550 nel commercio, 850 nel turismo, 890 nei servizi alle imprese, 2260 nei servizi alle persone.
  • A Lecco 1280 nell’ industria di cui: 1070 nell’industria manifatturiera, 210 nelle costruzioni. 1590 nei servizi di cui: 280 nel commercio, 340 nel turismo, 360 servizi alle imprese, 620 servizi alle persone.

I settori produttivi con una minor concentrazione di ingressi a tempo indeterminato sono:

  • A Como il Turismo (19%) ed i Servizi (14%)
  • A Lecco il Turismo (15%) ed i Servizi (12%)

Le considerazioni del presidente Dario Esposito

I dati dimostrano come l’ambizione di rilanciare l’economia non possa eludere le esigenze e le legittime aspettative del lavoratore. Il forte mismatch fra domanda ed offerta di lavoro dipende certamente da una prospettiva reddituale non più all’altezza dei crescenti costi della vita che assillano classe operaia e dipendenti: a partire dai canoni di affitto per terminare ai crescenti costi della sanità.

Rinnovare i contratti scaduti è una priorità, così come deve esserlo aiutare i salari e le pensioni anche tramite una tassazione delle rendite finanziarie e delle transazioni che porterebbero fondi da convogliare sia alla defiscalizzazione degli aumenti in busta paga ed alle pensioni. Aumenti contrattuali defiscalizzati, non tagliati da tasse ed imposte, aiuti ai pensionati.

La strada per una giustizia sociale che sappia abbracciare l’intera cittadinanza senza tagliar fuori intere classi sociali passa da qui. Non si può infine dimenticare che un altro pilatro della buona occupazione, la salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, si fa ancora troppo poco, battaglia di civiltà che la Uil sta portando avanti da tempo e che recentemente ha visto anche il Presidente della Repubblica esprimersi dicendo “Non è tollerabile perdere una lavoratrice o un lavoratore a causa della disapplicazione delle norme che ne dovrebbero garantire la sicurezza sul lavoro. Lavorare non è morire”.

Un cambio di passo su tutti i fronti, porre finalmente al centro la persona, le sue esigenze, i suoi diritti, chiudere col paradigma di stmapo fordista che considera il lavoratore un ingranaggio per poterlo valorizzare anche tramite l’accesso ad una formazione continua ed alla possibilità di crescita professionale. Scelte essenziali, a maggior ragione in un periodo come questo in cui i patti territoriali sono discussi in Regione Lombardia al fine di colmare il mismatch fra domanda-offerta di lavoro in settori cruciali come quello del terzo settore, del tessile, del turismo, del metalmeccanico.

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