L'analisi

Lavoratori stranieri: in tre anni a Como regolarizzate solo 600 domande su 1.800

"In sintesi, a tre anni dalla fine della finestra di regolarizzazione, solo il 31,2% delle domande presentate, in linea col pessimo dato nazionale del 31,5%"

Lavoratori stranieri: in tre anni a Como regolarizzate solo 600 domande su 1.800
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È stata ufficializzata da poco l'indagine condotta dalla campagna "Ero Straniero" che, utilizzando i dati del Ministero dell’interno, delle prefetture e delle questure, ha analizzato lo stato di avanzamento dell’esame delle domande di emersione e regolarizzazione dei lavoratori stranieri presentate da giugno ad agosto 2020. E, come denuncia la Cgil, il dato comasco è preoccupante.

Lavoratori stranieri: la denuncia della Cgil

Questa la denuncia della sigla sindacale:

"Come si ricorderà il decreto “rilancio”, licenziato dal governo nel maggio 2020, prevedeva la regolarizzazione straordinaria di lavoratrici e lavoratori senza documenti ed impiegati irregolarmente nel nostro paese nel settore domestico ed in quello agricolo.

Ora, i dati che riguardano la provincia di Como, in linea con lo sconfortante scenario nazionale, sono gravi e preoccupanti. Infatti, a fronte di 1826 domande presentate per l’emersione del lavoro domestico e di 115 domande per lavoro subordinato, i permessi di soggiorno fisicamente rilasciati dalla Questura cittadina sono 605.

In sintesi, a tre anni dalla fine della finestra di regolarizzazione, solo il 31,2% delle domande presentate, in linea col pessimo dato nazionale del 31,5%.

Ciò rende di fatto inesigibile un diritto alla regolarizzazione statuito dalla normativa nazionale. Le conseguenze di tali ritardi sono gravissime ed impattano pesantemente sulla vita di quasi milletrecento persone che, nella provincia di Como, vengono costrette all’incertezza ed alla precarietà.

Per fare un solo esempio, tali soggetti, in attesa di ricevere i documenti, sono impossibilitati a lasciare il territorio nazionale pena l’annullamento dell’istanza.

Per tacere delle ricadute sulla vita quotidiana, dal possesso di un codice fiscale provvisorio alle difficoltà sull’ospitalità.

La mancanza cronica di personale nell’amministrazione Ministero dell’interno è quindi la vera emergenza: non sono stati rinnovati i contratti alle lavoratrici ed ai lavoratori interinali che erano stati assunti per tamponare il forte sottodimensionamento di personale di questure e prefetture. Nulla è stato fatto per stabilizzare gli organici con l’inserimento di queste figure professionali già formate. E oggi il governo Meloni non prevede alcun intervento.

Dal territorio deve partire la richiesta di provvedimenti strutturali e duraturi che permettano agli uffici di procedere in tempi ragionevoli al rilascio di un permesso di soggiorno indispensabile per
far uscire tante persone dall’invisibilità".

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