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Salari erosi e povertà: il richiamo di Uil Lario per la città di Como

“Fragilità economica concreta”.

Salari erosi e povertà: il richiamo di Uil Lario per la città di Como

La Uil Lario richiama al valore dei contratti: “Como tra povertà e salari erosi”.

Povertà in provincia: “fragilità economica concreta”

Nel comunicato della Uil Lario, firmato dal coordinatore Dario Esposito, si legge la dichiarazione dello stesso: “L’unica logica di parte accettabile per la UIL Lario è quella dei salari equi, dei contratti forti e di un lavoro dignitoso. In provincia di Como il rischio povertà non è una previsione: è realtà quotidiana. Alcune delle nostre richieste sembrano aver trovato ascolto, questo è un segnale che va riconosciuto. Non tutto ci convince, ma si percepisce una discontinuità: dopo anni il confronto torna ad avere un ruolo. La UIL giudicherà la manovra di bilancio quando avremo in mano il testo ufficiale, perché l’autonomia del sindacato si misura nei fatti, non negli schieramenti”. I dati presentati: “Quella di Como è una provincia in cui la fragilità economica è concreta. Nel 2024, il 33,75% delle dichiarazioni Isee – 21.720 famiglie – si collocava sotto i 12.000 euro. Famiglie che faticano a guardare avanti, a pianificare la vita, a sentirsi al sicuro. Non è un dato isolato: la Lombardia registra il 39,54%, l’Italia il 47,18%. Ma il confronto non consola. Qui, il costo degli affitti, la mobilità complicata, l’assenza di collegamenti efficienti – dalla Tramezzina all’assenza di treni diretti verso Lecco – trasformano la quotidianità in una scelta difficile. Rendono i dati, migliori rispetto alla media lombarda, in numeri altrettanto critici. Il costo della vita, a Como, rende complicato entrare in un’agenzia immobiliare così come firmare un mutuo. Qui l’erosione del potere d’acquisto non è una previsione ma una parabola già in atto. Molti giovani lasciano il territorio per cercare condizioni di vita e lavoro accettabili. Il rischio spopolamento così come diceva il Professore Giancarlo Blangiardo, -15.000 lavoratori entro il 2029, è attuale. I salari raccontano la stessa storia. Nel 2023, nel privato, la retribuzione media annua degli operai è stata di 19.594 euro, quella degli impiegati di 28.276 euro. Chi ha un contratto a tempo indeterminato guadagna di più: 23.233 euro per gli operai, 31.101 euro per gli impiegati. Gli apprendisti rimangono sui 13.817 euro. Nel pubblico impiego, la media è di 31.196 euro, con punte più basse per il personale scolastico (24.712 euro) e gli enti locali (29.832 euro). Numeri che, combinati con inflazione e caro energia, spiegano perché servono interventi concreti”.

Le risposte dalla Legge di Bilancio 2026

“In questo contesto, la Legge di Bilancio 2026 sembra dare alcune risposte, seppure preliminari. La detassazione degli aumenti contrattuali al 5% per i redditi fino a 28.000 euro, la riduzione della tassazione sui premi di produttività dall’5 all’1%, comprensiva di turni festivi e notturni, non sono dettagli tecnici: sono strumenti per restituire centralità ai contratti, al lavoro e alla dignità salariale. Allo stesso modo, l’esclusione della prima casa dal calcolo Isee fino a 100.000 euro di valore catastale, insieme ai 500.000.000 destinati ai dipendenti pubblici, rappresenta un riconoscimento concreto della fragilità delle famiglie e della funzione centrale del lavoro pubblico. La Uil Lario osserva con attenzione. Se queste indiscrezioni, da confermare, diverranno manovra di bilancio, ci sarebbe una seconda notizia da dare. Quella di un nuovo metodo. Scomparso negli ultimi anni: l’ascolto reale e concreto del sindacato e delle esigenze di cui è portatore. Non si può infatti tacere che la detassazione dei rinnovi contrattuali è una nostra richiesta”.

I nodi da sciogliere

Il comunicato prosegue: “Restano però nodi irrisolti: quello delle pensioni e la permanenza di un approccio al fisco, con le rottomazioni, che premia i furbi. Quella di oggi non è una promozione o una bocciatura ma la constatazione, chiara e trasparente, che queste indiscrezioni accolgono alcune richieste. In mezzo, fra queste indiscrezioni e la futura manovra, c’è una sfida di civiltà: la lotta senza quartiere ai contratti pirata che, come ha ricordato recentemente il presidente della Repubblica Mattarella, ledono la concorrenza leale e la dignità del lavoro, basti pensare al comparto multiservizi: oltre 7.000 euro la differenza annua retributiva fra il contratto firmato dalle sigle sindacali rappresentative e gli altri contratti. Il contratto non è un dettaglio. E’ lo strumento con cui si misura il valore del lavoro. In una provincia come la nostra, dove la povertà e l’erosione del ceto medio non sono concetti astratti ma realtà quotidiana, rafforzare i salari e valorizzare i rinnovi contrattuali non è una concessione: è una scelta sociale, politica e morale. Per questo, in Lombardia, la UIL chiede che ci sia un impegno collettivo, parti sociali, istituzioni, associazioni datoriali, per rendere più viva la contrattazione di secondo livello, di filiera o territoriale che sia. Per questo l’unica logica di parte a cui la UIL Lario ha scelto di piegarsi è quella dei salari equi, dei contratti forti, del lavoro dignitoso”.