Il commento

Salario minimo, se ne discute in Parlamento. Uil: "Sì ma non in contrapposizione con i diritti non retributivi dei lavoratori"

"Il diritto ad una retribuzione salariale che consenta di non vivere al confine della soglia di povertà vede la Uil impegnata in ogni sede"

Salario minimo, se ne discute in Parlamento. Uil: "Sì ma non in contrapposizione con i diritti non retributivi dei lavoratori"
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Il Parlamento italiano, in questi giorni, sta discutendo l’introduzione di un salario minimo legale in Italia, salario minimo già presente nella maggior parte degli altri Paesi Europei. Un tema caro alle single sindacali, soprattutto alla Uil del Lario che comprende le sezioni di Como e Lecco.

Salario minimo, se ne discute in Parlamento. Uil: "Sì ma non in contrapposizione con i diritti non retributivi dei lavoratori"

Questa la posizione della Uil in merito:

"Il livello del salario minimo è stabilito a livello legale in 21 Paesi dell’Unione Europea e fra questi assume particolare rilievo il caso della Germania in cui dal 2015 vige una norma che fissa il salario minimo legale tramite mezzo legislativo.

Prima del 2015, nella vicina Germania, l’11,4% dei lavoratori venivano pagati con retribuzioni orarie al di sotto del S.M.L.

Tuttavia, il dato che spinge a riflettere come un’eventuale misura sul salario minimo non debba essere trattata come “contrapposta” o “concorrente” ai contratti collettivi nazionali viene dalla stessa Germania. Infatti nonostante l’introduzione del S.M.L., la quota di lavoratori poco retribuiti è rimasta praticamente invariata (23%) rispetto ai livelli pre 2015. Ciò, secondo lo studio di “Inapp policy brief” pubblicato il 13 giugno 2023, è dato dal fatto che i datori di lavoro hanno diradato nel tempo o interrotto la progressione salariale di anzianità per alcune categorie di lavoratori.

Inoltre lo stesso studio, analizzando il caso tedesco, aggiunge che il 6,1% delle aziende interessate dalla misura ha ridotto i benefici monetari aggiuntivi al salario con un evidente danno per i lavoratori.

Si tratta di un’analisi che se da un lato spinge la Uil del Lario a pronunciarsi favorevolmente alla proposta parlamentare sul salario minimo, proposta che è senz’altro utile, d’altro canto spinge a ricordare che il salario minimo non deve in alcun modo vivere in contrapposizione coi contratti proprio per evitare l’effetto distorsivo della misura che potrebbe indurre, almeno in astratta ipotesi, alcuni datori di lavoro ad applicare la paga oraria tralasciando l’insieme dei diritti previsti nella parte normativa dei contratti.

Cosa si intende per diritti previsti nella parte normativa del contratto?

È presto detto, l’insieme dei diritti riconosciuti al lavoratore che sono frutto di un percorso storico in Italia di battaglie sindacali e che si concretizzano nel diritto alle ferie, alla malattia, al mantenimento del posto di lavoro, l’orario di lavoro, la previdenza complementare, la sanità integrativa, gli scatti di anzianità e tutto quell’insieme di tutele riconosciute al lavoratore/trice al di fuori delle mere spettanze retributive orarie.

È utile inoltre ricordare come il tema della necessità che i salari siano tali da consentire ai lavoratori di poter vivere con dignità e decoro, il tema dell’art. 36 della Costituzione che sancisce il diritto a poter avere una retribuzione adeguata alla quantità e qualità del lavoro passa anche da un problema fino ad oggi insoluto.

È il caso dei “contratti pirata” e del fenomeno del “dumping salariale” ossia dell’ammissione alla contrattazione, in certuni casi, di sigle sindacali non rappresentative. Ammissione che si traduce quasi sempre in contratti al ribasso, che abbassano il costo del lavoro e di conseguenza le paghe dei lavoratori. È giusto però ricordare anche i contratti che, per arrivare al rinnovo, impiegano anni.

Questi fattori, che creano fenomeni distorsivi e poco virtuosi nel mercato del lavoro, possono facilmente essere affrontati con scelte legislative chiare, nette che passano dal non concedere agevolazioni statali ai datori di lavoro che applicano contratti scaduti. Scelte che dovrebbero passare anche dagli amministratori locali e regionali che potrebbero evitare di far gare al massimo ribasso ed escludere pertanto le aziende che applicano contratti collettivi scaduti.

Il diritto ad una retribuzione salariale che consenta di non vivere al confine della soglia di povertà vede la Uil impegnata in ogni sede: prova ne è un esposto che ha fatto - con la propria categoria “Uiltucs” che si occupa di commercio, turismo, servizi - ad inizio 2023 in tutte le Procure della Repubblica d’Italia. Fine ultimo dell’esposto andare a sollecitare verifiche ed accertamenti lì dove si fossero verificate paghe e salari così bassi da ricadere nell’ipotesi di sfruttamento.

Pertanto nell’accogliere con favore l’attuale dibattito parlamentare sul salario minimo è giusto ricordare come molti dei diritti, faticosamente ottenuti con decenni di lotte sindacali, passano dalla contrattazione e dal sostegno (o meno) che il legislatore decide di dare a riguardo. La Uil del Lario non può che richiedere attenzione anche su questi aspetti fondamentali per assicurare piena e certa dignità al lavoro".

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