Sale gioco per il TAR vanno rispettate le distanze
Torna alla ribalta la questione delle sale gioco. A fare scuola una sentenza del Tar Lombardia che ricorda che vanno rispettate le distanze.
Le sale gioco hanno l’obbligo di rispettare le distanze minime dopo nuovi contratti con i gestori. Lo ha stabilito il Tar della Lombardia.
Il Tribunale amministrativo si pronuncia sulle sale gioco
È stato respinto dal Tar Lombardia il ricorso della Arcade Betting, società titolare di una sala giochi di Cene, in provincia di Bergamo, a cui è stata vietata la prosecuzione dell’attività dopo il contratto stipulato con un nuovo fornitore di slot.
I giudici hanno ribadito nella sentenza che la legge regionale per il contrasto alla ludopatia vieta la messa in funzione di nuovi apparecchi a meno di 500 metri dai luoghi sensibili, e ammette la sostituzione delle slot solo nel caso di guasti o di invecchiamento eccessivo degli apparecchi.
La sentenza
Nel caso in questione invece, riporta Agipronews, si parla di un nuovo contratto. La società ricorrente aveva sciolto i rapporti con il precedente fornitore per passare a un altro gestore, ma la messa in funzione degli apparecchi è arrivata solo dopo l’entrata in vigore della specifica norma sulla sostituzione degli apparecchi.
Tale sostituzione, scrivono i giudici, "non può essere qualificata come strumentale alla continuazione del rapporto concessorio in essere, ma, al contrario, all'attuazione della scelta di svolgere l’attività con un diverso concessionario".
La società, in pratica, ha deciso "di aprire una 'nuova' sala giochi, ancorché negli stessi locali precedentemente occupati" e l’installazione delle nuove slot "non può essere riconducibile alla clausola di esclusione dall’applicazione della normativa prevista dalla legge regionale che, invece, presuppone la continuazione del rapporto con il concessionario della connessione".
L'azzardo nel comasco
Qual è la situazione del gioco d'azzardo nel comasco? Una recente ricerca sul gioco ha portato a controllare tutti i 154 Comuni comaschi. I peggiori in questo senso sono Vertemate con Minoprio ed Eupilio. Se a Vertemate si è spesa la “bellezza” di 13mila euro a testa all’anno, ad Eupilio si è arrivati a quasi 8mila. Seguono in classifica Argegno con 6mila e 736 euro a testa, Montano Lucino con 4mila 609 euro, e Lipomo con 4mila e 482 euro. A Como la cifra è mille e 328 euro a testa. Seguono Mariano Comense con mille e 117 euro ed Erba con mille e 153 euro. Meglio Cantù con “soli” 745 euro.