l'intervista

Tessile a Como, il presidente Colombo (Confindustria): "Il localismo non funziona più, bisogna parlare di Sistema Italia"

Nel 2020 le esportazioni del distretto tessile comasco hanno sfiorato i 929 milioni di euro.

Tessile a Como, il presidente Colombo (Confindustria): "Il localismo non funziona più, bisogna parlare di Sistema Italia"
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"Fare rete". E’ un concetto che piace molto al nuovo presidente del Gruppo Filiera Tessile di Confindustria Como, Federico Colombo, che guida a Bregnano la Penn Italia, azienda specializzata in abbigliamento intimo e sportivo. Ad affiancare il presidente Colombo nel biennio 2022/23 in cui guiderà le 150 aziende tessili associate, che rappresentano quasi il 75% del distretto comasco, i vicepresidenti Gianluca Brenna (esponente SMI, Stamperia di Lipomo Spa), Stefano Vitali (presidente Ufficio Italiano Seta, F.lli Vitali di Roberto Spa) e Laura Sofia Clerici (Teseo Spa).

Un settore rappresentativo del territorio comasco il tessile. In base ai dati del 2020, il 90% delle aziende di settore associate a Confindustria Como è medio-piccolo e ha un fatturato che non supera i 20 milioni di euro. Di contro nello stesso anno le esportazioni del distretto tessile comasco hanno sfiorato i 929 milioni di euro.

Intervista al presidente del Gruppo Tessile di Confindustria Como

Quale l’emozione a caldo dell’elezione a presidente del Gruppo?

La ritengo una sfida importante che mi permette di continuare il mio percorso di crescita all’interno dell’associazione di categoria: per ognuno di noi l’impegno associativo è anche un progetto formativo che ci dà un bagaglio da portare in azienda.

Un momento non idilliaco, per il tessile come per l’economia in generale.

In questo momento storico ci sono problemi presenti in modo impattante. Ovviamente oggi è imprescindibile affrontare il caro energetico perché nel breve periodo non ci sono spiragli di una riduzione dei costi. Il Governo ha istituito degli sgravi fiscali ma non è un’operazione immediata e alle aziende servono soluzioni oggi. Quello che dobbiamo fare come distretto è mandare un messaggio unico, dalle aziende grandi e da quelle piccole perché purtroppo da marzo sarà impossibile non aumentare i costi del prodotto finale malgrado anche il consumatore finale già subisca il caro bollette.

Non solo un problema di energia ma anche di materie prime. Negli ultimi mesi alcune tessiture sono rimaste senza filato dovendo bloccare le produzioni.

In questo momento non sempre i nostri fornitori confermano l’ordinato, arriva più o meno il 40% del totale. E il filato che arriva ha aumenti di prezzo continui. Questo non permette alle tessiture e alla filiera in generale di programmare il lavoro. Non è inoltre un problema solo di filato ma anche di tecnologia. Le faccio un esempio concreto dalla mia azienda: abbiamo ordinato tre telai nuovi che sarebbero dovuti arrivare a settembre 2021 ma se tutto andrà come previsto ci verranno consegnati solo a giugno 2022. Se a tutto questo si aggiungono i rincari dell’energia, si capisce come per molte aziende potrebbe essere il colpo di grazia.

Che obiettivi si è posto per il suo mandato da presidente?

Il primo luogo ascoltare e capire le esigenze del territorio, quindi portare a sistemi più ampi le problematiche di cui veniamo a conoscenza. Voglio essere chiaro: il localismo non funziona più, bisogna parlare di Sistema Italia, non di Como. Tra gli altri obiettivi c’è quello di rilanciare la formazione: bisogna potenziare questo aspetto perché altrimenti ci ritroveremo senza le professionalità necessarie a lavorare. In questo senso è fondamentale la sinergia con le scuole.

Quali sono le criticità della nostra filiera tessile?

Credo che il problema più grande oggi siamo ancora non riuscire a fare squadra. Ogni azienda ha la sua identità ed è giusto sia così ma per affrontare i macro problemi bisogna fare rete. Così come per fronteggiare le sfide del presente e del futuro, come la sostenibilità: serve una linea guida comune. Come Confindustria invitiamo le aziende a “misurarsi”: come produco il mio prodotto? Quanto consumo? Mettendo in rete questi dati, ogni imprenditori può capire come e in quali ambiti migliorare, che sia il consumo di acqua o di energia ma anche la gestione del personale.

Come può aiutare in tutto questo la nomina di Como a Città Creativa Unesco proprio per l’artigianato tessile e la moda sostenibile?

Stiamo mettendo a punto dei progetti sulla creatività in cui è fondamentale che ogni azienda porti il meglio delle proprie peculiarità e caratteristiche. Sarà fondamentale lavorare ancora una volta sulla formazione e noi puntiamo su ComOn, progetto in stand by a causa della pandemia. Quest’anno, salvo imprevisti, si terrà. Inoltre in questo ambito noi puntiamo moltissimo sull’alternanza scuola lavoro che ci sta dando grande soddisfazione.

Formazione fondamentale per affrontare la carenza di manodopera.

Nei mesi scorsi c’è chi ha dovuto ridurre il personale ma anche chi ha assunto, spesso andando a pescare tra chi già aveva esperienza nelle aziende vicine. E’ rubare al concorrente una risorsa? Io credo sia importante chiedersi perché un collaboratore di fiducia ci lascia, forse bisogna lavorare sul proprio ambiente.

Stephanie Barone

Questa intervista è stata pubblicata su Giornale di Cantù, Giornale di Erba e Giornale di Olgiate del 26 febbraio 2022. 

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