Tasso fisso e tasso variabile: come scegliere il tasso sul mutuo

Tasso fisso e tasso variabile: come scegliere il tasso sul mutuo
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Chi sta valutando se accendere un mutuo può scegliere tra varie offerte per quanto riguarda il tasso di interesse. In particolare i mutui sono solitamente proposti in due varianti: a tasso fiso e a tasso variabile. I due tipi di tasso si differenziano in modo importante, non solo per quanto riguarda la loro consistenza, ma anche per le caratteristiche specifiche di ognuno.

Meglio a tasso fisso o a tasso variabile?

Questa è una domanda abbastanza complessa, perché molto dipende dalla specifica situazione e dalle necessità di chi richiede un mutuo. Il tasso fisso rimane sempre uguale, per l’intero periodo di restituzione del prestito, fosse anche di 30 anni. Il tasso variabile invece cambia nel tempo, seguendo il tasso Euribor; si tratta di variazioni non prevedibili, nel senso che l’Euribor potrebbe anche raddoppiare nel corso degli anni. Oltre a questo, basta dare un’occhiata alle offerte, come quelle relative ai mutui BPER, per notare che il tasso fisso e quello variabile hanno un peso assai diverso. Ad oggi i tassi fissi tendono ad essere di circa il 30-45% più elevati rispetto a quelli variabili. Solitamente chi è alla ricerca di un mutuo di breve durata e di importo non eccessivo tende a prediligere il tasso variabile; per periodi di ammortamento a 25 o 30 anni invece si tende a scegliere una maggior sicurezza, optando per il tasso fisso.

I rischi

Nel momento in cui si decide di accendere un mutuo non si pensa ai rischi di questo tipo di prodotto finanziario. In buona parte dei casi si cerca la tranquillità, acquistando una nuova casa per la famiglia o ristrutturando un immobile di proprietà. Si pensa quindi in grande, con una visione positiva e orientata al futuro, tuttavia è necessario anche fare delle considerazioni per tutelarsi da ogni evenienza. Chi decidesse di scegliere un tasso variabile, che come abbiamo visto oggi è particolarmente favorevole dal punto di vista economico, si appresta anche a correre il rischio che il tasso di interesse del mutuo aumenti nel corso del tempo. Se si accende un mutuo le cui rate dovranno essere pagate per oltre 30 anni, è ovvio pensare che nessuno può sapere cosa avverrà in un lasso di tempo tanto ampio, per questo, per tutelarsi da situazioni spiacevoli esistono numerosi strumenti, come un’assicurazione, che permettono di avere una certa tranquillità. In molti casi per i mutui molto prolungati nel tempo si predilige il tasso fisso, perché mette al riparo da qualsiasi avvenimento futuro, consentendo di conoscere perfettamente la rata da pagare mese per mese e di essere sicuri che questa non subisca variazioni inaspettate. In particolare la scelta del tasso fisso è particolarmente vantaggiosa in periodi, come questo, in cui i tassi di interesse sono molto bassi.

Flessibilità

Conviene ricordare poi che numerose banche consentono ai propri clienti di modificare in corsa il tipo di tasso di interesse da pagare. Il cliente può, ogni 3-5 anni, valutare con il proprio consulente l’eventualità di passare da un tasso fisso a uno variabile e viceversa. In questo modo si potrà di volta in volta approfittare della soluzione più interessante del momento. A conti fatti questo tipo di opzione può portare un considerevole risparmio. Lo stesso dicasi per la possibilità di rinegoziare il mutuo, magari anche modificando le rate. Del resto, considerando i mutui a 30 anni, negli anni può capitare di avere un altro figlio, cambiare casa, ottenere un lauto aumento di stipendio o addirittura di trovare un lavoro migliore e meglio retribuito. In tutti questi casi si può avere il desiderio di aumentare o diminuire la rata da pagare mensilmente, o anche di chiudere il mutuo con i proventi ottenuti dalla vendita della casa, per poi accenderne eventualmente un altro.

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