Como Acqua: PD e Svolta Civica accusano di sabotaggio l'Amministrazione comasca
Dalle opposizioni arrivano accuse pesanti all'Amministrazione Landriscina che ieri non ha discusso in Consiglio la questione Como Acqua.
Il non voto su Como Acqua di ieri sera in Consiglio comunale a Como ha acceso gli animi. PD e Svolta Civica accusano di sabotaggio l'Amministrazione Landriscina.
Como Acqua, PD e Svolta Civica: "Porteremo la questione alla Corte dei Conti"
Nulla di fatto ieri sera a Palazzo Cernezzi per quel che riguarda la fusione per la creazione del servizio idrico integrato. Il Consiglio non è nemmeno arrivato a discutere la delibera all'ordine del giorno. Irritati da questa situazione non solo i 16 sindaci comaschi arrivati in protesta a Como ma anche i consiglieri del Partito Democratico e di Svolta Civica.
"In maniera sorprendente, dopo aver perso ore in una penosa melina intorno a cavilli burocratici di un provvedimento, il consiglio Comunale si è chiuso senza la votazione sull'importantissimo tema. Il prossimo Consiglio comunale è convocato per lunedì 30 ottobre e non potrà, quindi, discutere la delicatissima delibera. In questo modo, il Comune di Como non ha assunto una posizione ufficiale da portare in assemblea. Siamo di fronte a un fatto grave sia dal punto di vista amministrativo e contabile, sia dal punto di vista politico". Con queste parole, congiuntamente, i consiglieri di PD e Svolta Civica commentano quanto accaduto ieri sera a Palazzo Cernezzi.
Svolta Civica ha quindi fatto sapere che "porterà la questione davanti alla Corte dei Conti perché vengano verificate eventuali responsabilità contabili derivanti dai danni rilevanti che andranno a conseguire all'eventuale fallimento del processo di fusione". Sul piatto infatti posti di lavoro, economie di scala, investimenti di decine di milioni di euro. Senza contare i circa 300mila euro già spesi per consulenze a professionisti che hanno incardinato l’intera operazione, sottolineano i consiglieri.
La questione politica
"Dal punto di vista politico, è evidente come di fronte alla prima importante scelta politica, il sindaco e la sua maggioranza abbiano deciso di non decidere. Evitando una votazione che era dovuta e che avrebbe probabilmente messo in crisi la stessa maggioranza - hanno sottolineato i consiglieri Traglio, Minghetti, Nessi, Fanetti, Guarisco e Lissi. - Il tentativo di sabotaggio (attraverso il non voto) della maggioranza arriva dopo una serie di passaggi chiari. E' figlio di calcoli e ripicche politiche che speravamo di esserci lasciati alle spalle".
Preoccupazioni anche dalla CGIL di Como: "Dobbiamo garanzie ai lavoratori"
Un commento a quanto accaduto ieri sera e all'incertezza che aleggia attorno all'assemblea del 25 ottobre arriva anche dalla Cgil di Como. "È in gioco il futuro di 153 lavoratori impiegati nelle 12 società pubbliche che oggi si occupano del settore - ha spiegato il segretario comasco Giacomo Licata - La Filctem ha condiviso il percorso e ha chiesto l'istituzione di un tavolo per la contrattazione di un 'accordo quadro' per la gestione contrattuale e gli inquadramenti dei lavoratori che confluiranno nella nuova realtà. Si aggiungano ai lavoratori in essere qualche decina di contratti a tempo determinato che non sono stati stabilizzati, in attesa della nuova organizzazione che avrebbe riguardato le attuali aziende di gestione. Bisogna far presto per dare risposte certe ai lavoratori".
E il segretario Licata ricorda l'aut aut che ha ribadito più volte anche la presidente della Provincia Maria Rita Livio: "Se l’assemblea dei sindaci del 25 ottobre darà esito positivo, entro l’anno si potrà andare dal notaio per l'incorporazione e dal 1 gennaio 2018 il sistema idrico integrato della provincia di Como avrà finalmente un unico gestore, partecipato al 100% dai Comuni, dunque a totale capitale pubblico. Se invece dovesse saltare il conferimento al gestore unico, si rischiano sanzioni europee e si dovrebbe procedere a una gara per la gestione del servizio cui potrebbero partecipare società estere e a gestione privata".